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Teatro Stanco, il debutto di Michele Capuano al Testaccio di Roma

Teatro Stanco nasce dall’idea di Michele Capuano, giovane e talentuoso attore salernitano trasferito ormai a Roma da anni. Lo spettacolo ha debuttato ieri sera al Teatro Documenti di Testaccio e sarà in scena fino a domenica. Per l’occasione ci siamo fatti dare un po’ di dettagli da lui.
Quali sono le suggestioni che hanno fatto nascere lo spettacolo e quali i messaggi che trasmette?
L’idea de Teatro Stanco nasce dall’esigenza, di dar vita ad alcuni personaggi-concetti che agiscono quotidianamente nella nostra vita. Idea concepita anni fa che, tra piccole variazioni e ulteriori accortezze, ha trovato un suo sviluppo concreto nella primavera 2016. Nel lavoro abbiamo cercato di dare un nome, un’età, e delle attitudini a quei media di cui ogni giorno ci nutriamo: il cinema, la televisione, il teatro, la commedia e la tragedia non sono poi così distanti da noi ma, anzi, sono più umani di quel che può sembrare. Lo spettacolo, con una messa in scena a tratti realistica e a tratti grottesca, vuole mostrare da un lato i conflitti, gli intrighi e le strategie, dall’altro le fragilità e la verità che si cela dietro le maschere che questi personaggi indossano. Non c’è un vero e proprio messaggio, c’è piuttosto una riflessione, sul nostro tempo e sulla nostra società. Una società di corsa, una società frenetica dove non c’è più il tempo nemmeno per godersi un caffè.
Ci racconti qualcosa su Edoardo, il personaggio che interpreta.
Il personaggio di Eduardo è una personificazione della Commedia, in tutte le sue forme. La scelta del nome non è di certo casuale. In lui vedo molte sfaccettature del mio carattere, a tratti lo sento non molto lontano da me. Nella storia vive un conflitto molto forte col suo passato che si trascina nel presente, che lo fa essere in perenne movimento in continua ricerca di qualcosa.
Chi sono i suoi colleghi e quali ruoli impersonano?
Il lavoro ha trovato un suo sviluppo soprattutto grazie ad un’affiatata squadra di attori e collaboratori. Il progetto ha visto partorire i suoi primi frutti attraverso un lavoro corale sul testo e in seguito di improvvisazione. Sei i personaggi in scena: Eduardo, William, Raimonda, Augusto, il Maestro e Webby. Sono tutti personaggi metaforici, ma dotati di carne ed ossa. Personaggi che vivono disagi, conflitti e ripensamenti. Tutti gli attori della compagnia hanno saputo trovare la verità del loro personaggio, ne hanno smascherato i bisogni più profondi e sviluppato le loro maschere pubbliche. Ogni attore si è divertito e ha giocato con il suo personaggio trovandone l’autoironia e la forza.
Che progetti ha e avete per il futuro?
I progetti per il futuro? Come dice il maestro “troppe aspettative non portano mai a nulla di buono”, ma la volontà e il desiderio di continuare a lavorare sullo spettacolo e portarlo in giro è sicuramente un obbiettivo. Al momento siamo in attesa di alcune risposte e abbiamo già ricevuto delle proposte, ma non sveliamo niente per scaramanzia! Il team di lavoro è affiatato e ricco di passione, lo spettacolo può e deve ancora crescere, noi siamo pronti a danzare con lui.
di Marina Capasso

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