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Liberate Ai Weiwei!

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Ai Weiwei è uno degli ultimi artisti vittima della spietata censura del governo cinese, non disposto a tollerare dissensi interni rispetto alla propria politica ultra-capitalista che considera la libertà individuale un pericoloso ostacolo da eliminare a qualunque costo. Inesorabile anche la censura sulla rete, che filtra contenuti, parole e immagini che possono “sobillare” il popolo contro il governo in nome della “libertà”. Ai Weiwei è un architetto, attivista, da sempre impegnato con le sue opere artistiche a dare voce al dramma della popolazione cinese. È uno dei firmatari della Charta 08, il documento del premio nobel per la pace Liu Xiabo, ed è diventato un punto di riferimento per la comunità artistica internazionale.

Ai Weiwei è stato arrestato all’aeroporto di Pechino lo scorso 3 aprile, mentre cercava di lasciare il paese. Il motivo del fermo da parte del governo cinese è che Weiwei avrebbe commesso dei “crimini fiscali”, da allora di lui si è persa ogni traccia. Da giorni artisti e istituzioni internazionali si stanno mobilitando per la sua liberazione, così sulla facciata del Tate Museum di Londra è stata esposta la scritta : “Realease Ai Weiwei”.

Si trova a Parigi l’architetto e scultore inglese di origini indiane Anish Kapoor per presentare la sua ultima opera ‘Leviathan’ che ha deciso di dedicare ad Ai Weiwei. “Bisogna fare qualcosa per Ai Weiwei – ha detto l’artista in un’intervista a LiberationI musei potrebbero organizzare una giornata di sciopero generale in suo favore. Dobbiamo trovare i modi per promuovere il movimento per la sua liberazione. E’ estremamente importante”. Secondo Kapoor “dagli anni ’70 gli artisti e gli scrittori erano perseguitati e imprigionati in Unione Sovietica: era la stessa cosa. Ora sappiamo che tanto non funziona”.

“Non conosco Ai Weiwei personalmente, ma come artista originario di un Paese vicino che ha più di un miliardo di abitanti sono a maggior ragione più sensibile a questa ingiustizia. Impediremo a un miliardo di persone di esprimersi? E’ ridicolo!”. E ha concluso: “Il governo cinese sostiene che si tratti di un affare interno. Si sbaglia: ci coinvolge tutti. Nessuno può privare gli artisti del diritto di esprimersi e della loro libertà”.

Petizione italiana dell’Associazione Pulitzer
Petizione Internazionale

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