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Ecologia del vivere: Genitori, non arrendetevi! Tornate a essere Capitani dei vostri figli!

Di Stefania Taruffi
ragazziViviamo in un’epoca in cui procreare è diventato un atto di coraggio: manca la sicurezza economica, lavorativa, vacilla il concetto di ‘famiglia’, il mondo sembra andare a rotoli, non ci sono molte prospettive e quelli che nel passato erano considerati valori di riferimento, come il rispetto, la rinuncia, lo sforzo, l’educazione al ragionamento e all’ascolto, la divisione dei ruoli e la collaborazione, oggi si sono un pò persi.
I genitori il più delle volte hanno abdicato e non hanno più alcuna autorità sui figli. Oggi sono loro a dettare le regole all’interno della famiglia. I genitori si sono letteralmente sottomessi alla loro volontà. Ma dove è finita l’autorità? O meglio, l’autorevolezza?
I genitori si sono arresi, perché è un grande atto di coraggio anche educarli, i figli. E ritroviamo troppi genitori accondiscendenti, che vogliono sedurre i loro ragazzi, piuttosto che dare loro delle regole. Dicono sempre di sì, non forniscono regole chiare e precise, non sanno bene come fare, soprattutto con gli adolescenti, rispetto alla precocità sociale, all’intensità della vita di gruppo, alle continue esigenze materiali, alle richieste anche fuori luogo e allora, per ‘il quieto vivere’, per non ‘farli sentire da meno’, anche per egoismo, li assecondano e li accontentano. I genitori tendono ormai a tenere basso il livello del conflitto, anche per paura che si interrompano i canali di comunicazione, che comunque, a un certo punto non saranno più gli stessi. Tanto vale dire qualche no, attribuire qualche colpa e castigo, dare regole precise e punizioni, quando queste regole, non sono osservate. Imporre una sana educazione anche alla sofferenza, al concetto di ‘pagare per i propri errori o le proprie mancanze’, che farà dei nostri figli persone meno vulnerabili ai conflitti. Non serve deresponsabilizzare i ragazzi, anzi, il contrario. Che senso ha dare loro i soldi ‘al bisogno’, quando invece potrebbero cominciare a gestirsi una paghetta mensile, a fronte della quale prestare qualche servizio in casa, e una volta spesa tutta, devono rinunciare ad andare al cinema? E’ che non vogliamo far sentire loro alcuna mancanza, ma questo non è educativo! Essi saranno degli adulti inconsapevoli del valore dei soldi e avranno più difficoltà nel capire la fatica che si fa nel guadagnarseli e a quante cose dobbiamo rinunciare quando vengono a mancare.
noIl problema è che educare è molto faticoso! Invece bisognerebbe insistere, anche se a volte può essere doloroso. E’ anche un problema di ruoli: La responsabilità di un genitore non è quella di essere un amico, un compagno, un’insegnante, ma essere il “Capitano, oh mio Capitano” dei propri figli. Il ruolo del genitore, deve essere ben definito e soprattutto, coerente.
Un progresso c’è stato ed è quello che emotivamente, i genitori moderni sono più vicini ai propri figli, partecipano di più alla loro vita interiore e pratica. Purché questo non porti all’eccessiva intromissione nella vita dei propri figli, tendendo a dare troppo e a pretendere troppo, riempendo le loro giornate con un eccessivo numero di attività, organizzando loro i minimi dettagli della giornata, eliminando qualsiasi piccolo disagio.
Siamo al paradosso che oggi i ragazzi sono più liberi e hanno più possibilità di comunicare di quanto lo fossimo noi, ma sono meno indipendenti, creativi, autonomi e non sanno cosa sia il sudore. Hanno tutto, e tutto in eccesso: attenzioni, amore, stimoli, oggetti materiali. I genitori sono diventati un’azienda d’intrattenimento, non c’è più lo spazio per una realizzazione autonoma, con il semplice ‘appoggio’ degli adulti. E’ di vitale importanza lasciare ai figli la possibilità di ‘scegliere’ e quindi, di sbagliare. Di seguire, sotto il controllo dei genitori, le proprie attitudini e di fare esperienze, anche negative. Altrimenti ci ritroviamo con i cosiddetti ‘Bimbi Minkia’, piccoli dittatori, sempre alla ricerca di attenzioni, spesso incapaci di relazionarsi con i coetanei e arroganti e irrispettosi con gli adulti, compresi gli insegnanti.
Non dobbiamo mai dimenticare il significato della parola ‘educare’, che vuol dire ‘accompagnare’, essere vicini ai propri figli, ai loro sogni, alle loro paure, alle frustrazioni, alle delusioni, dandogli una mano, ma senza evitargliele del tutto. Un genitore deve aiutare il figlio a farsi gli anticorpi per affrontare la vita, a ‘essere i propri pensieri’, autonomo nelle scelte e nelle decisioni.
Siamo ‘buoni genitori’, a mio parere, quando abbiamo aiutato nostro figlio a costruirsi come soggetto, dandogli la possibilità di assumersi importanti responsabilità nei propri confronti, nei confronti del proprio corpo, della propria intelligenza, della propria capacità di amare. In definitiva, nei confronti della vita.

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