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HomeCultura&SpettacoloSalotto Bukowski in scena al Quirinetta. L'intervista a Jacopo Ratini

Salotto Bukowski in scena al Quirinetta. L'intervista a Jacopo Ratini

A due anni dal debutto torna in scena il Salotto Bukowski, uno spettacolo già ospite a festival letterari e musicali come Caffeina Festival e Musicultura, che nasce da un’idea del cantautore e scrittore romano Jacopo Ratini. Ad accoglierlo stavolta il palco di un Teatro Quirinetta sold out. La performance, utilizzando l’arte del reading di brani, poesie e racconti, vede fondersi in teatro, elementi letterari e musicali, omaggiando uno degli scrittori statunitensi più crudi e diretti, Charles Bukowski. Sul palco, insieme a Ratini, una new entry, la scrittrice e attrice Chiara Spoletini, la meravigliosa voce di Gianmarco Dottori e un eclettico Luca Bellanova al piano. Abbiamo chiesto a Jacopo di raccontarci qualcosa in più su questo splendido progetto.
Da quali idea nasce lo spettacolo?
Il Salotto Bukowski nasce per due motivi essenziali. Il primo è quello di rendere omaggio e di far riscoprire al pubblico la poetica di Charles Bukowski e quella di tutti i cantautori che hanno reso grande la storia della musica d’autore italiana. Il secondo motivo è ridare lustro all’arte del “Reading”, la lettura ad alta voce di componimenti poetico/letterari di fronte ad una platea.
Quali sono gli aspetti nuovi rispetto al precedente?
In primis l’inserimento dell’attrice Chiara Spoletini che dà voce all’anima femminile di Bukowski ed interagisce, in più momenti, con me sul palco. In secondo luogo, l’introduzione di nuove poesie e nuove canzoni che danno maggiore sostanza, fluidità e compiutezza allo spettacolo.
Secondo te quali aspetti di Bukowski sono meno noti al pubblico?
Credo che le poesie che porto in scena siano quelle meno note al pubblico bukowskiano. Quelle che rendono “Chinaski” il poeta intenso, graffiante, lacerato e profondamente lucido che amo e stimo infinitamente. Perché Charles Bukowski non è solo alcol, sesso, puttane e cavalli, come molti credono. Pensare a lui come ad un rozzo misantropo e maschilista è un visione troppo riduttiva ed approssimativa. Dietro al Salotto Bukowski ci sono uno studio ed una ricerca durati anni. Per questo sorrido quando vedo i social network inflazionati da sue citazioni superficiali e troppo spesso inesatte.
Cosa è cambiato in questi anni nella tua vita professionale?
Sicuramente il modo di scrivere canzoni, più attento e ricercato, e il mio rapporto con il pubblico. C’è sempre più gente ai mie spettacoli (vedi il sold out del mese scorso all’Asino che Vola e quello di ieri sera al Quirinetta) e avverto un grande rispetto ed una grande stima nei miei confronti da parte di chi mi ascolta. Tutto ciò oltre a riempirmi l’anima e il cuore è un carburante motivazionale e produttivo per il lavoro che svolgo quotidianamente.
di Marina Capasso
Foto di Matteo Nardone

 

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