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"Tutti fuori" con i Rete Co'mar

di Marina Capasso
Veramente particolare “Tutti fuori”, album dei Rete Co’mar, band napoletana che si pone l’obiettivo di coniugare forme di espressione affini come la musica e il teatro. Silvia Romano (voce solista), Raffaele Bruno (voce recitante), Luigi Brunetti (chitarre e voce), Vittorio Nicoletti Altimari (basso e voce), Mauro Caso (batterista), Antonello Petrella (Sax) ed Emanuele Aprile (fisarmonica, tastiere e voce), ripropongono, attraverso i loro testi, in napoletano e in italiano, un mondo sfaccettato e variegato in un viaggio di emozioni e ironia. La cantante Silvia Romano ci ha descritto le origini e gli obiettivi della loro musica.
Da cosa nasce il vostro progetto musicale e quali sono le influenze che via hanno accompagnato?
«Il nostro progetto nasce come un laboratorio di musica e teatro e cioè come uno spazio aperto a chi volesse esprimersi nell’arte, in qualche modo a produrla e diffonderla. Col tempo da questi incontri si è riusciti ad affinare identità e messaggio di una band vera propria, che, non senza sforzo, è riuscita nell’intento di mettere insieme teatro e musica. Una sintesi abbastanza “faticata” ma che si è espressa fin da subito in una formula a cui teniamo e che abbiamo un po’ coniato, che è quella della “canzone-teatro” (vs teatro canzone). La differenza è che il teatro non è solo testo (recitato) dentro il testo (musicato) è ovunque, investe i musicisti stessi. E’ la forma insostituibile che la Rete sceglie per darsi sempre nuove vesti e possibilità espressive. Le influenze sono varie; nasciamo come laboratorio, quindi filoni e indirizzi artistico espressivi sono presenti a più livelli. Sicuramente nella musica si va dalla canzone d’autore, al folk, allo swing».
E’ difficile inserire in una etichetta precisa la vostra musica. Voi come la definireste?untitled
«Hanno definito la nostra musica come “fuori moda”, non incanalabile in nessun filone ma ugualmente e anzi forse proprio per questo “veramente suonata”. Ci basta questo 🙂 ».
Nel vostro disco si respira a pieno una Napoli particolare. Che rapporto avete con la città?
«Il rapporto è diretto. Rete Co’mar è per assonanza una rete col mare e il mare rinvia a una Napoli un pò “cartolina”, quella di uno stereotipo ancora duro a morire e che la Rete con il suo linguaggio grottesco e scanzonato prova a superare nella modalità sia autoriale che scenica. La Rete con il suo album “Tutti fuori” intende per l’appunto superare simbolicamente, ma anche operativamente (la Rete è anche Associazione culturale) l’ordinario e gli schemi di una quotidianità a volte prigione. E lo fa raccontando storie di “piccole rivoluzioni” quotidiane che si risolvono in pochi gesti e spesso in poche ore. “Polvere leggera”, nostro primo singolo, descrive per l’appunto il Carnevale a Scampia come una realtà viva e colorata che rompe con lo stereotipo di una Scampia “grigia” e degradata e che rappresenta per noi tra le più riuscite forme “rivoluzionarie” di riscatto nella nostra città».
Progetti futuri?
«Suonare!!! 😉 ».

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