HomeCultura&SpettacoloIl ricordo di Pier Paolo Pasolini, la diversità contro l'omologazione

Il ricordo di Pier Paolo Pasolini, la diversità contro l'omologazione

di Eleonora Quadrana
5 marzo 2014 la data migliore per ricordare un importante personaggio come Pier Paolo Pasolini. La data della nascita e non della tanto discussa morte, come precisa subito Niccolò Carosi, editore di Terre Sommerse, la data migliore per ricordare il suo genio, il suo talento e non le polemiche politiche o le sue vicissitudini personali.
Perfino il luogo è stato scelto con maestria rara, Santa Maria della Pietà, il parco che si trova vicino al San Filippo, tra Montemario e Ottavia, vicino perfino alla via, che al grande scrittore è stata dedicata.
E proprio di questi luoghi, infatti, che si vuole parlare, della periferia, di quello strano posto dove la popolarità è viva e ancora percettibile.
E Pasolini ha sempre amato la popolarità, la gente vera,pasolini1 genuina, lo conferma nei suoi Scritti Corsari, che ci vengono fatti ascoltare dai quattro lettori: Stefania di Lino, Claudio Capecelatro, Carla Schiavone e Francesco Piotti. In cui il poeta scrive di utilizzare il dialetto proprio per esaltare la realtà e la differenziazione popolana rispetto alla borghesia sempre più industrializzata e inevitabilmente omologata.
È l’alterità che attraeva Pasolini, conoscere modi di vita diversi, diversi modi di pensare.
Per questo decise di fare un esperimento estremamente rivoluzionario per l’epoca, ossia intervistare i passanti e interrogarli su temi scottanti e taboo come quello della sessualità.
Proprio sull’esempio di Pasolini, Marco della Porta, Assessore alla Cultura Municipio XIV, decide di girare un video per mostrarci la realtà delle periferie che si trovano nel municipio di sua competenza. Il risultato è tanto spassoso quanto interessante, infatti, oltre a vedere sullo schermo luoghi a noi familiari, le persone che incontriamo in questi luoghi vengono interrogate sul loro rapporto con la periferia, sulla differenza di rapporti umani tra la realtà periferica e quella del centro. Ed emerge che proprio la semplicità, che si trova in periferia, può far rinascere i veri valori che fanno l’uomo “umano”, come la curiosità e l’apertura nei confronti dell’altro. Valori che purtroppo vanno pian piano scomparendo. Come profeticamente Pasolini aveva già annunciato prima della sua morte. Tale profezia ci viene confermata da una bella installazione, a cura del Movimento Artisti Arte Per, in cui si mostra l’intervista all’oste del Pommidoro, un ristorante in cui Pasolini era una un cliente abituale.

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