di Monica Casalini
“Cuccù, cuccù,
l’inverno non c’è più!
E’ ritornato maggio
Al canto del cuccù!”
Così un’allegra filastrocca ci ricorda che dopo l’inverno… arriva maggio. E non è affatto un errato modo di dire. Anticamente le stagioni si dividevano in due grandi periodi: l’inverno, che andava da novembre ad aprile, e l’estate, che iniziava a maggio e finiva il 31 ottobre.
Maggio era quindi il primo mese della bella stagione, il mese della vita che riesplode sotto un sole più forte e più caldo… in una parole il mese degli Dei.
La legge della Natura
Immaginate il mondo antico in cui ogni cosa era governata dal volere di maestose divinità che tutto potevano: c’era una dea per il parto, un dio per le manifestazioni meteorologiche, un altro per le arti e via dicendo. Anche le stagioni erano frutto del loro operato e la rinascita primaverile era un momento molto importante… sacro possiamo dire. Inoltre la vita quotidiana era scandita dal ritmo della Natura: si aspettava una determinata lunazione per il raccolto e si teneva conto delle tempistiche astrologiche prima di piantare qualcosa. Venti e comportamenti animali erano alla base di moltissime decisioni.
Ora, in primavera, il verde rigoglioso si alternava allo sbocciare dei fiori; gli animali si accoppiavano e davano forma alla nuova vita; gli uccellini tornavano a depositare le uova; nascevano gli agnellini, i puledri saltellavano nei campi. E così come la Natura generava nuova esistenza, così – pensavano gli antichi – anche gli Dei si uniscono sessualmente affinché la Terra tutta possa tornare alla vita.
Perciò maggio divenne il mese degli Dei, il momento in cui essi si accoppiano per far sì che gli uomini abbiano di nuovo campi pieni di frutti, giovenche gravide e così via.
La legge Divina
Ben presto l’idea di “Nozze Sacre” si ampliò concettualmente rendendo maggio proibito ai matrimoni terreni: sposarsi in questo mese sarebbe stato un affronto agli Dei e quindi di cattivo auspicio. Ovviamente bisogna chiarire il concetto di “nozze”, termine che, se riferito agli dei, indicava la congiunzione carnale propriamente detta, e non il matrimonio che intendiamo noi oggi.
Le nozze sacre divennero una vera e propria festa e ogni popolo aveva il suo modo di festeggiare. In Babilonia la sacerdotessa della Dea Inanna si congiungeva con il ragazzo più meritevole del popolo: in questo modo i due, che impersonavano Inanna e Dumuzi (il dio pastore), attiravano sulla popolazione e sui terreni la benedizione degli Dei e quindi raccolti abbondanti.
Tra i Celti si festeggiva Beltane con fuochi rituali e danze tribali attorno al palo di maggio. Anche a Roma si tenevano comportamenti libertini durante le Floralia: le feste dedicate alla dea Flora.
Oggi
Vi siete mai chiesti come mai giugno è il mese dei matrimoni? Bè, il motivo è proprio questo: l’eredità dei tempi antichi ha fatto sì che maggio risultasse meno attrattivo attraverso i secoli. Con l’avvento del Cattolicesimo divenne il mese di Maria e in onore alla sua castità anche le donne di un tempo evitavano di sposarsi. Ovviamente al giorno d’oggi ci si sposa quando e come si può… la modernità ha purtroppo (o per fortuna?) cancellato molte tradizioni passate.
Anche nel Neopaganesimo non ci si fa poi così attenzione. Tant’è vero che nelle rievocazioni del Beltane ci sono un druidi e sacerdotesse che sposano le giovani coppie.
Per maggiori informazioni sul Beltane: http://beltane-festival.blogspot.it