di Marco Milano
In Europa, il 10% dei casi registrati di cancro negli uomini e il 3% nelle donne, è attribuibile al consumo d’alcool. Lo affermano i ricercatori del German Institute of Human Nutrition di Potsdam- Rehbruecke, con la collaborazione di altri istituti europei e statunitensi. La ricerca, segnalata dal Daily Telegraph e pubblicata sul British Medical Journal, segnala una forte connessione tra le tipologie di cancro conosciute – come quello alla bocca, alla gola, alla trachea e all’esofago – e un consumo d’alcool abusato, oltre i limiti massimi quotidiani tollerabili (24 gr di alcol puro per gli uomini e 12 gr per le donne). I ricercatori hanno attinto al database del European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC), un progetto finalizzato ad esaminare in che modo lo stile di vita di molti paesi europei influenza l’instaurarsi di cancro dopo un periodo di circa nove anni. Gli studi dell’EPIC hanno coinvolto più di 500.000 soggetti, uomini e donne in una fascia d’età tra i 35 e 70 anni, a partire dal 1992 coprendo 10 Paesi (Francia, Italia, Spagna, Olanda, Grecia, Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia, e Inghilterra). I ricercatori hanno escluso in partenza i soggetti affetti da cancro in partenza, includendo circa 10.000 uomini e 250.000 donne di otto paesi europei.
Nelle indagini svolte, ai partecipanti è stato chiesto di valutare il loro consumo d’alcol negli anni precedenti l’inchiesta, sia in termini di peso medio per giorno che per frequenza di assunzione di birra, vino e altre bevande di uso comune in questionari pensati specificatamente per i tipi di dieta e stili di vita seguiti. Individuando la frequenza di consumo nello specifico alle età di 20, 30, 40 e 50 anni è stato possibile categorizzare i campioni in: never drinkers, che non hanno cioè fatto mai uso di alcool precedentemente l’indagine, former drinkers, relativi ad un consumo solo precedente e lifetime drinkers, utili a stabilire un rapporto sia prima che durante l’indagine. E’ stato possibile, inoltre, tracciare un quadro più specifico relativo a particolari tipologie di cancro: l’apparato digerente è il più colpito – con frazioni del 44% per gli uomini e 25% per le donne – seguono, in ordine di incidenza, il cancro al fegato, al retto e al seno per le donne.
L’importanza di questo studio sta nell’aver coinvolto larghe fasce di popolazione attraverso un monitoraggio quasi senza interruzione (meno del 2% dei campioni intervistati è stato perso durante il processo di follow up) e partendo da dati già disponibili sul consumo d’alcool – i dati EPIC. Un vasto programma di indagine che, pur stabilendo un’allarmante responsabilità nell’uso irregolare di queste bevande e l’insorgere di carcinomi, presenta delle limitazioni di cui non si può non tener conto. I dati raccolti sono relativi, infatti, a una sorta di ‘autocertificazione’ dei partecipanti ai test e riguardano spesso il consumo in periodi molto precedenti alle interviste; c’è una sostanziale differenza tra i soggetti che hanno accettato di collaborare e chi invece si è sottratto all’indagine, complicando in questo modo la possibilità di generalizzare a tutta la popolazione di riferimento; lo studio, infine è riferito alle persone che bevono oltre i limiti quotidiani consigliati, ma non fornisce una relazione precisa tra l’incremento progressivo del consumo d’alcool e il rischio di cancro.
Tuttavia, la conferma derivata dalla ricerca di un’associazione già nota in precedenza, lascia concludere i ricercatori che “E’ necessario continuare e incrementare gli sforzi per ridurre il consumo d’alcol in Europa, sia a livello individuale che su una più larga scala di popolazione”.