Segnala un evento
HomeIn primo pianoLe magie della musica: l’orchestra Simon Bolivar

Le magie della musica: l’orchestra Simon Bolivar

di Mariano Colla

Gustavo Dudamel and the Simon Bolivar Youth Orchestra of Venezuela are in Beijing. Rainer Maillard/DG

Ieri sera, in una sala Santa Cecilia occupata in ogni ordine di posti, Gustavo Dudamel ha diretto l’Orchestra sinfonica venezuelana Simon Bolivar nell’esecuzione di brani di Beethoven, Ravel e Stravinskij. Del direttore d’orchestra, seppur giovane, ha appena 30 anni, già sono note le qualità tecniche ed espressive, maturate attraverso una significativa esperienza, avendo egli diretto, con successo di pubblico e di critica, orchestre importanti quali le filarmoniche di Vienna, Berlino e della radio francese, e vantando, inoltre, l’attuale ruolo di direttore musicale della filarmonica di Los Angeles. Ma Dudamel, ieri sera, aveva dinanzi un‘orchestra che non si può classificare in modo tradizionale. Per quel folto gruppi di giovani orchestrali, alcuni dei quali dai chiari caratteri etnici sudamericani, è opportuno e necessario dire qualche cosa di più.

L’orchestra fa parte di un progetto concepito nel 1975 da Josè Antonio Abreu, economista e musicista, e da un gruppo di musicisti venezuelani, ispiratisi agli ideali di Simon Bolivar, il famoso condottiero, patriota e rivoluzionario che contribuì in modo determinante all’indipendenza di Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela. L’iniziativa è nota a livello internazionale come “El Sistema”. Una breve scheda informativa recita che l’orchestra è composta da oltre 200 giovani musicisti di età compresa tra i 17 e i 26 anni ed è il fiore all’occhiello del programma accademico orchestrale varato dalla Fondazione di Stato per il sistema venezuelano delle orchestre giovanili. Di fatto l’orchestra è l’apice e la rappresentazione internazionale più evidente di un sistema educativo molto più complesso e numeroso, sistema che vanta una doppia missione: musicale e sociale. Infatti, più di 250.000 tra bambini, ragazzi e giovani costituiscono il serbatoio su cui opera il progetto delle orchestre giovanili.

Un sistema costituito da orchestre pre-scuola (dai 4 ai 6 anni), da più di 90 orchestre di bambini e adolescenti (dai 7 ai 16 anni), da oltre 130 orchestre giovanili (dai 16 ai 20 anni) e da 30 orchestre sinfoniche di adulti professionisti, rappresenta un sistema educativo e formativo per una significativa percentuale del settore giovanile che, diversamente, rischierebbe emarginazione, ignoranza e povertà.

In un‘intervista Josè Antonio Abreu ha affermato: “per i bambini con cui lavoriamo, la musica è praticamente l’unico mezzo per un destino sociale dignitoso. Povertà significa solitudine, tristezza, anonimato. Un’orchestra significa gioia, motivazione, lavoro di squadra, aspirazione al successo”.
Grandi direttori di orchestra hanno collaborato al progetto, tra cui Sir Simon Rattle, Claudio Abbado e Gustavo Dudamel, stella nascente nel campo della direzione d’orchestra e lui stesso prodotto del progetto “El Sistema” . In un recente documentario dal titolo “Dudamel: let the children play”, diretto da Alberto Arvelo Mendoza, e presentato al Festival del Cinema di Roma, il giovane direttore guida lo spettatore attraverso storie di bambini e adolescenti che, venendo in contatto con la musica, ne sperimentano le gioie e le profonde emozioni, ne colgono, forse inconsapevolmente, l’universalità del messaggio.

L’orchestra Simon Bolivar in tournèe in Europa per effettuare concerti nelle principali capitali, è stata pertanto accolta con caloroso entusiasmo dal folto pubblico romano. Gli orchestrali non hanno tradito particolare emozione nell’eseguire il programma, anzi hanno dimostrato grande professionalità e competenza tecnica, prova di una formazione lunga e accurata. L’impegnativa gestualità richiesta da viole, violini, percussioni si riverberava nei giovani volti, concentrati nella lettura degli spartiti e nel porgere attenzione alle indicazioni del giovane direttore che, rinunciando al podio, quasi spariva nella folta schiera di orchestrali, un tutt’uno con essi.

Il successo personale di Dudamel e dell’intera orchestra ha raggiunto il suo apice non solo al termine dell’esecuzione prevista dal programma, ma altresì nel corso di ben tre “bis” concessi alla sala. In particolare han suscitato entusiasmo le esecuzioni di musica sudamericana eseguite dagli orchestrali che, nel frattempo, avevano indossato casacche con i colori giallo e blu della bandiera venezuelana, stemperando i formalismi classico-concertistici. Accennando passi di danza al ritmo di improvvisati ritmi brasiliani, scanditi dagli stessi strumenti che poco prima sillabavano le note beethoveniane, l’orchestra Simon Bolivar si divertiva e faceva divertire il pubblico, piacevolmente sorpreso dall’improvviso cambio di paradigma.

Un fuori programma fresco ed estemporaneo come si addice alla giovinezza e all’entusiasmo dell’orchestra e del suo giovane direttore.

SCRIVI UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome

- Advertisment -

più popolari