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Fabio Accardi e la Bande Originale alla Casa del Jazz

di Marina Capasso
1Ben sette i musicisti, La Bande Originale, che ieri sera alla Casa del Jazz hanno messo in piedi una serata all’insegna della buona musica e di suggestioni lontane. Atmosfere romantiche ed evocative, ma anche energia e innovazione.
Un jazz aperto a contaminazioni e a unioni originali tra strumenti differenti. 11046387_10205019701045295_2479428761049175734_o
A presentare brani inediti, brani racchiusi in precedenti album e brani che hanno ispirato la sua storia musicale, Fabio Accardi, batterista barese che vive nella musica fin da bambino e che vanta anni di collaborazioni con i più rinomati jazzisti italiani.
Forti sono le influenze della Francia, luogo in cui ha vissuto per un po’, che danno titolo a molteplici sue composizioni. Sul palco con lui musicisti raffinati come Gaetano Partipilo al sax alto, Bebo Ferra alla chitarra, Alessandro Gwiss al pianoforte, Pasquale Bardaro al vibrafono e Luca Alemanno al contrabbasso.
Una speciale partecipazione quella di Giuseppe Milici, elegante armonicista e compositore palermitano, 1502429_10205019695845165_3553446912148581397_oche ha contribuito a dare un tocco magico alle note già suggestive del gruppo.
Molti brani presentati hanno alle spalle una storia, tanti divenuti colonne sonore, come “Les Amours secrètes”, colonna sonora di “Bota”, film albanese della regista Iris Elezi, altri utilizzati per serie tv come “Slow Hot Wind” di Henry Mancini per “Mr. Lucky” o la colonna sonora di “The Persuaders11058446_10205019709045495_597273174737741011_o degli anni ’70 regalataci come bis. Incantati dal romantico “Whispers in an autumn rain” contenuto nel disco “Whispers” del 2012, ma sorpresi forse di più dal meraviglioso brano inedito, il gospel “Talk whit God”, la serata è passata veloce.
Quasi due ore ad occhi chiusi, trasportati in atmosfere calde e romantiche, ma anche energiche, come quelle stimolate dall’ultimo brano “Thirty“. Fabio ha animato ed arricchito la serata con la sua timida ironia e, grazie anche al supporto degli altri artisti, ha contribuito a scardinare quel confine invisibile che può crearsi tra palco e platea.

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