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Tesmoforie, o Misteri Eleusini Maggiori

di Monica Casalini

Immaginate di essere nel lontanissimo mondo greco antico. Siete donne e uomini che vivono su una terra di cui non sanno nulla, se non quello che gli viene detto dalla Natura attraverso le sue manifestazioni. Il vostro senso magico e religioso è quindi spiccatissimo perché sarà proprio la vostra capacità di interpretare gli eventi naturali a farvi sopravvivere all’inverno, alle tempeste, alla siccità e alle guerre. D’altronde non avete altri strumenti per conoscere il futuro, se non gli oracoli delle sacerdotesse e la divinazione.
In questa cornice così arcaica e incognita ogni sboccio di fiori, ogni fulmine e ogni capretto nato erano un vero e proprio mistero. Una delle domande più misteriose era questa: perché le stagioni cambiano?
E’ stata proprio questa curiosità a far nascere tutta la mitologia e la splendida storia di Kore/Persefone e sua madre Demetra.
Sei mesi di vita, sei mesi di morte

Kore di-Dante-Gabriele-Rossetti

La bella Kore, figlia della dea Demetra, era la dea della primavera e della giovinezza. Un giorno si trovava in un bellissimo campo di grano ed era intenta a raccogliere papaveri rossi. I suoi lucenti capelli brillavano al sole e il suo corpo emanava energia da ogni poro. L’energia che scorre nella vita in boccio. Tale immagine estatica non poteva che attirare le attenzioni di Ade, fratello di Zeus, che innamoratosi a prima vista della fanciulla non ci pensò su due volte e la rapì per portarla a vivere con sé, nel regno degli Inferi. Durante la sua presenza nell’Oltretomba, Kore aveva ancora la possibilità di fuggire, ma l’abile Ade gli porse un melograno per farla ristorare un po’ e appena Kore l’addentò, fu subito prigioniera nelle eterne terre della Morte. Il melograno era infatti il cibo dei morti e una volta mangiato, nessuno poteva più fare ritorno fra i vivi.
Demetra disperata cominciò a cercare la figlia in ogni angolo del mondo e non trovandola da nessuna parte minacciò di sospendere la vita vegetativa sulla Terra. Da quel momento nessun fiore sbocciava più, nessun campo dava frutti e l’umanità rischiava di morire di fame. Zeus preoccupato decise di intervenire; scese negli Inferi e convinse Ade a lasciar andare Kore per metà dell’anno. Così Kore tornò in vita e acquisì il nome di Persefone (il nocciolo). Per sei mesi Persefone poteva vivere sulla terra con sua madre ed espletare il lavoro vegetativo tra primavera ed estate. Poi, in autunno, tornava sottoterra dal suo sposo e lì rimaneva quale Regina Infera fino alla fine dell’inverno. Erano nate la stagioni.
Il nome Kore significa “giovane”, mentre Persefone, come abbiamo visto, vuol dire “nocciolo”: è la metafora della terra che rimane sterile per tutto l’inverno e che torna poi a far germogliare i semi in primavera. Demetra (da De Meter = Terra Madre) è la Dea Madre che genera ed evolve in primavera, ma privata della figlia “vitale” perde tale capacità e diviene sterile e fredda. La terra ctonia che lascia giacere i morti (l’inverno) per poi farli rinascere a nuova vita (la primavera).
La discesa di Kore è perciò un momento di stasi in cui ciò che è stato si prepara a tornare. La Natura ci insegna che tutto è ciclico, anche la vita terrena, perciò l’antico concetto di reincarnazione è insito in ogni avvenimento, che è parte del suo grande disegno cosmico.
Misteri Eleusini
Ceres, with Grain and Serpents (National Museum, Terme, Italy)

Ad Eleusi si tenevano grandi feste misteriche in onore dei due momenti mistici: primavera e autunno. In primavera si tenevano le Antesforie, cioè i Misteri Minori. Ma in occasione dell’equinozio autunnale si svolgevano le Tesmoforie, ovvero i Misteri Maggiori. Per partecipare ai festeggiamenti venivano da ogni parte del mondo antico e tutti portavano doni e offerte. I rituali in sé erano di natura misterica (venivano indicati sul calendario celebrativo con il termine “ta mysteria”), perciò segreti e riservati alla sola casta sacerdotale (probabilmente solo femminile, anche se con l’arrivo dei Dori è possibile che ci siano state imposizioni maschili).
Dei rituali in sé non sappiamo nulla o quasi. Le uniche fonti parlano di tre momenti chiave:
Légomena, cioè le “cose dette”: si recitavano formule magiche e preghiere.
Drómena, cioè le “cose dette”, ovvero le azioni rituali compiute come le decorazioni, le danze, le vesti, i gioielli, e i tatuaggi eseguiti per sigillare il passaggio di trasformazione a cui l’iniziato era sottoposto.
Deiknumena, cioè gli “oggetti sacri”. Si trattava di strumenti magici la cui visione era riservata esclusivamente ai partecipanti al rito. Il fatto di contemplarli era un onore e serviva ad entrare nella fase meditativa con la quale si poteva raggiungere il più alto grado dei Misteri.
Conclusioni
Erodoto racconta che: «Furono le figlie di Danao a portare dall’Egitto questo rito iniziatico e insegnarlo alle donne pelasgiche. In seguito, dopo che i Dori scacciarono l’intera popolazione dal Peloponneso, questo rito scomparve; dei Peloponnesi solo gli Arcadi, che erano rimasti senza migrare, lo conservarono.»
Insomma i Misteri Eleusini nacquero in Medio Oriente, passarono per l’Europa Centrale e furono introdotti nella religione Romana. Si trasformarono nel corso dei secoli fondendosi con le cerimonie nordeuropee di Mabon prima e con quelle dei Santi cattolici dopo.
Perciò ogni volta che appendiamo le pannocchie secche per decorare la casa a fine estate; ogni volta che partecipiamo alle sagre autunnali o ci fermiamo ad ammirare la bellezza sconcertante di una foglia che diventa color rosso sangue poco prima di lasciare il suo ramo, anche noi stiamo facendo parte di quella celebrazione archetipica che sentiamo dentro come un senso di appartenenza più grande.
Persephone and Demeter (Susan Seddon-Boulet)

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