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La musica ristretta

di Mario Masi
Le questioni della devianza e del disagio giovanile sono affrontate sempre più frequentemente non andando in molti casi oltre una certa patina teorica-retorica. L’Associazione Liberi Onlus con il progetto ‘Liberi per Sempre’, patrocinato dal Ministero della Gioventù, ha cercato di andare oltre il rischio di autoreferenzialità sociologiche dando una voce e un volto ai minori ristretti all’interno dei penitenziari e raccogliendo in un libro, un dvd e un album, la testimonianza diretta di chi vive un forte disagio sulla propria pelle.
Il cantautore Alberto Mennini racconta l’esperienza del suo tour negli Istituiti Penali per Minorenni: “L’emozione che si prova incontrando questi ragazzi è sempre fortissima. E’ stato un percorso intenso, a volte difficile per il contesto nel quale ci siamo trovati, ma sicuramente ricco di emozioni, quelle che abbiamo provato suonando per i minori ristretti e quelle che siamo riusciti a suscitare loro, coinvolgendoli attraverso la musica e facendogli togliere quelle maschere esteriori che spesso non sono quelle dei loro sogni e del loro vero sentire.”
Mennini canta le emozioni di tanti ragazzi che non hanno avuto la fortuna di avere una adolescenza serena, ai quali spesso è mancato un modello di riferimento o che comunque provenivano da una realtà difficile in cui la normalità è sinonimo di illegalità: “Per alcuni il carcere diventa un’ancora di salvezza, un posto nel quale sono al sicuro, lontani da quelle dinamiche, anche familiari, che spesso li portano a compiere atti criminosi”. Il dvd con le testimonianze dei minori e l’album, fatto di un buon solido rock, duro e asciutto, sono stati stampati in 10.000 copie destinate alle scuole superiori, l’ultima incontro è stato con i ragazzi l’Istituto di istruzione Superiore “E. Fermi”. di Montesarchio (Benevento). “L’idea di portare questa esperienza all’interno delle scuole – spiega Mennini –nasce dalla volontà di sensibilizzare i ragazzi rispetto alle tematiche relative la devianza giovanile nella speranza che capiscano il messaggio che i loro coetanei detenuti gli hanno lanciato, attraverso il documentario, facendone tesoro e comportandosi di conseguenza. Nelle prime tappe del tour ho notato, da parte dei ragazzi, un particolare interesse rispetto alle tematiche trattate e la consapevolezza di dover essere responsabili delle proprie azioni e di dover pagare per gli errori commessi.”

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