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La scienza delle serie tv. Quanto c'è di credibile?

Tra risse in tv pro-contro vaccini, pro-contro OGM, facendo zapping non è difficile rifuggire in programmi che riportano la scienza in una dimensione meno ostile e urlata, e sicuramente più accattivante.
La lista delle serie Tv che offrono al grande pubblico un’occasione di incontro con la scienza inizia a diventare davvero lunga: professori di chimica che cucinano e spacciano anfetamine, incontri con alieni e universi paralleli, viaggi nel tempo, medici in corsia con atteggiamenti da sciamano.
Ma quanto c’è di vero e corretto nella scienza raccontata nelle serie tv?  La Scienza delle serie Tv di Andrea Gentile vuole rispondere a questa domanda. L’impresa non sembra affatto facile, non perché l’operazione di debunking delle sceneggiature sia particolarmente complicata – soprattutto per chi ha familiarità col mondo della scienza –  ma bisogna tener conto anche di quanto il linguaggio delle serie sia nel frattempo cambiato e abbia in qualche modo sfruttato i temi scientifici per inventare nuove forme di narrazione.
Serial storici, entrati ormai di diritto in un empireo del mondo nerd come UFO (1975), Spazio 1999 (1977), Star Trek (iniziata nel 1966) o i più recenti CSI (2000-2015), XFiles (1993-2016), quasi sempre usano il veicolo della fantascienza, mentre nuove e più recenti  format hanno tentato formule inedite, alcune con un plateale successo.
 
Andrea Gentile ha scelto 13 serie in particolare, un’equilibrata selezione tra almeno due generali ere televisive riconoscibili. Ci sono grandi classici, come per esempio Doctor Who e i relativi viaggi nel tempo, Star Trek e le traversate della nave spaziale Enterprise, Battler Star Galactica e la vita artificiale. L’analisi non può certo definirsi completa senza passare per le serie che hanno rinnovato il genere e i linguaggi della Sci-Fi, arricchendola con varianti non sempre fantascientifiche, come l’imprescindibile Breaking Bad (andata in onda dal 2008 al 2013) e la sua chimica coinvolta in intrighi molto terreni e carnali, o la scienza delle indagini di True Detective (2014), senza by-passare gli universi paralleli di Fringe (2008-2013).
 
Verdetto? La scienza delle serie tv è complessivamente credibile e accurata, anche perché per raggiungere una qualità elevata, e accontentare quindi spettatori estremamente esigenti, i produttori si avvalgono spesso di consulenti esperti che passano al setaccio le nozioni di scienza usate per mettere in scena fenomeni reali o teorici – quando si sconfina cioè nella fantascienza – e che a volte hanno addirittura carta bianca per modificare ad hoc gli script, se le informazioni usate per il racconto non sono proprio rispettose delle leggi di natura.
Una relazione così forte tra scienza e fiction si può in realtà già rintracciare nei primi esperimenti di fantascienza televisiva: è ormai cosa nota che Star Trek ha ispirato e molte volte azzeccato le moderne tecnologie, dagli smartphone alle video chiamate, senza contare un’intera generazione di astronauti incantati dal Dottor Spock.
Questa pratica di controllo e verifica delle informazioni così accurata e disciplinata, è però una tendenza che è iniziata forse solo circa vent’anni fa, da quando cioè un gruppo di matematici del MIT iniziò a scrivere le storie per un cartone animato che avrebbe innescato una nuova rivoluzione pop-mediatica, I Simpson. A questo proposito, La Scienza dei Simpson, è il libro che qualche anno fa il giornalista scientifico Marco Malaspina ha dedicato interamente a scandagliare la scienza di cui sono infarcite le avventure della famiglia gialla. Oltre al libro di Malaspina, diversi saggi si sono in qualche modo avvicinati a questo nuovo paradigma televisivo, sempre più pervasivo, come Pensare Lost di Roberto Manzocco, anche se più incentrato su un’interpretazione filosofica del telefilm creato da JJ Abrams.
Il libro di Gentile, tuttavia, ha l’indubbio merito di aver iniziato un percorso più organico, tracciando una rete invisibile tra telefilm che altrimenti non riuscirebbero a dialogare, come True Detective e il Trono di Spade, The Big Bang Theory e True Blood, oltre ad aver radiografato per la prima volta il nuovo vocabolario dei prodotti televisivi – in realtà sempre più simili a uno standard cinematografico – certificandone la qualità.
“La Scienza delle serie tv” non solo è interessante per gli appassionati serial e scienza, ma diventa anche in qualche modo una speranza per vedere replicati successi del calibro di Breking Bad: la scienza è un’ottima protagonista, e fa audience. L’importante è che ci sia sempre qualcuno che ci dica cosa è meglio non rifare a casa…
di Marco Milano
Andrea Gentile, La Scienza delle serie tv, 2016, Codice Edizioni, p. 176, euro 18

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