di Alessia Gregoletto
“The Place” è un bar di Roma, in fondo alla sala ogni giorno, seduto allo stesso tavolo, c’è un uomo. Varie persone si siedono al suo tavolo, dicono cosa desiderano, e lui gli pone dinanzi una scelta: svolgere, solo se vogliono, determinate azioni, a volte immorali e a volte non, per raggiungere i loro scopi.
L’uomo misterioso, interpretato da Valerio Mastandrea, è lo specchio della nostra anima. Lui non impartisce ordini, dà semplicemente delle possibilità, gli uomini avendo libero arbitrio scelgono come comportarsi e questo li porta a mostrare il loro vero io, persone talmente disperate, egoiste e impaurite si svelano disposte anche a fare del male al prossimo pur di ottenere ciò che desiderano. L’uomo del bar istruisce il male, ma prova pietà nel farlo, non ha nome perché è ognuno di noi, ed è solo con noi stessi che ci confrontiamo quando dobbiamo prendere delle decisioni. Ogni personaggio fa i conti con la propria moralità, Il film ci suggerisce un esame di coscienza.
La pellicola diretta da olo Genovese, ispirata alla serie tv americana “The Booth at the End” va a indagare nella parte più oscura delle persone. Il regista cavalca l’onda del successo del suo precedente e pluripremiato “Perfetti sconosciuti”, per creare un film ambizioso, e come lui stesso afferma << L’intenzione è di dare qualcosa al pubblico che potrebbe piacere, la pellicola è fuori dagli schemi… >>. Genovese utilizza il suo pezzo forte: la coralità, ci gioca in moda tale che la scelta degli elementi sia condita da un sentimento reale, è fatta da piccole suggestioni e crea nello spettatore una sorta di empatia. Il così detto “ The Place” è la nostra coscienza, solo noi sappiamo veramente cosa siamo disposti a fare per ottenere ciò che vogliamo. La pellicola sarà disponibile nelle sale dal 9 novembre.