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L'amore è… una ricetta

di Annalisa Sofia Parente
 
Ne parlano poeti e cinici, cioccolatini e scritte sui muri.
Come se fosse una persona, come se vivesse in un corpo grasso o magro, alto o basso, claudicante o baldanzoso, scuro o pallido, delicato o rozzo.
Un sesso dominante lo caratterizza, ma senza farne né donna, né uomo. È frutto di un mistero dei secoli, di una costruzione laboriosa, di un impeto primordiale, di un processo evolutivo.
Eppure io voglio immaginarlo come la creatura nata da una ricetta.
Potremmo spulciare tutti i taccuini delle nonne e delle mamme, tutti i libri e siti di cucina, ma nessuna pagina e nessun link ci svelerebbero questo prodigio.
Perché ogni ricetta d’amore nasconde dosi ed ingredienti diversi. Al bar con le amiche o sotto alla doccia della palestra, donne e uomini si scambiano (chi più chi meno) i loro ingredienti segreti o quelli che forse non sono stati ben conservati e per questo andati a male.
Ma scambiarsi una ricetta non basta a rendere il frutto di quelle istruzioni dettagliate un piatto vincente.
Ognuno di noi può dire la sua, dopo intere provviste gettate nel secchio dell’umido, dopo pagine di taccuino strappate, dopo dita bruciate e guantoni da cucina appesi allo stipite.
Bastano 150 grammi di dolcezza in più, 200 grammi di paure in meno, una spruzzata di autostima, 2 cucchiai di orgoglio, un pizzico di ironia, mezzo chilo di passione… e poi ancora ad aggiungere e togliere, setacciare , mescolare, infornare, caramellare, indorare, conservare.

Sempre un po’ alla volta, sempre con un grembiule corazza che possa salvarci da macchie indelebili, sempre con gli occhi ben liberi dal fumo.
E quando sembra che tutto funzioni, può accadere che quel pasticcio amorevole smetta di crescere, all’improvviso.
E allora si prende il libro della propria vita e si comincia a sfogliarlo con ansia per cercare quella pagina lontana dove avevamo lasciato un sorridente appunto con dosi, procedimenti e qualche cuore.
‘Avrò sbagliato in qualcosa, forse con questo o con quell’ingrediente’ ripetiamo a noi stessi.
Ma a volte nulla si è sbagliato. E’ accaduto, semplicemente. Come una torta che smette di lievitare, un amore smette di nutrirsi per l’altro. Diventa una crosta bruciata fuori e ancora immaturamente liquida dentro.
E allora che si fa? Un secchio, 2 kg di rabbia e 3 litri e mezzo di lacrime…
Ma quella è un’altra ricetta e nessuno desidera impararla.

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