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Cambio Pelle, bella prova per l'esordiente Cesare Veneziani

Quando l’occhio è caduto sulla copertina del libro di Cesare Veneziani, esordiente romano, classe 1982, la mia memoria –chissà da dove- ha tirato fuori l’aforisma di Paul Valèry: “Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle”. E’ scattata a quel punto la curiosità di accertare -immaginando già di avere tra le mani un’auto fiction- quanto, in questo “ Cambio pelle”, Talos Edizioni, la penna di Veneziani si sia addentrata sotto la cute e soprattutto di verificare se il titolo sia la dichiarazione di una metamorfosi cercata o piuttosto la presa di coscienza di una trasformazione obbligata già in atto.

Pietro, il protagonista, è bloccato in un segmento di tempo che coincide con una scheggia della sua esistenza in frantumi: la storia d’amore troncata unilateralmente da Asia, causa il narcisismo egoista -mai accennato esplicitamente ma palese al lettore- di lei, il lavoro di produttore quasi fallito per via del “tradimento” di Bogdan, artista di punta della sua etichetta discografica. Come ogni frammento affilato anche questo a maneggiarlo ferisce: nel caso di Pietro gli incide la pelle con la complicità di una psoriasi devastante: – “In questi giorni la nostra unione compie cinque anni e io sento che non mi lascerà mai. Non lo penso razionalmente, in fondo la voglia di eliminarla è sempre là, determinata come quell’uomo nudo difronte al carro armato, di cui tutti abbiamo visto la foto (…) ma pochi conoscono la storia”.

Nonostante il nome del protagonista non coincida con quello dello scrittore, una serie di corrispondenze sui dati biografici dei due – Cesare Veneziani,  “life and sport coach”, è attivo anche nell’ambito della produzione di musica elettronica- ci ha confermato l’intuizione iniziale, ovvero che l’autore racconti se stesso.

Veneziani non usa la scrittura come rifugio psicanalitico che propizi la guarigione, né tenta di venderci una storia che si elevi a paradigma di altre esistenze tormentate. Il flusso di “io” che scandisce le pagine -non a caso consegnato a un linguaggio essenziale, agile, teso a riprodurre fedelmente l’estemporaneità dei pensieri- non è mai magma in cui il nostro resta pietrificato. È piuttosto una sequenza d’istantanee che fotografano il dolore e la solitudine semplicemente per la necessità di farlo e che per la medesima urgenza spostano poi il proprio soggetto sulla ricerca dell’equilibrio e della felicità momentaneamente mancati, per passare, infine, a rappresentare la ribellione del corpo che urla il proprio bisogno di rinnovamento.

Nel “Cambio pelle” del titolo ci sono entrambe le prospettive di cui ci s’interrogava innanzi. Il cambiamento obbligato dalla malattia e la rinascita “vendendo cara la pelle”. Tutto quello che a Pietro passa per la testa lungo un doloroso percorso, riassumibile –come egli stesso dice- nelle due righe della poesia riportata in finale: “ Ogni inizio è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà”.
Che dire: abbiamo apprezzato questo inizio, che seguito sia.

di Antonietta Molvetti
Cesare Veneziani, Cambio pelle, 2016 pag.178, Euro 15, Talos Edizioni

Cambio Pelle di Cesare Veneziani, ed. Talos
Cambio Pelle di Cesare Veneziani, ed. Talos

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