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'Io sò Carmela' di Alfonso Frassanito

di Maria Rosaria De Simone
Il 15 Aprile 2007, una ragazza di appena tredici anni, a Taranto, perse la vita gettandosi da un balcone del settimo piano di una casa. Il suo nome era Carmela. Suo padre, Alfonso Frassanito, ancora oggi chiede giustizia per quella tragica morte perché, dietro al suicido di sua figlia, si celano precise responsabilità che sono state ben sotterrate e nascoste. E così, Alfio  ha fondato l’Associazione ‘Io sò Carmela’, per difendere la memoria di sua figlia e per dare voce ai tanti bambini che vivono tragedie simili.
Ma ha anche scritto un libro intitolato, appunto, “Io sò Carmela”. Alfio non è uno scrittore, non usa le parole per tessere storie e per rifinirle con l’estro e la fantasia ma, per fare luce sulla terribile vicenda, ha raccontato tutta la storia della sua famiglia ed in particolare dei fatti che riguardano la figlia.
Il 18 giugno scorso, a Latina, presso la sala del Circolo Cittadino di Piazza del Popolo, all’imbrunire, l’Associazione antiviolenza  ‘Valore Donna’, la cui responsabile è Valentina Pappacena, ha    invitato  Alfonso a dare la sua testimonianza.
Alla serata, che ho presentato ben volentieri, sono intervenuti la dott.ssa Roberta Bruzzone ed il Senatore Stefano Pedica.
Alfonso Frassanito ha spiegato che ha voluto raccontare quanto è accaduto alla figlia per rispondere alle tante menzogne contro di lei, perché è stato infangato il suo nome e non è mai stata fatta lue sulla sua morte. Perché ci sono precise responsabilità e nel libro vengono fatti nomi e cognomi.
Alfonso ha comunque tenuto a precisare che il suo libro lo ha scritto tra le lacrime, perché, prima di formulare delle accuse precise e circostanziate, ha messo a nudo il suo atteggiamento, quello dei suoi familiari, per cercare di capire le sue responsabilità. Il cruccio più grande di Alfonso, infatti, è quello di non essere riuscito a salvare Carmela, di non essere riuscito a comprendere che coloro che credeva volessero aiutarli, stavano invece conducendo la figlia verso la morte.
Parole drammatiche queste, che chiedono giustizia.
Ma ecco in breve la storia di Carmela.
A dodici anni, nel 2005, Carmela viene molestata da un marinaio di Taranto. Dopo espressa querela del padre, purtroppo il caso è stato archiviato. Il fatto, però, lascia delle terribili cicatrici sulla bambina che, in seguito, dopo aver ricevuto un rimprovero dai genitori, scappa di casa, si ritrova in balia di alcuni uomini e viene violentata in fasi successive. Dopo quattro giorni di ricerche viene ritrovata in condizioni pietose. I servizi sociali intervengono, hanno dei colloqui preliminari con Carmela, parlano anche con Alfonso e sua moglie e li tranquillizzano dicendo che avrebbero aiutato la figlia con un percorso appropriato. Questo percorso ha condotto la bambina nel Centro ‘Aurora’ di Lecce, un Istituto che si occupa di minori che hanno subito abusi e violenze in famiglia.
Alfio e sua moglie non possono incontrare liberamente Carmela, ma solo una volta al mese, con incontri videoregistrati. Carmela appare loro sempre più distrutta perché non ha al suo fianco le persone che più la amano e perché le vengono somministrate dosi massicce di psicofarmaci che la intontiscono e la sformano. Viene poi trasferita in un’altra comunità, dove gli operatori cercano di rendere sempre più numerosi gli incontri  di Carmela con la sua famiglia. Perché si rendono conto che la ragazza, per guarire, ha bisogno delle persone che sono i suoi punti di riferimento dal punto di vista affettivo. In una delle uscite con i genitori, quando sembrava che le cose potessero solo migliorare, mentre si trovavano in casa di alcuni amici, Carmela si getta dal settimo piano.
Il 18 giugno, a Latina, viene reso ufficiale il fatto che la dott.ssa Roberta Bruzzone si occuperà del caso come CTP.
La dottoressa ha raccontato di avere sentito parlare del caso di Carmela da un amico e di aver trovato la storia talmente assurda che ha voluto verificare di persona.  Ed ha scoperto che ci sono precise responsabilità dietro la vicenda su cui va fatta finalmente luce. Responsabilità che hanno dei nomi e dei cognomi ben precisi e che interessano istituzioni come i Servizi Sociali, il Tribunale dei Minori e le Forze dell’Ordine.
Chiedo alla dott.ssa Bruzzone se sia possibile, dopo circa quattro anni, giungere alla conclusione del caso.
La dottoressa risponde che è possibile, perché non si parla di chiacchiere. Ci sono prove ben precise, esiste tutta una documentazione dettagliata che mostra come le cose siano state mal condotte. Esiste anche il diario di Carmela. Il suicido di Carmela è, alla luce dei dati di cui si parla,  un suicidio indotto perché Carmela era sottoposta ad una terapia di psicofarmaci che le hanno prodotto danni collaterali gravissimi. E in questo caso c’è una profonda relazione tra l’assunzione di psicofarmaci, prescritti in maniera scriteriata e il suicidio.
Chiedo alla dott.ssa se gli stupratori sono in carcere.
“Assolutamente no. Sono in regime di libertà in attesa che il processo faccia il suo corso. Eppure è bene precisare che chi ha stuprato Carmela è reo confesso. E sicuramente la giustizia dovrà finalmente fare il suo corso.”
Il senatore Stefano Pedica, che ha recentemente presentato una interpellanza parlamentare sul caso, ha preso atto che, grazie al lavoro della dott.ssa Bruzzone e dell’avvocato di parte Flaviano Boccassini, c’è la seria possibilità di giungere alla verità dei fatti.
Alfonso Frassanito ha anche presentato al Senatore  proposta di legge in cui si chiede che lo stupro sui minori venga considerato alla stessa stregua dell’omicidio, ma anche un’altra proposta di legge per la riforma dei Servizi Sociali e del Tribunale dei Minori affinché, in vicende drammatiche come quella di Carmela, chi ha commesso degli errori si prenda le sue responsabilità.
Prossimamente, in autunno avremo  le prime informazioni sull’iter dei processi penali.
Chiunque fosse interessato ad acquistare il libro, potrà cercare informazioni sul web presso l’Associazione per la tutela dei diritti  delle famiglie e dei minori ‘Io so Carmela‘.

8 COMMENTI

  1. io auguro a Alfio di fare chiarezza su questo caso, come lo auguro a tutti, ,a soprattutto auguro che quei b…….i che hanno fatto quello abbiano ciò che meritano sia gli stupratori che la giustizia che ha portato via Carmela via dai genitori, perchè non sanno nulla. Ma anche la giustizia è ora che cambia non si rendono conto della gravità dells cosa, e di quanti casi del genere, sia di violenza sui minori e sia di violenza alle donne, giustizia italiana aprite gli occhi e le orecchie oppure andate a zappare, non siete degni del ruolo che occupate e vergognatevi, può essere vostro figlio, ma ci vorrebbe almeno una volta, per farvi cambiare, le cose, oppure togliete nei tribunali la scritta; la legge è uguale per tutti, mettetici noi non facciamo le leggi e non le vogliamo fare allora andate a farvi benedire

  2. sono mamma di tre figli… il più grande di 11 anni… io condivido in pieno la battaglia del Sig. Alfonso Frassanito… lei nn ha nulla da rimproverare… so ke significa essere stati molestati e pikkiati… le ho passate pure io…ma vi assicuro la legge starà dalla sua parte… un forte abbraccio Crio…

  3. Una storia indegna, per i risvolti che ha assunto, per le responsabilità dei servizi sociali e di altre istituzioni, e dopo anni ancora in attesa di giustizia.

  4. …..Carmela era una bambina. Come si può permettere tutto ciò che l’ha portata a gettarsi dalla finestra, non dare responsabilità penale a chi l’ha violata togliendole di fatto quella vita che ancora doveva pienamente sbocciare…..è inaccettabile in una società CIVILE. Ciò dimostra quanto ancora siamo lontani dai diritti umani primari …. quale giustizia….???
    ….anche io ho subito violenze per anni…. ero una donna e non una bambina…. conosco la fatica che serve per riuscire a “risollevarsi” da un passato di questo tipo….non è facile, certe cose rimangono dentro…dalla mia denuncia sono già passati 4 anni e mezzo, e tutto tace…. i danni rimangono.
    Mi auguro che in futuro ci sia un cambiamento VERO riguardo a questo dilagare di violenza nei confronti dei minori, delle donne, dei più deboli…..e che non passi tutto come acqua sotto i ponti….e che il tempo e la corrente non porti via il ricordo di ciò che è stato e che poi rimane impunito…..
    Noi non dimentichiamo nè Carmela nè tutte le altre vittime della violenza!!!
    Un abbraccio alla famiglia e conoscenti della piccola…

  5. E’ orrendo ciò che ho appena letto su Carmela,spero che si faccia giustizia e che paghi,chi le ha fatto del male.
    Sono passati 4 anni,e ancora non è stata fatta alcuna giustizia!..Io mi chiedo ma in che mondo stiamo!!C’e’ gente che per non aver fatto niente viene incolpata e messa in carcere,e altra che ne avrebbe tutti i diritti di marcire la,non li mettono!!
    Un abbraccio caloroso hai genitori della piccola Carmela che anche da lassù vi protegge.

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