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Il mio amico rispetto

Di Peppe Mariani
Ho smesso di cercare rifugi, dove proteggere la mia fragilità. Ho alzato la vela e sono partito in mare aperto. Dopo poche peripezie ho capito che dovevo cercare alleanze. Ho pregato il vento di essermi amico. Mi ha risposto subito di sì consigliandomi però di formare la sensibilità per comprendere gli umori degli intervalli temporali dove incontrerò i suoi compagni. Via via li ho incontrati tutti e ognuno aveva meravigliose narrazioni e consigli utili da darmi. Ho lasciato parlare la tempesta che mi ha confidato storie incredibili di offese ricevute e incomprensioni ferme nel tempo. Mi ha parlato anche della voglia di mitigare le sue asprezze per rendersi più accomodante quando esplode in scatti furibondi, ma le provocazioni che subisce sono sempre più insopportabili.
10299968_10202770139728291_2671196957565266004_nPer ringraziarmi dell’ascolto ricevuto mi ha donato la consapevolezza della serenità operosa e quella condivisione umana che erompe generosa sola quando lei, la tempesta, scompare. Mi ha pregato di trattenerla sempre con me altrimenti potrebbe perdere la sua forza magica. Ho incontrato la notte solitaria che si affaccia con costanza e insistenza, sempre e senza tregua. Alcune volte si presenta avvolta da mantelli foschi e noi la temiamo. Altre volte si presenta con delicatezza e ci avvolge con melodie profumate e noi la desideriamo come il dono dei doni. Altre volte si avvicina lentamente per farsi catturare al solo scopo di rinfrescare le nostre energie e noi la auspichiamo. Con la sua solita ironia semplice mi ha sussurrato di invitarla con regolarità. Poi via via, ho incontrato la pioggia, il sole, il freddo, la primavera e l’inverno che mi hanno raccontato vicende incredibili sulle profferte ricevute per risiedere nelle nostre residenze affettive. Hanno esibito con orgoglio i doni di cui sono custodi esclusivi. Sommessamente mi hanno fatto notare la volubilità dell’accoglienza, sempre precaria, sempre racchiusa in pochi cenni iniziali. Conoscono bene l’arte della tolleranza e della continuità ma ho intuito che non è infinita. Poi ho incontrato il nuovo giorno che arriva sempre sornione ma fiero per la perseveranza che dimostra e di cui non ammette mediazioni con nessuno. Mi ha sussurrato poche parole senza guardarmi negli occhi e con accenni di sfida impertinente: Io sono presente dipende solo da te se accogliermi o rifiutarmi ma qualunque cosa tu decida inizierò a camminare e poi a correre e poi mi fermerò per riposarmi e tu dovrai comunque seguirmi. Se vuoi, puoi diventare amico e condividere i miei spazi con entusiasmo. Se decidi altrimenti, sarà solo un tuo problema. Proprio quando iniziavo a dubitare della mia voglia di viaggiare ho incrociato un brontolone conosciuto da tutti con il nomignolo improbabile di “Rispetto”. Si aggirava con curiosità in ogni angolo conosciuto senza chiedere niente a nessuno. Tutti però lo rispettavano e lo ascoltavano anche quando sembrava esagerare con i suoi rimbrotti. Affascinato dai suoi modi silenziosi ma determinati, ho preso a seguirlo. Siamo diventati subito amici. Mi ha afferrato per mano pregandomi soltanto di non abbandonarlo. Allora con gioia ho ripreso l’attraversata senza bisogno di rifugi ma con un alleato inseparabile dal nomignolo improbabile di “Rispetto”.

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