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Buon Compleanno Nanni!

di Caterina Ferruzzi
Il regista Nanni Moretti compie sessant’anni. Una vita all’insegna del cinema, la sua. Nella sua filmografia contiamo solo undici titoli, ma ciascuno di questi ha segnato una tappa importante nella storia del cinema italiano e della carriera di quest’uomo.nannimoretti
Tutto ebbe inizio nel 1973 quando un giovane Moretti, fuori dagli insegnamenti del centro sperimentale e di scuole di cinema, si cimentò con un paio di cortometraggi. Il suo primo lungometraggio, invece, “Io sono un autarchico“, è datato 1976. Per realizzarlo il regista utilizzò mezzi di fortuna, tra cui anche una Super 8, e chiamò amici parenti e intellettuali a recitare. Nessun attore è professionista. Moretti, come per le pellicole successive, oltre a dirigere è anche uno degli interpreti del film. Qui “inaugura” il personaggio di Michele Apicella, protagonista anche in buona parte dei film successivi.
Dopo “Io sono un autarchico” segue Ecce Bombo (1978), che partecipa al Festival di Cannes, ottenendo un inaspettato successo, oltre ad attirare l’attenzione della critica.
Gli anni ’80 sono di grande fermento artistico per Moretti. Nel 1981 esce “Sogni d’Oro“, girato in 35mm, che partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Qui Michele Apicella è alle prese con un film che non riesce a realizzare. Questo sarà il punto di partenza anche per altre pellicole che poi si addentrano,sempre con pungente ironia, a trattare di luoghi comuni e tematiche giovanili, in un primo momento e poi della società attuale, in un secondo. Nel 1984 è la volta di”Bianca” (chi non ricorda la scena in cui Moretti compare accanto a quell’enorme vaso di Nutella?O quella in cui Moretti descrive la differenza tra la torta Mont Blanc e la Sacher,  terminando con il mitico “Continuiamo così, facciamoci del male!”…?). Il film partecipa al Festival di Berlino e viene premiato con l’Orso d’Argento.
600full-nanni-morettiDopo “La messa è finita” del 1985 quattro anni dopo, nel 1989, è la volta di “Palombella Rossa“, ultimo film in cui compare il personaggio di Michele Apicella, qui alle prese con un’amnesia che è metafora della perdita dell’identità del Partito Comunista Italiano. Lasciate le tematiche legate al mondo giovanile, il tema politico qui si fa palese e permea l’intera pellicola, ponendo le premesse per i film successivi di Moretti.
Passano cinque anni prima che esca un altro film. Nel frattempo con la sua Sacher Torte diventa produttore e ha un ruolo nel 1991 in “Il Portaborse” di Daniele Luchetti.  Nel 1993 esce “Caro Diario“, punto di svolta per la carriera cinematografica di Moretti, che per la prima volta interpreta se stesso in questa pellicola autobiografica, composta da tre episodi. Il film, diventato un cult (Moretti che gira in Vespa in una Roma ferragostana vuota è memorabile), ottiene al Festival di Cannes del 1994 il premio come miglior Regia. Dentro c’è un concentrato di tutto il Moretti che conosciamo. Un film sicuramente senza tempo, lucido, confidenziale, intenso e mai banale.
1998, “Aprile“, qui Moretti fotografa la situazione politica che l’Italia sta vivendo, nel 1994 con l’ascesa di Berlusconi al governo, la sua caduta un anno e mezzo dopo e le elezioni del 1996 che possono segnare una svolta per il Paese.  Moretti, che ormai interpreta se stesso, è combattuto tra il realizzare un musical ambientato negli anni ’50 e un documentario sul pre elezioni in Italia. E’ una scelta travagliata anche perchè è un periodo particolare della sua vita: sta per nascere il figlio Pietro. (Celebre la frase “D’Alema, dì qualcosa di sinistra!”). Guardando questa pellicola oggi ci si rende conto che il film è ancora estremamente attuale. Nulla pare cambiato di una virgola nel nostro Paese.  E ci si pone allora la domanda: E’ il film ad essere attuale o l’immobilismo che vi si percepisce?
caimanoTre anni dopo, nel 2001 è la volta dell’intenso “La Stanza del Figlio“, film vincitore della Palma d’Oro a Cannes e che si distacca dalle opere precedenti. Al centro di questa pellicola, raffinata, forte ed emozionante, capace di non cadere nel “banale” dramma ci sono i temi della famiglia e della morte. Un piccolo capolavoro che ci presenta un Moretti più maturo e pronto per un cinema diverso da quello finora realizzato.
Ma il tema politico, da sempre caro per Moretti, viene ripreso in “Il Caimano“. Il film, presentato nel 2006 in piena campagna elettorale ha per protagonista Silvio Berlusconi. Un film che potremmo definire lungimirante alla luce dei recenti fatti giudiziari dell’ex premier. Anche qui c’è un film da realizzare, ma la finzione in questo caso si fonde così perfettamente al reale…
Nanni Moretti si mette ulteriormente alla prova e ci riesce, non senza suscitare, ancora una volta, polemiche. “Habemus Papam” ( 2011), partecipa al Festival di Cannes e apre le porte ad un tema  che all’epoca dell’uscita della pellicola fu ritenuto lontano dalla realtà, ma che invece, dopo circa due anni, abbiamo visto materializzarsi fuori del grande schermo. Nel film infatti, il Papa, appena eletto, non se la sente di affrontare il difficile ruolo che gli è stato assegnato. E’ un uomo tormentato, pieno di dubbi e paure che si rende conto del peso che una scelta come quella dell’abdicazione potrà comportare sulla Chiesa e sul mondo cristiano.  Moretti,indagando sull’animo umano, centra ancora una volta il bersaglio e diventa attuale anche con questa pellicola dove non è protagonista, ma ha un ruolo comunque molto rilevante, interpretando uno psicologo ateo che viene chiamato ad “aiutare” il neo eletto Papa.
Attento, lungimirante ed originale nell’ analizzare la società italiana, fotografandola in momenti diversi, Moretti fa sì che il suo cinema sia una finestra aperta sul nostro Paese. Scrupoloso nella rappresentazione dell’animo umano è capace di rappresentarne l’essenza in pochi e semplici tratti.
Per molti il suo cinema è ritenuto di nicchia e la sua figura non è amata dal grande pubblico. Forse perchè molti si riconoscono nei suoi ritratti ironici e spesso graffianti? Amato più in Francia che in Italia, il cinema di Moretti  è rivelatore di ciò che siamo stati, siamo e saremo e ha una lettura più semplice di quanto si faccia credere.
Sperando che in futuro ci regali ancora tanti sguardi acuti e taglienti sull’Italia, non possiamo che augurare un Buon Compleanno a questo (per parafrasare un’altra sua famosa battuta) splendido sessantenne!

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