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Al teatro Vascello di Roma di scena l'Edipo Re

di Giorgia Di Saverio
Il quarto appuntamento con la tragedia attica della compagnia di Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa è L’Edipo Re di Sofocle. L’adattamento e la regia è di Marco Isidori che interpreta Edipo. L’elemento più chiaro,Edipo Re diretto ed originale, come accade sempre nelle opere dei Marcido, è la scenografia. Queste sono “strutture da abitare e creano doppie sensazioni per gli interpreti – spiega l’attrice Maria Luisa Abate – All’inizio è sempre complicato perché sono meccanismi che devono funzionare perfettamente, non solo a livello coreografico ma anche poiché devono seguire un testo, però questo noi lo risolviamo perché la partitura vocale viene messa come coreografia direttamente nella struttura già pronta quindi si compone all’interno dell’opera di Daniela Dal Cin. Se prima – continua Abate – gli interpreti hanno delle difficoltà, poi avviene il contrario. Abituati ad abitare sempre questo luogo, da questo stesso l’autore prende un’energia straordinaria che riesce a rimandare al pubblico poiché non è una scenografia bensì un’opera d’arte a sé stante, dipinta, graffiata da Daniela Dal Cin.
La storia del re di Tebe, che per salvare la sua città dalla peste chiede aiuto all’oracolo, viene rappresentata dagli attori Marco Isidori, Lauretta Dal Cin, Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Stefano Re, Valentina Battistone e Virginia Mossi in chiave holderliniana.
L’originalità con il quale gli interpreti danno vita a questa rappresentazione è sorprendente. Si muovono sotto galleriEdipo Ree, si arrampicano su delle botole, si nascondono dietro la scena, il tutto in una perfetta “situazione cronometrica”. La scena viene anche in parte costruita durante la rappresentazione ma ciò avviene con una perfetta sinfonia di movimenti, non distogliendo l’attenzione dell’osservatore dalla narrazione.
Come tradizione della compagnia i personaggi si staccano tutti dal coro, così come Maria Luisa Abate nei panni di Tiresia “il vero antagonista, la verità, colui che già sa. Per questo, il fatto che sia cieco è importantissimo poiché rinfaccia la vista ad Edipo che non comprende il saper vedere davvero. Ciò è quasi –come commenta l’attrice– la storia dell’umanità, abbiamo gli occhi, ma spesso non vediamo”.
L’impatto forte, energetico , che scuote il pubblico è dato dal fatto che gli attori per primi ritengono che “le parole degli antichi siano talmente vicine a noi, talmente vicine alla nostra intelligenza emotiva che ricrearle per il pubblico è come parlare alle loro anime”.
 

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