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Cammariere, Paoli, Rea in "un attimo senza fine" all'Arena Flegrea di Napoli

Il grande teatro all’aperto dell’Arena Flegrea nella Mostra d’Oltremare ritorna protagonista dell’estate musicale napoletana. La storica Cavea di Fuorigrotta, progettata da Giulio De Luca nel 1939, con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo diviene scenario ideale di eventi musicali d’eccezione. Ieri sera è stata la volta di tre grandi artisti , Sergio Cammariere, Gino Paoli e Danilo Rea. Ad aprire il concerto una delle band più interessanti della scena musicale partenopea, Gnut Folk Quartet. Convincenti i brani tratti dall’ultimo lavoro discografico, Domestico. Particolarmente apprezzate “Solo una carezza” e L’ammore ‘o vero”, scritta da Alessio Sollo, frutto di una collaborazione con il sassofonista Daniele Sepe e contenuta nell’album Capitan Capitone e i Fratelli della Costa. Un’ anima blues e cantautore di razza, Claudio Domestico, accompagnato sul palco da Marco Caligiuri alla batteria, Valerio Mola al contrabbasso e Gianluca Capurro alla chitarra elettrica e cori.
Tra le gradinate di travertino illuminate dai riflessi della luna il pubblico applaude all’ingresso sul palco del pianista jazz Danilo Rea che incanta con il suo elegante virtuosismo e un medley che parte da “Quanno chiove” di Pino Daniele, “Here comes the sun” dei Beatles, al “Pescatore” e “Boccadirosa” di Fabrizio De Andrè. Rea che nella sua carriera ha suonato con solisti come Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano e vanta collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Domenico Modugno, Adriano Celentano, da tre anni ha dato vita ad un apprezzato progetto in duo con Gino Paoli. Ed è lui ad accompagnare con le sue note impervie il poeta, mentre ripropone alcune delle sue più belle canzoni. Poesie musicate che attraversano indenni il tempo restituendo ogni volta la stessa emozione straniante. In un’atmosfera sognante e intimista Paoli canta “Che cosa c’è”, “Sapore di sale”, “La gatta”, “Fingere di te” che dichiara essere “una di quelle che ama di più”. E poi ancora “Una lunga storia d’amore”, “Ti lascio una canzone” e la struggente “Albergo a ore”.
Poi è la volta di “un cantautore piccolino confrontato a Paoli Gino”, Sergio Cammariere. Ad accompagnarlo sul palco Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e Daniele Tittarelli al sax. Cammariere si siede al pianoforte e parte in questo viaggio nel tempo scandito dalle note toccate dalle sue dita. Comincia con il romantico tango “Spiagge lontane”, seguita da brani come “Sorella mia”, “Le porte del sogno”, “Tutto quello che un uomo” (Premio della Critica nel 2003 a Sanremo) cantata con il pubblico che poi reclama a gran voce “L’amore non si spiega”. Cammariere li accontenta. Brillante talento compositivo e interprete sensibile, oltre che straordinario arrangiatore, Cammariere per la prima volta sul palco con Gino Paoli e Danilo Rea rende omaggio a Napoli e all’amato poeta Libero Bovio con “Passione” e “Reginella”. Un pensiero corre anche al compianto Pino Daniele con l’intensa “Napul’è”. Emozionante l’esecuzione dei brani di Luigi Tenco “Vedrai”, “Un giorno dopo l’altro”,“Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, “Il Poeta” di Bruno Lauzi, ma soprattutto “Il nostro concerto” dell’immenso Umberto Bindi.
Degna chiusura con l’indimenticabile canzone d’amore “Senza fine”. Due ore e mezza di spettacolo come “un attimo senza fine”.
di Anna Esposito
foto di Mario Donatiello

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