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La bimba prodigio di 80 anni

di Cristina Plevani
Non sono mai stata un’alunna modello, anzi. Bocciata due anni: prima superiore a giugno e terza superiore a 24070_382134648395_5184472_nsettembre. Ero la bimba prodigio che sarebbe andata a scuola fino a 80anni (questa frase detta dai miei mi tuona ancora nella testa).
Ero falsamente attenta, il cervello mi si divideva in due durante le lezioni: una parte ascoltava e l’altra andava su qualche nuvoletta a fantasticare.
Il primo quadrimestre era un optional: perchè studiare quando posso recuperare tutte le materie facendomi un culo quadro gli ultimi mesi di scuola?! Mia madre si vergognava come una ladra tutte le volte che andava ai colloqui generali. Io vedevo i sorci verdi quando tornavamo a casa. Si trasformava in Bruce Lee e via di cinquine, poi arrivava mio padre e iniziava il periodo di castighi: non guardi la tv, non esci di casa, non usi la bicicletta nuova.
C’è da dire che dopo la passata vescovale diventavo diligente, per un paio di mesi almeno. E il bello è che ero sempre rappresentante di classe. Nonostante tutto questo, a settembre ero sempre ben contenta di iniziare la scuola. Mentalmente partivo carica, gasata e con la voglia di fare. La mia incostanza cronica però prendeva il sopravvento. Questa voglia di iniziare m’è rimasta. Ogni anno mi viene voglia di riprendere in mano i libri. Ogni anno mi informo sulle varie facoltà. Ogni anno ho la voglia di sedermi ad un banco per seguire le lezioni.

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