di Marco Milano
Squillo di tromba per l’esercito di internauti tutti: 448 Gbit/sec. E’ questo il record raggiunto da ricercatori italiani dell’IstitutoTeCIP (Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna, insieme ai ricercatori del Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) e in partnership con Ericsson. Tecnicamente parlando, si tratta del “primo sistema di trasmissione dati coerente funzionante a 448 Gb/s su doppia portante ottica, inserito in un apparato commerciale di rete in fibra ottica”. In parole povere, la banda larga più veloce mai realizzata. Le previsioni su quale sia la potenzialità di trasmissione dati si sprecano: 20 film in HD, 500 in qualità standard in pochi minuti di tempo da un capo all’altro del pianeta, oltre alla capacità della rete implementata fino a 22.500 collegamenti ADSL a 20 Mbit/s, 7 milioni di videochiamate o 100 milioni di telefonate standard.
I picchi di velocità raggiunti a Pisa sono superiori di ben 4 volte i record precedenti, una prova importante, non la sola, che l’elettronica è pronta a fondersi con la fotonica per padroneggiare la velocità della luce – sostituire gli elettroni con i fotoni è l’idea che muove la ricerca per i computer di prossime generazioni, prevedibilmente più veloci per centinaia di volte e capaci di consumare meno energia, proprio grazie alle proprietà della luce.
Il sistema pisano è stato ufficialmente presentato al Mobile World Congress, a Barcellona, una delle più importanti conferenze internazionali per gli operatori e per le aziende di telecomunicazioni. La scelta di questo congresso è coerente col tentativo, riuscito, del progetto di rilanciare un modello che consolidi il rapporto tra enti di ricerca e industria.
Come spiega l’Ing. Marco Secondini, in un comunicato stampa pubblicato sul sito del CNIT “Di solito vengono presentati lavori a convegni di scienziati e ricercatori. Questa volta è stato diverso, abbiamo messo a frutto anni di ricerca per progettare apparati per le telecomunicazioni di prossima generazione e, grazie al supporto di Ericsson, li abbiamo presentati in occasione di una delle più importanti conferenze mondiali per gli operatori e le aziende di telecomunicazioni. Il forte interesse per i visitatori è stata una soddisfazione, oltre ad un’importante conferma che la ricerca non è uno sfizio per paesi ricchi, ma un ottimo investimento per il futuro”.
Si tratta naturalmente di un risultato che ha, per il momento, ancora le fattezze di una sperimentazione. Ma nei prossimi mesi verrà testato su segmenti di rete installati in tutto il mondo ed essere impiegato nei maggiori sistemi di comunicazione in fibra ottica, entrando nel portafoglio commerciale di Ericsson. Si può prevedere che, inizialmente, questa tecnologia sarà destinata al mercato aziendale su fibra ottica e non agli utenti ‘home’. Infatti il collegamento internet di vecchia generazione non può permettere simili velocità di navigazione e sarebbe quindi necessario migliorare la distribuzione sul territorio di collegamenti a banda larga, ottimizzando così l’attuale quadro infrastrutturale italiano, in cui il nostro Paese spicca per il suo bandwidth divide (il divario relativamente alla banda larga, appunto).
La notizia è intanto musica per le orecchie di adepti elettronici, pronti a rinnovare il loro patrimonio ed arricchire un probabile ‘museo del modernariato jeek’. Con la velocità con cui il museo va riempiendosi, i nerd non hanno pace. Ma con la nuova velocità della rete, forse hanno trovato il loro paradiso informatico.