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Brigit e Giunone: le luci brillanti di febbraio

di Monica Casalini
In questo periodo fa molto freddo; la neve scende copiosa e diventa sempre più difficile ripararsi dal gelo invernale. Le pelli e gli scampoli di lana sembrano non bastare mai. I laghi sono ghiacciati, il che rende la pesca ancora più pericolosa del solito.
Ci troviamo nelle fredde lande nordeuropee… ma anche nell’Italica penisola e il la morsa del gelo si fa sentire ovunque. Molti sono gli anziani che questo inverno non ce la faranno. Tuttavia, non é raro che anche i più giovani perdano la vita nei lunghi inverni europei.Immaginate di vivere in un mondo in cui non esiste l’acqua calda corrente, il riscaldamento, il piumone e le scarpe invernali. In realtá c’é qualcosa di simile, ma non é nemmeno lontanamente paragonabile. Insomma fa freddo. E la gente non vede l’ora che tutto questo passi, che la primavera arrivi presto… c’é una bramosia quasi febbrile che serpeggia fra le persone in questo senso. Ecco perché, in pieno inverno, si comincia a celebrare una festività prematuramente primaverile.
Si tratta della festa della luce e del fuoco: un richiamo più che evidente al ritorno del Sole e della sua immensa forza rigeneratrice.Il primo febbraio si celebravano due feste importantissime: Imbolc nel nord Europa e i Februalia nell’Impero Romano. Entrambe conservavano il sapore acerbo di ciò che deve ancora arrivare e davano l’avvio ad un nuovo ed eccitante periodo.Imbolc
Letteralmente significa “nel latte” e si riferisce ai vitellini e agli altri animali che nascono in questo periodo (o che stanno per nascere) e che quindi sono ancora lattanti. Il simbolismo é abbastanza chiaro e si va a collocare nel concetto di “nuovo arrivato”. Il latte ‘anche la metafora della bianca neve che copre ogni angolo di terra. In questo periodo la luce del sole é anch’essa bianca e fioca, ma ha in sé la promessa di un ritorno inesorabile alle temperature più miti.
Per far sí che questo accada ci vuole l’aiuto di una divinità che splende di luce propria: l’altissima Brigit. Lei é una divinità molto potente; ha l’aspetto di una giovane che reca con sé una torcia, poiché é colei che riporta la luce sulla Terra; é vestita di bianco con un lungo mantello verde che simboleggia i prati ormai liberi dalla neve.
La sua luce é una fiamma sempiterna che non solo richiama la forza solare sul piano fisico, ma anche – e soprattutto – la luce della conoscenza. Brigit é colei che illumina le menti e che consente all’umanità di accedere al sapere. Per estensione é perciò anche la dea delle Arti e dei Mestieri. Non solo: il fuoco che tiene in mano ha inoltre la valenza delle fiamme guaritrici, cosa che fa di lei una dispensatrice di buona salute.
In occasione di Imbolc tutta la popolazione faceva grandi offerte alla dea e innalzava pire monumentali affinché l’oscurità invernale venisse sconfitta con il suo freddo e con lo scopo di attirare la potenza solare sulla Terra.
Februalia
Giunone era la Grande Madre per eccellenza nel mondo Romano e nonostante in tarda epoca avesse preso i connotati della moglie casalinga sovrappeso e rompiscatole, in realtà nasceva anticamente come potente Signora dei Cieli e Madre degli uomini. Era la forza creatrice attiva: l’intera Via Lattea era nata da un solo suo spruzzo di latte materno; era la consapevolezza dell’essere donna sacerdotessa, detentrice della Conoscenza.
Ella, comunque, rappresentava ancora molti aspetti legati alla Natura, ai cicli terrestri e cosmici, nonché alla maestria tutta femminile.
Il primo febbraio si celebrava il rinnovo del mondo per mano di Giunone. In questa occasione ella veniva rappresentata come una bella donna nell’atto di lavarsi e acconciarsi con l’aiuto delle sue fedeli ancelle e il suo appellativo era Iuno Februa, dove “februa” sta per “purificazione“. Era dunque un atto lustrativo che Giunone compiva su sé stessa e – di conseguenza – sulla Terra, che era sua stessa emanazione. Puliva il mondo dal vecchio e polveroso passato, ovvero l’inverno, e mondava ogni aspetto terreno e celeste. La sua azione dava quindi nuova vita all’intero pianeta, portando così la primavera. Questo particolare concetto si é mantenuto in due aspetti della nostra vita moderna: il nome del mese di febbraio deriva proprio dai Februalia, mentre l’atto purificatorio é ancora presente nelle… pulizie primaverili.
Oggi
Oggi abbiamo la Candelora, una festività cristiana che si tiene il 2 febbraio e che conserva tutti gli aspetti pagani di un tempo: le candele da cui prende il nome sono l’eredità delle antiche pire e torce atte a richiamare la luce sull’oscurità. La Chiesa pose la data al 2 febbraio per contrapporsi alle feste pagane preesistenti, ma con una scusa matematica ben ragionata: il 2 febbraio scadono infatti i 40 giorni in cui – secondo le religioni abramitiche – la donna é impura dopo il parto. Questo é un riferimento alla Madonna che 40 giorni prima ha dato alla luce Gesú. Perció anche qui abbiamo il tempo della lustrazione della donna, seppur inteso in maniera palesemente dispregiativa al contrario della cultura pagana.
Nel mondo pagano e neo pagano Imbolc e i Februalia sono ancora oggi due feste molto sentite, in cui i fedeli cercano l’illuminazione dentro se stessi e la purezza del proprio pensiero. Non sono certo pregi che si conquistano accendendo una candela, tuttavia il sentiero dell’iniziato é lungo e tortuoso, per cui é sempre bene portare con sé un lume per vederci chiaro.
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