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Internet favorisce la pigrizia mentale?

di Vanessa Mannino
Usare Internet e tutte le tecnologie con annessi e connessi, impoverisce il nostro cervello, ma soprattutto la nostra memoria. A rivelarlo è lo studio condotto dalla Columbia University di New York, secondo il quale è proprio con l’avvento di Internet che il nostro modo di servirsi della memoria è “seriamente” cambiato. Internet è diventata la reale materia grigia dei cybernauti ed è proprio grazie a questo immenso mondo virtuale se si hanno a disposizioni quantità ingenti di informazioni sempre a portata di mano. Informazioni che, spesso, invece di memorizzare, preferiamo affidare ai nostri sistemi tecnologici (come cellulari o agende elettroniche) i quali immagazinano qualsiasi cosa noi vi immettiamo, allegerendo sì la nostra memoria, ma rendendoci anche terribilmente pigri. Secondo la ricercatrice Sparrow, che si è occupata dello studio, il web viene considerato dagli individui come una vera e propria banca dati che memorizza per noi informazioni. E sembrano proprio i motori di ricerca i primi ad essere messi sotto accusa, in quanto distraggono il popolo dei navigatori, cambiano il modo di porre attenzione alle cose e soprattutto riducono la capacità di attenzione e concentrazione.
Non trascurabile il fatto che i vantaggi derivati dall’utilizzo di Internet non sono aihmè pochi: tutte le informazioni che desideriamo sono lì pronte e compatte sullo schermo. Un risultato certamente allettante soprattutto per tutti coloro che hanno a disposizione poco tempo. Ma, secondo la Sparrow, è proprio per l’eccessivo numero di informazioni presente sul Web, che sovraccaricano e iperstimolano il nostro cervello, se delle conoscenze acquisite tramite tale via, non resta alcuna traccia. La colpa non è comunque attribuibile ad Internet, o almeno non gli è attribuibile totalmente: l’imputato numero uno della pigrizia mentale è, infatti, l’essere consapevoli che quell’informazione sarà sempre reperibile on-line, circostanza che “autorizza” il cervello a non ricordare esattamente tutto. Un problema non da poco, quindi, se si considera che oggi il digital divide tende a diminuire e se si tiene in considerazione che neanche la crisi economica riesce a placare i pazzi acquisti per le ultime novità in ambito tecnologico. L’uso di vocabolari e pesanti enciclopedie viene così bandito, anche se la realtà quanto la scienza, ci rendono palese che avere carta e penna alla mano, può essere un accorgimento opportuno per evitare la pigrizia mentale e per stimolare il cervello anche laddove l’intero ambiente gode di ottime risorse tecnologiche, a loro volta eccellenti surrogati della memoria.

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