di Maria Rosaria De Simone
Numerosi episodi di cronaca nera vedono coinvolto sempre più spesso l’universo femminile. Bimbe, ragazze appena sbocciate all’adolescenza, giovani donne ed anziane divengono vittime di atroci violenze, sia fisiche che psicologiche.
Storie di agghiaccianti crudeltà che giungono alla conoscenza della cronaca, purtroppo solo quando è ormai troppo tardi per intervenire.
Una violenza che si riversa su di loro senza una vera motivazione, se non forse quella di un rancoroso vissuto,che spinge l’uomo ad aggredire, a molestare, a violare il corpo di una donna, per imprimere la verga della propria volontà, plagiandone anche l’anima e rendendola senza forze, senza vita, senza più alcun desiderio di combattere.
Donne, quante donne possono raccontare un’esperienza di violenza subita.
I dati Istat, le varie indagini effettuate lo dichiarano senza ombra di dubbio.
Ed i confini della violenza non sono più solo identificabili nei meandri di una società che vive ai margini, nella povertà e nell’abbandono culturale.
La violenza dilaga, rompe gli argini e si insinua molto sottilmente anche nelle classi sociali più elevate, dove la cultura dovrebbe aver sensibilizzato ed ingentilito le coscienze.
A volte è più facile coglierne la presenza tra le persone più disagiate e forse è più difficile stanarla tra le persone di classi socialmente più elevate.
Ma un fatto è acclarato: la violenza nei confronti del mondo femminile non conosce confini, differenze sociali, culturali ed etniche.
E’ abbarbicata ovunque, distillata e ben confusa nelle pieghe della vita quotidiana.
E’ difficile per le donne rompere le catene sottili e taglienti della violenza che subiscono, e purtroppo, spesso, le loro vicende finiscono in tragedia.
I dati Istat riportano che, solo nel 2009, ci sono stati 119 omicidi di donne e, nel 2010, il numero di vittime non è di certo inferiore.
Sono nate negli ultimi anni tante leggi di tutela, sia per violenze subite in ambito familiare, sia per quelle che provengono da stalker, che possono essere ex conviventi, ex fidanzati o persone assai moleste e pericolose.
Sono nati centri anti violenza, osservatori, centri di assistenza.
Ma tutto questo sembra non bastare: gli episodi di violenza aumentano in maniera inversamente proporzionale alle leggi.
E nonostante la overdose di leggi, la loro applicazione resta assai difficile.
Una nuova realtà ora va ad inserirsi tra le opere di contrasto del fenomeno della violenza sulle donne. E’ nata la prima rete nazionale contro lo stalking,“LIGHTONSTALKING”, fortemente voluta dall’avvocato Nicky Persico, sostenuto da Paola Balducci, conosciuta per la sua grande dedizione e ed attenzione nel combattere la violenza sulle donne. Accanto a loro, una rete di collaboratori e professionisti, provenienti da vari ambiti culturali, come la vice presidente del gruppo, Francesca Baleani, sopravvissuta ad un brutale tentativo di omicidio da parte del suo ex marito e il giornalista Beppe Stallone, di Antenna Sud.
Nichy Persico spiega le ragioni della nascita di tale rete: “Nel 2008, prima del varo della attuale normativa che ha inserito il reato di stalking nel nostro ordinamento, era stato creato il gruppo facebook “LIGHTONSTALKING”. La formula è stata quella dell’auto-aiuto.Questo gruppo è stato di aiuto a tantissime vittime. Talvolta con appelli e ricerche di contatti, specialisti o professionisti, sul territorio.
Nel baratro di isolamento e paura in cui sovente si ritrovano le vittime (molto spesso letteralmente imprigionate in quella ‘gabbia invisibile’ che lo stalker tenta di costruire intorno a chi sta cercando di distruggere, diffamandola abilmente, spaventandola, facendola sentire ingiustamente in colpa, pressandola psicologicamente, minacciandola, ricattandola con mezzi sottili e invisibili all’esterno) anche una piccola cosa – come ad esempio un gruppo di questo tipo – può fare la differenza. A volte può servire, anche, ad iniziare il percorso per uscirne.
“Gabbie invisibili” è il titolo di uno speciale sull’argomento, a cura del giornalista Beppe Stallone, per Antenna Sud, che è sempre stato molto vicino al gruppo.
Al gruppo si sono unite, nel tempo, molte persone: professionisti, psicologi, criminologi, esponenti delle forze dell’ordine, dell’informazione. E tante, tantissime vittime di questo odioso fenomeno.
Oggi, sulla scorta di tutto questo, nasce, sotto forma volutamente di Comitato, un organismo che trasporta e ripropone nella realtà questa formula: un aiuto efficace e concreto attraverso il contatto tra persone. E soprattutto un riferimento per chi si ritrova ancora chiuso in quella ‘gabbia invisibile’.
Il Comitato sarà la base di partenza per tutte le iniziative che via via si riterranno opportune e necessarie.
Lo scopo principale è la sensibilizzazione e la divulgazione di informazioni su reali aspetti e forme dello stalking, per contrastare il fenomeno della indifferenza inconsapevole, che spesso è – di fatto – una delle armi principali nelle mani dello stalker.
Per iscriversi è necessario compilare e spedire un modulo reperibile su facebook al seguente link: http://www.facebook.com/group.php?gid=95229387646 (o digitando, nel campo ricerca, la dicitura “Comitato “LIGHTONSTALKING” – SEDE WEB BASED”).
Il simbolo del Comitato è un nastrino giallo.
foto: adnkronos
Non è possibile che una realtà drammatica come questa venga ignorata. Grazie per quello che fate e che farete, bisogna divulgare e svegliare le coscienze di tutti.
Lo stalking è un rischio che chiunque può correre, OVUNQUE.
SONO LA MAMMA DI ROSSANA WADE, LA RAGAZZA CHE è STATA ASSASSINATA IN PRVINCIA DI PIACENZA IL 2 MARZO 1991, QUASI 20 ANNI ORMAI MA LA GIUSTIZIA HA PREMIATO L’ASSASSINO E DIMENTICATO ROSSANA LEI NON CONTA NULLA QUESTA è LA VIOLENZA PIù GRANDE CHE UN GENITORE DEVE SUBIRE, CHE VERGOGNA NON NE POSSIAMO PIù, QUESTO è ERGASTOLO MA LODEVE FARE L’ASSASSINO NON I FAMIGLIARI DELLE VITTIME
Oltre al dramma delle tante vittime c’è, purtroppo, anche quello segnalato da Letizia, il ritardo dellla politica e del mondo giuridico nell’accorgersi del problema stalking (e di quello per alcuni aspetti contiguo, della pedofilia). Speriamo che siano rapidi nel recuperare il ritardo e che iniziative come questa dell’Avv. Persico servano di stimolo ai tecnici per meglio fronteggiare questa reale emergenza sociale.
Credo non sia da sottovalutare, nella sottostima del problema, il ruolo che gioca la disinformazione, la mistificazione che si osserva sul web da parte di tanti siti, blog e falsi profili Facebook, che negano la violenza di genere e la pedofilia.
In tempi di massificazione dell’informazione, dove è la quantità più che la qualità quella che incide maggiormente sul formarsi dell’opinione da parte di tanti, tutta questa mis-informazione se non è istigazione, apologia della violenza, ci porta molto molto vicini a queste categorie.
Chi ne ha i poteri intervenga per bloccare questi soggetti.
Sono pienamente concorde con ciò che asserite.
E’ giunto il momento di non contare più solamente le vittime, ma di introdurre il dito nella piaga della violenza folle che colpisce troppe donne.
Pia, hai ragione, è ora che si parli della problematica, non spettacolarizzando il problema.
Letizia, è vero, l’assassino di tua figlia non ha avuto la giusta condanna e so che tu sei in prima linea per chiedere la certezza della pena. Sei una donna coraggiosa che cerca la forza di vivere e di combattere ogni giorno. Se il direttore me lo consentirà, ne parlerò in uno dei prossimi articoli.
Andrea,hai toccato una questione seria…esiste una sottile e pericolosa visione ‘negazionista’ riguardo alla violenza contro le donne anche di fronte a dati evidenti. I negazionisti si appoggiano al fatto che moltissime denunce da parte di donne, poi non trovano un seguito processuale e leggono tale dato dicendo che le donne mentono, che accusano i partner o gli ex per il solo scopo di vendicarsi.
La questione però, come dici tu, non è in questi termini e spero di approfondire in seguito pure questo aspetto….
Vi ringrazio dei vostri bei commenti….e spero che continuiate a seguire.
Buongiorno a tutti,
sono Imma Giuliani, caporedattrice della sezione e presidente di Progetto Vittime, associazione che si occupa proprio del processo di cura di chi ha subito reati violenti. Ogni iniziativa in tal senso è fondamentale, ma il cambiamento deve essere di natura culturale: diffondere per mettere al centro chi subisce e non chi commette. La cultura occidentale è assai carente da questo punto di vista. Non importa il reato, uno Stato moderno deve necessariamente prendersi cura dei suoi cittadini e non lasciarli soli di fronte al mostruoso sistema che impedisce un percorso catartico. Occuparsi di chi sta male E’ UN DIRITTO che esige chi sta male e non un’azione superflua. Condannare un colpevole, non è sufficiente (quelle poche volte che si fa). Serve un vero e proprio aiuto.
la violenza in questi anni ha preso piede in maniera sconcertante nella nostra società e lo stato è carente. Non garantisce la giustizia e nemmeno la protezione idonea in casi di violenza. in questo grande buco sociale, che coinvolge ognuno di noi, la nascita di una rete nazionale fatta di volontari è un toccasana per chi è vittima. E’ altresì importante informare sull’entità del problema che è molto più ampio della percezione che la gente comune ha. Le persone sono divenute quasi impermeabili alle notizie di cronaca e la paura fa sì che spesso non ci si occupi abbastanza di problematiche serie, volendole tenere lontane dalla propria realtà per paura. Sveglairsi dal “sogno!” che tutto ciò non ci appartiene è una precisa responsabilità di ognuno di noi, perchè la violenza è un fatto che non esclude nessuno e che coinvolge o può coinvolgere ognuno di noi. Grazie per tutto quello che fate
Concordo con tutte ! mi auguro ke questa battaglia possa smuovere la coscienza di molti ke sia introdotta LA CERTEZZA DELLA PENA xke siamo stanchi di sentire ogni giorno la morte di una donna o di bambini rapiti da pedofili la cultura ke deve cambiare nn e´possibile accettare che un assasinoesce subito dal carcere e vadi in giro anche nel paese dove ha comesso il reato e poi le famiglie delle vittime sempre messe da parte e a soffrire una vita che aihme´nn serve x superare il dolore di chi ha perso una figlia,una sorella un parente e xke no anche un amica mi auguro che questa iniziativa vadi a buon fine e infine ringraziare a chi combatte tt i giorni questa battaglia. Concetta Puglia
Finalmente si muovono le acque , quelle acque torbide affinche diventano limpide .Io e’ la mia famiglia abbiamo avuto un lutto che voi sapete benissimo “IL MASSACRO DEL CIRCEO” ho perso una sorella a soli 18 anni
Io e la mia famiglia non abbiamo avuto una vita serena .Si sono frantumati tutti gli affetti isolandoci dalla societa’ dagli affetti cioe’ il nulla senza nessu supporto senza che nessuno,potesse capire il vero dramma.No non e’ stato mai capito ci hanno laciato soli senza nessun supporto psicologico morale e affettivo quasi da vergognarci di questo terribile lutto.
Ecco io desidero ardentemente,che lo stato si faccia carico di questo ,a spese di chi sara’ lui a decidere.
Chi non ha provato questo non puo capire.
Io sto lottando con me stessa, e con l’aiuto di voi genitori,fratelli sorelle a lottare e superare questo trauma La vita cambia si vedonole cose diverse ,almeno io ho provato,ti sembra di vivere in un’altro mondo Chiedendoti forse sto sognando,non e’ vero e cerchi di sfuggire dalla realta,sforzandomi di farcela e accettare e’ DIFFICILE ma non sono stata in grado di aiutare i miei .Questa battaglia la dobbiamo vincere ,Vi ringrazio di vero cuore
Distinti saluti
Letizia Lopez.
Dimenticavo non dobbiamo dimenticare di lottare anche per Donatella Colasanti ,cio che ho detto di me lo e’ stato anche per Lei
sono il direttore di ItaliaMagazine. L’ottimo articolo di Maria Rosaria sta risvegliando tante emozioni, ricordi, rabbia, dolore nei nostri lettori. La violenza è il tema comune di tutti gli interventi. Freud scriveva a Einstein che nella natura umana c’è una violenza originaria ineliminabile.
E l’insicurezza che accompagna la nostra quotidianeità, quella reale come quella percepita, quella individuale come quella collettiva, ha proprio nella violenza la sua principale origine.
Concordo con l’amico Francesco Alberoni quando afferma che “viviamo in un clima di violenza e di carenza impressionante di responsabilizzazione”.
Bisogna fare qualcosa e noi aderiamo da subito all’invito dei lettori sposando pieno la battaglia contro la violenza e il recupero delle vittime della violenza. Seguiranno altri articoli sul tema e mettiamo il nostro giornale a disposizione di chi voglia pubblicare la propria testimonianza nella speranza, nel nostro piccolo, di dare un valido e sentito contributo.
Mario Masi
redazione@italiamagazineonline.it
Cara Maria Rosaria,sono felice che finalmente si parli di violenza sulle donne…e’ molto importante parlarne con sensibilita’ e professionalita’ come fai te. Da poco a Latina e’ nato un centro di sostegno ed ascolto alle vittime della violenza, che gratuitamente mette a disposizione consulenze psicologiche e legali. Il centro si chiama Valore Donna, nasce dal mio desiderio di voler sotenere le donne e i bambini vittime della violenza, anche istituzionale, lavora con noi anche Roberta Lerici capo dipartimento al senato famiglia e infanzia.
La realtà agghiacciante della violenza sulle donne merita la massima attenzione. E’ un fenomeno duro da debellare, visti i dati statistici di cui si dispone, viste le morti che seguono a periodi di vita depredata dall’angoscia. La sua diffusione non conosce confini relativi a stato sociale, posizione geografica, realtà metropolitane o piccoli centri di provincia: è ampia e non selettiva. Come dire: può capitare a tutte (o tutti…esistono anche uomini che sono vittime di stalking, anche se i casi sono più rari) di ritrovarsi in condizioni di serio pericolo.
Le recenti leggi per combattere lo stalking e la violenza sulle donne rappresentano un passo deciso e importante, ma non bastano: c’è bisogno sempre di maggiore attenzione, impegno professionale e condivisione da parte di una società spesso distratta e superficiale.
Se consideriamo, poi, che i casi di molestie non denunciate sono numerosi (conosciamo le motivazioni di tale aspetto sommerso del problema: assoggettamento psicologico, paura di minacce e ricatti, con conseguente senso di impotenza), si deduce la sfiducia delle vittime nel sistema di assistenza e tutela di cui invece avrebbero diritto. La certezza della pena è il prossimo passo nella costruzione della rete protettiva.
La nascita del Comitato Lightonstalking, con lo scopo di raccogliere e diffondere informazioni e di far confluire la professionalità e l’impegno di esperti in un’azione sinergica, è un’iniziativa che merita di essere largamente condivisa, perchè la civiltà è un grande valore, che deve appartenere a tutti.
Un “grazie” a tutti gli operatori impegnati su questo fronte.
Devo farti i complimenti cara Maria Rosaria per aver esposto questa problematica in maniera cosi chiara e profonda.Avanti cosi’ brava.
Bene ,grazie a Maria Rosaria De Simone ,grazie a Mario Masi e al contributo di tutti coloro che partecipano. Cerchiamo di combattere l’indifferenza rispetto alla violenza sulle donne.Non adagiamoci nel pensiero “tanto a me non è capitato, a me non capiterà” . Ragioniamo sul fatto che la violenza degli uomini violenti è la manifestazione della loro debolezza della loro fragilità della loro frustrazione nei confronti delle donne che immaginano di riscattare con l’esercizio della brutale forza fisica.
Attraverso la comunicazione cerchiamo di prevenire e di divulgare il pensiero che la violenza dell’uomo sulla donna non è forza ,dominio ,potenza ,ma è incapacità ,impotenza,inettitudine a gestire i rapporti umani. Neanche gli animali stuprano. L’aggressività va convertita in energia positiva.
Mi permetto di rispondere a tutti dando del tu.
@Imma: dottoressa, conosco progetto vittime ed il tuo serio impegno. Un progetto tutto nuovo, perché pone al centro del proprio interesse la vittima, da sempre inascoltata.
Sarei onorata di poterti intervistare, visto che il nostro direttore ha pubblicamente dato l’ok con il suo commento ad articoli legati alla tematica.
@mara e concetta: grazie, il vostro commento dà la spinta per continuare.
@letizia: come non commuoversi di fronte alle tue parole che fanno comprendere un dolore insopportabile che ha condizionato tutta l’esistenza….ti ho chiamata e mi hai conceso il permesso per un’intervista…ne sono profondamente onorata…grazie.
@valentina pappacena:che dire? combatti in prima linea…ti ho chiamato e mi hai promesso un’intervista. Non ti mollo…dobbiamo far sapere quello che soffrono tante donne.
@rita:so che sei una delle componenti che l’avv. Persico ha scelto per il comitato di lightonstalking…grazie del tuo contributo….spero di potermi permettere di chiederti un favore…puoi postare in un commento al suddetto articolo, quella tua meravigliosa poesia di cui non ricordo il titolo, che parla della violenza alle donne?…grazie.
@gilberto:grazie, lo prendo come spinta a continuare.
@silvia: mi piace l’idea dell’energia positiva.
@mario masi: direttore, sono onorata del complimento all’articolo…
Ooooh ! Ci son voluti quasi vent’anni… !!!quasi vent’anni ormai da quella sera del 15 marzo 1991, quando la mano assassina di un uomo, un folle, mi strappo’l’unica sorella, piu’ piccola e tanto speciale…Tanti anni ci son voluti perche’qualcosa si “muovesse ” da quando un giovane uomo ha interrotto i sogni belli di chi stava costruendo il futuro pensando al totale dono di se’ per buttarsi a vivere Grandi Ideali.Da quando un uomo folle ha strozzato il canto di una giovane donna innamorata della Vita e dell’Amore. Da quando una giovane zia ha smesso di coccolare la sua nipotina di undici mesi che per giorni e giorni l’ha aspettata dietro la porta del suo studio per ricevere bacetti..
Ventidue anni, invece, da quando, dopo la prima aggressione,rivolgendosi ai magistrati impotenti per forza di cose allora, si senti’ rispondere : “Signorina, piccola com’è…se avesse voluto farle del male gliel’avrebbe gia’ fatto… E poi..non possiamo mica metterle una scorta..”. Parole come macigni. Ma di chi in quel momento storico non poteva dir altro. Persecuzione giornaliera per altri due anni e poi l’inevitabile …
Adesso mi sembra un sogno che ci sia una legge, e mi sembra un sogno veder nascere questo Comitato Light on Stalking !!!!!
Ebbene si’, sono la sorella di Santa Scorese,sacrificata come una miriade di altre donne sull’altare di una legislazione che a lungo ha sottovalutato quello che tante pativano !
Grazie , allora, alla sensibilita’ del gruppo che sta lavorando a questo progetto e che il giorno 22 dicembre , tra l’altro, nella Sala Consiliare del Comune di Bari promuovera’ con un convegno la nascita di questo Comitato ! Perche’ ci si senta davvero meno sole…. E grazie a Maria Rosaria per aver scritto con deliziosa leggerezza ,ma anche accorata voglia di far conoscere, l’articolo che speriamo sia uno dei trampolini di lancio di tante attivita’.Con tutto il cuore !
Rosa Maria, ti ringrazio del complimento, ma non ti nascondo che ho letto molte cose di tua sorella, qualcuno me ne parlò e mi incuriosì quella universitaria così dinamica, figlia di un poliziotto mi sembra…una ragazza che il papà ha cercato di proteggere invano, e senza aiuti, da uno stalker…ma non c’erano leggi di tutela all’epoca..le denunce cadevano nel nulla….
Spero che mi racconterai tante cose se mi concederai un’intervista….parole commoventi le tue….
un grazie grande a Maia Rosaria De Simone, che mi sta aiutando, ormai non credevo più di farcela, il 2 marzo 2011 fanno 20 anni che combatto, per la morte di Rossana, perchè non è morte naturale, perciò chiedo fermamente la certezza della pena. ma non la chiedo solo per me, visto che siamo in tanti ormai, ma anche la pedofilia va presa in considerazione, immagino che è orrenda, abusare di un bambino, credo che sia da vigliacchi da bestie, e pare che nessuno ci ascolta la giustizia è cieca e sorda, dopo il danno la beffa,una mangiata di anni di prigione, privilegi io dico che non devono avere nè sconti ne privilegino che escono con titoli di studio, e rimangono a vivere nello stesso paese delle vittime, senza pagare spese causate e risarcimento danni, non è giustiziavittime dimenticate assassini premiati
Posto volentieri, Maria Rosaria, la poesia che di recente ho scritto sulla violenza alle donne. Il titolo “Silenzio” sembrerebbe in contrasto con la luce che deve essere fatta sui casi di violenza, ma sta ad indicare un silenzio dell’anima, da cui deve scaturire una possente voce di denuncia. Grazie.
– Silenzio –
Segni indissolubili
s’internano
sotto il cuoio del vissuto
solcano
recidono
s’archiviano.
Violenza su carne
efferate carezze
di un amore di cartone
maschera d’un potere
desolato
rivendicazione dell’essere
e del non essere.
Tracce ritornano sul viso
in grida di livore
crepe silenziose nelle vene
crollo
di pallide certezze
la lava dell’odio
scende
sul silenzio.
(Rita Stanzione, tutti i diritti riservati)
Silenzio…..ci hanno insegnato che il silenzio è d’oro…..non sempre….
Nel silenzio della vittima si dissacra il corpo, si deturpa l’anima, si consuma il lento degrado dell’essere, si distrugge ogni desiderio di vivere….la bellezza del mondo viene offuscata in chi è ferito dall’odio dell’agire violento…
e l’anima silente di chi soffre e piange le proprie ferite….pian piano, forse, se presa per mano….riuscirà a gridare il proprio dolore e….a denunciare…grazie Rita….
“A volte è più facile coglierne la presenza tra le persone più disagiate e forse è più difficile stanarla tra le persone di classi socialmente più elevate.
Ma un fatto è acclarato: la violenza nei confronti del mondo femminile non conosce confini, differenze sociali, culturali ed etniche.”
Questi sono i passi che più mi hanno colpito in questo articolo che a prima vista può essere scambiato per trattare il solito argomento sul vittimismo delle donne che subiscono violenza da parte dell’uomo che:”ma che dici le donne non si toccano nemmeno con un fiore”….”le donne vanno soffocate….. ops!!! volevo dire protette…..e tante altre…..simili!!!!Le leggi da sole non tutelano le donne, non eliminano la violenza….la violenza non VA INSEGNATA!!! E soprattutto diciamolo chiaramente non c’è bisogno di uscire dal perbenismo per vedere la violenza……ecco Maria Rosaria chedo che questa sia la cosa più eclatante che sei riuscita a sviscerare in questo articolo ed è la cosa che mi ha spinto a lasciare il mio modesto parere.
e credo, maria, che tu abbia compreso il vero spirito dell’articolo…la violenza va stanata…si deve avere il coraggio di guardarla in faccia…se ne deve sentire il fetore….e la si deve denunciare…ma dici bene tu….bisogna insegnare che le relazioni non si devono fondare sulla violenza…i bambini devono respirare aria pulita, non quella fetida dell’odio.
Concordo in pieno.
Comunque, dato che purtroppo per cambiare le cose serve tempo, per cambiare un certo tipo di cultura passano generazioni, trovo assolutamente necessario che le leggi tutelino chi subisce la violenza, senza aspettare tempi migliori…….grazie davvero per il tuo commento
Carissima,nel pomeriggio ho scritto ..”di pancia”…ma mi fara’ veramente immenso piacere raccontarti mia sorella…Per lei, fra le altre cose , è in corso un processo di beatificazione come “martire per la dignita’ della donna” ( l’illustre vaticanista Luigi Accattoli la definisce cosi’). E comunque, se per tante c ‘è quel lancinante silenzio , imposto o tormentatamente istintivo , Santa ha sempre “gridato ” quello che le succedeva . E chiedeva protezione ,sicurezza e possibilita’ di essere LIBERA!!!
Quando vuoi, percio’, saro’ lietissima di con…dividere Santa con te e con chi vorra’ conoscerla !
Finalmente!!!
Che la verità venga alla luce!!!
Troppe volte le violenze annegano nel buio delle nostre anime!!
LIGHT ON STOLKING, complimenti all’avvocato Persico per aver acceso la luce
in tante stanze buie e dimenticate.
E complimenti a Maria Rosaria per la fermezza ed il coraggio con cui porta avanti la sua ardua battaglia!!
Intanto: grazie.
Grazie a Italia Magazine, e alla autrice dell’articolo.
Parlare del fenomeno ‘stalking’ è una importante forma di prevenzione.
Informare e informarsi, aiuta a rompere la teca invisibile che il persecutore costruisce intorno alla vittima. Aiuta anche a combattere la ‘complicità inconsapevole’ di chi è ‘indifferente’ alle richieste di aiuto(spesso implicite o cifrate) delle vittime, o della mancata solidarietà. eppure, molto spesso, anche una semplice parola può fare molto.
Lightonstalking, la rete, siete anche e soprattutto voi, che ne parlate, che condividete, che informate.
Lightonstalking non ha una struttura verticistica, ma ‘piana’ e diffusa: è un luogo di incontro di brave persone, e sono tante, che si danno da fare, che non voltano la testa dall’altra parte, che partecipano anche solo con un pò di attenzione, o spesso facendo molto di più. Una rete per far sentire il rumore, questa volta, della ‘foresta che cresce’, a silenziare quello dell’albero che cade, e a non far sentire sole le vittime.
A voi che ne avete parlato, voi che avete letto, commentato, e diffuso: benvenuti, allora, nella rete.
E grazie ancora.
Nicky Persico
CARISSIME AMICHE ,OGNI FORMA DI VIOLENZA DI OGNI GENERE ANCHE QUELLA CHE NON SI VEDE ,DEVE ESSERE PUNITA ,MA LE DONNE HANNO PAURA COME L’HO AVUTA IO MA ORA MI SENTO FORSE LO ‘stalking’ E’ UNA FORMA CHE NON DA SOLO L’UOMO ALLA DONNA MA ANCHE DONNE A DONNE ,IN OGNI GENERE ,PENE SEVERE E CERTE,NON SCONTI NEANCHE PER BUONA CONDOTTA NON CI CREDO SE SEI MARCIO LO RESTI ,SPERO CHE PRESTO TUTTE INSIEME DIAMO VOCE AL SILENZIO
Una parola sola: finalmente. Lo stalking è una realtà drammatica sulla quale è oltremodo necessario fare chiarezza. Le donne che ne sono vittime, in molti casi vengono trattate come delle visionarie. Vengono accusate di essere eccessive, di non dare il giusto peso a fatti e parole. E allora accade che la vittima, invece di essere compresa e protetta, finisca con il doversi giustificare: oltre al danno anche la beffa. Un’iniziativa come questa, a prescindere dall’indubbia utilità, è lodevole anche perché restituisce quella dignità che le donne perdono ogni qualvolta che sono obbligate a dire: “Non è colpa mia, è LUI che mi perseguita”. Grazie a chi lavora per le donne, con le donne.
Cinzia Lacalamita
@rosamaria: è una promessa, un impegno, un onore…
@gloria: sì, luce sullo stalking….e grazie davvero per i complimenti.
@mery:è importante che chi ha un vissuto di violenza, dopo un serio percorso di recupero della propria dignità come persona, racconti ed aiuti…è vero, la legge sullo stalking è sia per gli uomini che per le donne, ma purtroppo la maggior parte dei casi vede come soggetti deboli proprio le donne…grazie mery
@avv. persico:grazie davvero, continueremo a parlarne ed a condividere…non gireremo la testa dall’altra parte e spero che così sia per tutti i lettori di magazine.
Gran bell’articolo, complimenti.
Hò letto con grande interesse i vostri commenti, vorrei tanto darvi una buona notizia ma oggi il mio cuore è colmo di sofferenza, delusione e sconfitta .
Da qualche anno seguo le donne che soffrono, donne violate nel loro corpo e nella loro mente legate a uomini a dir poco MOSTRI.
Da circa due anni seguo una ragazza appena trentenne,( Maria )nome fittizio per dovere di privacy ,arrivata qui in Italia da dieci anni, si è adattata benissimo alle nostre abitudini, quindi pensavo che, non sarebbe stato difficile instaurare un rapposto di vera amicizia.
A poco a poco acquisto la sua fiducia, mi parla del doloroso rapporto con il suo ragazzo lamentando una grave violenza sessuale, dal quale è stata costretta abortire,inoltre le usa una violenza da far paura, spesse volte ubriaco fradicio la picchia selvaggiamente, da doversi recare al Pronto Soccorso, dopo la sua sfuriata le chiede perdono, sa che la sta distruggendo ,ma ormai la violenza la vive come una cosa normale, che normale non lo è per niente
Per non perderla dopo le numerose percosse le promette di sposarla, infatti organizza il viaggio in Tunisia per presentarla ai suoi genitori come la sua futura sposa.
Passano circa venti giorni, ma del suo ragazzo nemmeno l’ombra, preoccupata và dalla famiglia di lui e qui la brutta notizia che non avrebbe MAI voluto sentire,in quei giorni il suo Lui si era spostao il suo ragazzo era in viaggio di nozze con un’altra donna , immaginiamoci la sofferenza di Maria.
Ritornano in Italia, costretta a rimanere in quella casa con lui non sà dove andare,non hà una casa propria ne un lavoro, il passaporto scaduto, quindi risulta clandestina, non sa cosa fare e chiede il mio aiuto.
Bene penso, finalmente Maria avrà capito che non può continuare a subire tutte le vessazioni e i continui maltrattamenti dando cosi una svolta decisiva alla sua vita togliendosi dalla mente un uomo che non l’ama e che non hà alcun diritto su di lui.
La sua decisione di troncare un rapporto malato mi fa sperare a un breve cambiamento di vita , mi attivo immediatamente l’accompagno in Questura per i documenti , nel frattempo arriva il fratello di lei , penso; _ Bene magari in due se la caveranno meglio.
La sua vita sembra avere una svolta decisiva, mi assicura che lo lascera, non vuole piu soffrire e condurre una vita simile, ripete molte volte ; basta con la violenza , non ne posso piu’.
Trovo per Maria il lavoro presso una Pizzeria, sembra veramente decisa, le cerco subito un piccolo appartamento per lei e il fratello, lo trovo in pochi giorni , parlo di Maria alla proprietaria di casa, assicuro che il canone d’affitto verrà pagato regolarmente, mi ero impegnata di pagarle i primi tre mesi,la titolare dell’appartamento grazie alla mia garanzia acconsente di offrirle l’appartamento tanto agognato, un paio di firme di prassi e il contratto è stipulato.
Finalmente tiro un sospiro di sollevo.
Si iniziano le grandi pulizie di casa, qualche ritocco di colore,le tendine da cucire , iniziamo a preparare gli scatoloni per il trasloco e…………………’
Stamattina vado come al solito incontro a Maria, le chiedo, hai bisogno d’aiuto per pulire il resto della casa ? lei mia guarda , abbassa gli occhi e con un filo di voce mi dice ;
; Paola , mi dispiace ma rinuncio all’appartamento, hò deciso………….. rimango con lui !!!
E stata una delusione cocente, tutto il mio lavoro di convincimento non è servito a nulla, ancora una volta l’orco ha la sua vittima, fino a quando non le rubera l’ultimo respiro., a volte non basta avere una persona amica che ti allunga una mano per aiutarti se dall’altra parte non cè la convinzione di finirla veramente con la violenza, di dare un taglio al passato di ritrovare la gioia di vivere, gioia negata per un uomo che non vale NULLA !!!
Hò letto con grande interesse i vostri commenti, vorrei tanto darvi una buona notizia ma oggi il mio cuore è colmo di sofferenza, delusione e sconfitta .
Da qualche anno seguo le donne che soffrono, donne violate nel loro corpo e nella loro mente legate a uomini a dir poco MOSTRI.
Da circa due anni seguo una ragazza appena trentenne,( Maria )nome fittizio per dovere di privacy ,arrivata qui in Italia da dieci anni, si è adattata benissimo alle nostre abitudini, quindi pensavo che, non sarebbe stato difficile instaurare un rapposto di vera amicizia.
A poco a poco acquisto la sua fiducia, mi parla del doloroso rapporto con il suo ragazzo lamentando una grave violenza sessuale, dal quale è stata costretta abortire,inoltre le usa una violenza da far paura, spesse volte ubriaco fradicio la picchia selvaggiamente, da doversi recare al Pronto Soccorso, dopo la sua sfuriata le chiede perdono, sa che la sta distruggendo ,ma ormai la violenza la vive come una cosa normale, che normale non lo è per niente
Per non perderla dopo le numerose percosse le promette di sposarla, infatti organizza il viaggio in Tunisia per presentarla ai suoi genitori come la sua futura sposa.
Passano circa venti giorni, ma del suo ragazzo nemmeno l’ombra, preoccupata và dalla famiglia di lui e qui la brutta notizia che non avrebbe MAI voluto sentire,in quei giorni il suo Lui si era spostao il suo ragazzo era in viaggio di nozze con un’altra donna , immaginiamoci la sofferenza di Maria.
Ritornano in Italia, costretta a rimanere in quella casa con lui non sà dove andare,non hà una casa propria ne un lavoro, il passaporto scaduto, quindi risulta clandestina, non sa cosa fare e chiede il mio aiuto.
Bene penso, finalmente Maria avrà capito che non può continuare a subire tutte le vessazioni e i continui maltrattamenti dando cosi una svolta decisiva alla sua vita togliendosi dalla mente un uomo che non l’ama e che non hà alcun diritto su di lui.
La sua decisione di troncare un rapporto malato mi fa sperare a un breve cambiamento di vita , mi attivo immediatamente l’accompagno in Questura per i documenti , nel frattempo arriva il fratello di lei , penso; _ Bene magari in due se la caveranno meglio.
La sua vita sembra avere una svolta decisiva, mi assicura che lo lascera, non vuole piu soffrire e condurre una vita simile, ripete molte volte ; basta con la violenza , non ne posso piu’.
Trovo per Maria il lavoro presso una Pizzeria, sembra veramente decisa, le cerco subito un piccolo appartamento per lei e il fratello, lo trovo in pochi giorni , parlo di Maria alla proprietaria di casa, assicuro che il canone d’affitto verrà pagato regolarmente, mi ero impegnata di pagarle i primi tre mesi,la titolare dell’appartamento grazie alla mia garanzia acconsente di offrirle l’appartamento tanto agognato, un paio di firme di prassi e il contratto è stipulato.
Finalmente tiro un sospiro di sollevo.
Si iniziano le grandi pulizie di casa, qualche ritocco di colore,le tendine da cucire , iniziamo a preparare gli scatoloni per il trasloco e…………………’
Stamattina vado come al solito incontro a Maria, le chiedo, hai bisogno d’aiuto per pulire il resto della casa ? lei mia guarda , abbassa gli occhi e con un filo di voce mi dice ;
; Paola , mi dispiace ma rinuncio all’appartamento, hò deciso………….. rimango con lui !!!
E stata una delusione cocente, tutto il mio lavoro di convincimento non è servito a nulla, ancora una volta l’orco ha la sua vittima, fino a quando non le rubera l’ultimo respiro., a volte non basta avere una persona amica che ti allunga una mano per aiutarti se dall’altra parte non cè la convinzione di finirla veramente con la violenza, di dare un taglio al passato di ritrovare la gioia di vivere, gioia negata per un uomo che non vale NULLA !!!
Paola Caio madre di Monica Da Boit uccisa a calci e pugni dal suo convivente
Hò letto con grande interesse i vostri commenti, vorrei tanto darvi una buona notizia ma oggi il mio cuore è colmo di sofferenza, delusione e sconfitta .
Da qualche anno seguo le donne che soffrono, donne violate nel loro corpo e nella loro mente legate a uomini a dir poco MOSTRI.
Da circa due anni seguo una ragazza appena trentenne,( Maria )nome fittizio per dovere di privacy ,arrivata qui in Italia da dieci anni, si è adattata benissimo alle nostre abitudini, quindi pensavo che, non sarebbe stato difficile instaurare un rapposto di vera amicizia.
A poco a poco acquisto la sua fiducia, mi parla del doloroso rapporto con il suo ragazzo lamentando una grave violenza sessuale, dal quale è stata costretta abortire,inoltre le usa una violenza da far paura, spesse volte ubriaco fradicio la picchia selvaggiamente, da doversi recare al Pronto Soccorso, dopo la sua sfuriata le chiede perdono, sa che la sta distruggendo ,ma ormai la violenza la vive come una cosa normale, che normale non lo è per niente
Per non perderla dopo le numerose percosse le promette di sposarla, infatti organizza il viaggio in Tunisia per presentarla ai suoi genitori come la sua futura sposa.
Passano circa venti giorni, ma del suo ragazzo nemmeno l’ombra, preoccupata và dalla famiglia di lui e qui la brutta notizia che non avrebbe MAI voluto sentire,in quei giorni il suo Lui si era spostao il suo ragazzo era in viaggio di nozze con un’altra donna , immaginiamoci la sofferenza di Maria.
Ritornano in Italia, costretta a rimanere in quella casa con lui non sà dove andare,non hà una casa propria ne un lavoro, il passaporto scaduto, quindi risulta clandestina, non sa cosa fare e chiede il mio aiuto.
Bene penso, finalmente Maria avrà capito che non può continuare a subire tutte le vessazioni e i continui maltrattamenti dando cosi una svolta decisiva alla sua vita togliendosi dalla mente un uomo che non l’ama e che non hà alcun diritto su di lui.
La sua decisione di troncare un rapporto malato mi fa sperare a un breve cambiamento di vita , mi attivo immediatamente l’accompagno in Questura per i documenti , nel frattempo arriva il fratello di lei , penso; _ Bene magari in due se la caveranno meglio.
La sua vita sembra avere una svolta decisiva, mi assicura che lo lascera, non vuole piu soffrire e condurre una vita simile, ripete molte volte ; basta con la violenza , non ne posso piu’.
Trovo per Maria il lavoro presso una Pizzeria, sembra veramente decisa, le cerco subito un piccolo appartamento per lei e il fratello, lo trovo in pochi giorni , parlo di Maria alla proprietaria di casa, assicuro che il canone d’affitto verrà pagato regolarmente, mi ero impegnata di pagarle i primi tre mesi,la titolare dell’appartamento grazie alla mia garanzia acconsente di offrirle l’appartamento tanto agognato, un paio di firme di prassi e il contratto è stipulato.
Finalmente tiro un sospiro di sollevo.
Si iniziano le grandi pulizie di casa, qualche ritocco di colore,le tendine da cucire , iniziamo a preparare gli scatoloni per il trasloco e…………………’
Stamattina vado come al solito incontro a Maria, le chiedo, hai bisogno d’aiuto per pulire il resto della casa ? lei mia guarda , abbassa gli occhi e con un filo di voce mi dice ;
; Paola , mi dispiace ma rinuncio all’appartamento, hò deciso………….. rimango con lui !!!
E stata una delusione cocente, tutto il mio lavoro di convincimento non è servito a nulla, ancora una volta l’orco ha la sua vittima, fino a quando non le rubera l’ultimo respiro., a volte non basta avere una persona amica che ti allunga una mano per aiutarti se dall’altra parte non cè la convinzione di finirla veramente con la violenza, di dare un taglio al passato di ritrovare la gioia di vivere, gioia negata per un uomo che non vale NULLA !!!
Paola Caio……. madre di Monica Da Boit uccisa a calci e pugni dal suo convivente
Anche a me colpisce tantissimo, in questi ultimi anni, l’aumento esponenziale della violenza sulle donne, in particolare quella messa in atto da ex-mariti, ex-compagni, ex-fidanzati. Direi che non passa giorno senza un ‘fattaccio’ di cronaca nera, con caratteristiche sempre più o meno simili: un “lui” lasciato o allontanato, che non ce la fa a gestire l’abbandono, e per questo non trova nulla di più semplice e ragionevole che scatenare su di “lei” la sua rabbia cieca e bestiale. Il più delle volte la storia si conclude con la morte di lei, magari dopo un periodo più o meno prolungato di velate minacce o di stalking vero e proprio.
Mi sembra pertanto un’ottima iniziativa quella di creare nuove realtà che vengano in aiuto delle donne vittime di queste gravi situazioni, e soprattutto che aiutino le donne stesse a “saper riconoscere”, anche in quegli uomini che fino a ieri erano tranquilli compagni, i sintomi di un “cambiamento” che li sta portando inesorabilmente a trasformarsi in mostri omicidi: il che è di fondamentale importanza, per prevenire una buona parte degli episodi di violenza cui assistiamo quotidianamente.
A tal proposito vorrei sottolineare un aspetto di tutta la questione che personalmente mi sta molto a cuore, anche se non costituisce il fine specifico di questa nuova realtà.
Non voglio parlare di “rieducazione” del genere maschile al rispetto e al dialogo con l’altro sesso, perché come già è stato sottolineato, questo è un processo che richiederà decenni per essere realizzato; tuttavia, mi auguro che, parallelamente ad iniziative come la presente, comincino a nascere centri di ascolto, gruppi terapeutici, blogs, siti web, qualunque cosa insomma, esclusivamente riservato agli uomini che stanno subendo un abbandono o una sofferenza nel rapporto a due, e non riescono a gestirlo con le sole proprie forze…. Ciò che sto dicendo sembrerà ingenuo o fantascientifico, tuttavia, per poco che possa servire, credo che sarebbe utile a sensibilizzare l’opinione pubblica maschile sull’ESISTENZA DI UN PROBLEMA: perché è evidente che, alla base di tanti episodi di violenza sulla donna, c’è ANCHE la NEGAZIONE DEL PROBLEMA STESSO… colpevolizzare e demonizzare la donna, addossarle totalmente la colpa del proprio malessere, è la strada più facile ed immediata per risolvere la propria sofferenza, senza mai imparare a guardare dentro sé stessi…
Se ho deciso di inserire questo commento, che forse sarà impopolare perché punta l’attenzione sul lato “maschile” del problema “violenza”, è perché è sotto gli occhi di tutti che spessissimo, se non sempre, l’uomo violento diventa oggetto di un ‘progetto di recupero’ quando ormai è troppo tardi, cioè quando ha ormai ucciso o aggredito: anche la possibilità della denuncia per stalking, in definitiva, a cosa porta…? Nel migliore dei casi all’incarcerazione, misura estrema di sicurezza che può salvare la vita a una donna, ma non impedisce che in futuro lo stesso uomo possa mettere in atto altri comportamenti dello stesso genere…
Dunque, aiuto immediato ed efficace a noi donne, sì, assolutamente sì, come dove quando è possibile farlo. Ma contemporaneamente, segnalazione degli individui psicologicamente disturbati a qualche struttura competente (ahimè, ma quale…? Questo è il problema. In Italia è prevista la misura estrema del TSO, ricovero coatto, per gli individui psicopatici riconosciuti ‘socialmente pericolosi’, ma non mi risulta che uno stalker occasionale, purtroppo, possa rientrare in tale categoria: evidentemente le normative andrebbero modificate), magari a qualche gruppo d’ascolto o altra realtà ancora tutta da inventare e da mettere in pratica. Il mio è anche un sasso gettato nel mare, un appello a chi abbia buone idee o giuste capacità per dare il via a un’iniziativa di questo genere, ancora del tutto assente, per quanto ne so io, dal panorama delle nostre realtà sociali, ma sempre più drammaticamente necessaria.
Il suo articolo e’ molto bello rispecchia la situazione in cui si trovano tante donne comimenti 😀
@ Fulvio, Giada ed Anna: grazie davvero per i complimenti.vi prego di continuare a seguire…salvate il sito del magazine tra i preferiti ;-))))
@Anna, il tuo commento mi stimola una piccola riflessione…concordo con tutto quello che dici, ma il mio articolo vuole essere proprio una lente d’ingrandimento sulle donne, sulle vittime….
Il problema degli assassini e dei carnefici, sposta l’ottica….è vero c’è molto da fare per rieducare gli uomini violenti…..ma c’è anche troppo da fare per le vittime, che non vengono mai prese in considerazione……grazie.
@ Paola Caio:Paola, il tuo commento mi ha profondamente colpito. Ho visto ultimamente un corto che ha vinto un premio credo al festival di Fermo…un corto in cui tu racconti la tragica storia della tua dolcissima figlia Monica…in cui si sente anche la telefonata che fece tua figlia al 113, prima di venire massacrata dall’uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla…
Poichè mi occupo da tempo del tema delle donne violate, conosco molto bene il tuo impegno per aiutare, con tutta te stessa le ragazze e le donne in difficoltà…la storia che hai raccontato è drammatica…si comprende la paura che questa donna faccia una brutta fine. Ebbene, questo è un tasto dolente….molto spesso le vittime rimangono con il loro persecutore perché ne sono succubi, perché scambiano per amore la loro schiavitù…è una forma di dipendenza che la psicologia ben conosce….moltissime donne purtroppo tornano sui loro passi e si rinchiudono nelle loro gabbie invisibili….
Eco perché è importante una rete come lightonstalking, in cui queste donne possano condividere le proprie esperienze, e trovino la forza ogni giorno per proseguire la difficile battaglia dell’affrancamento dalla violenza.
Paola, ho sentito tutto il tuo dolore e la tua impotenza….è importante non scoraggiarsi ed unirsi…l’unione fa la forza…grazie di cuore, perché immagino che non sia stato semplice per te commentare….ma la storia che hai raccontato potrebbe aprire gli occhi ed il cuore a molte donne….luce sullo stalking…..grazie di cuore.
@Cinzia La Calamita:è vero…le donne spesso giustificano i loro carnefici e credono di essere sbagliate….è vero, bisogna diffondere…ogni forma di politica e di azione, nasce prima dalle elaborazioni del pensiero….ed è importante far conoscere con obiettività e correttezza, senza però nascondere la realtà….dopo circa un anno e mezzo dalla legge sullo stalking, ci sono state il 25% in più di denunce, ma i dati dicono che c’è ancora un 80% di sommerso…
Cinzia, so che sei una giornalista e che uscirà presto un tuo libro(come vedi non mi sfugge nulla), mi sembra che il titolo sia “l’uomo nero esiste’, e mi sembra di aver compreso che tocchi proprio il tema della violenza sulle donne, ma anche quello della pedofilia, che è un tema che mi sta molto a cuore….spero di poterlo leggere presto e di darne notizia….grazie.
Sono una studentessa,una ragazza giovane e tantissime altre sono le mie coetanee che come me ogni giorno aprono gli occhi ed hanno come ultimo pensiero quello della possibilità di poter essere violate,di poter subire una violenza…Ma la realtà è imprevedibile e noi tutte non possiamo sapere se qualche sporca mente è pronta a catturarci,a bloccarcie,a portarci via con sè…
Noi ragazze,noi donne,noi persone,dobbiamo avere il diritto di poter passeggiare spensierate,di poter fare una camminata per far volare i nostri pensieri,di poter riflettere all’ombra del verde quercio nel mezzo di un parco senza la paura,senza le ingiuste preoccupazioni che possono affiorarci nella mente inconsapevolmente.
Ed è nobile l’impegno che molte persone portano avanti con conoscenza e dedizione nella lotta contro questi tipi di aggressione fisica o psicologica sulle donne da parte degli uomini che non hanno rispetto,che non hanno valori,che non hanno coscenza!Che non conoscono la vera preziosità di ogni sigola donna!
Giusy Mery –Sono una mamma e una nonna La violenza,quale essa sia, è sempre un’azione deplorevole ed ancor di più lo diventa quando è subdola, sottile e strisciante. C’era veramente bisogno di un organismo quale è LIGHONSTALKING,per tutelare noi donne, spesso vittime inconsapevoli di questo malcostume, che solo adesso, per averne preso coscienza, ci siamo resi conto che è sempre esistito.
Nei decenni passati, non era possibile,per la cultura maschilista, alzare la testa o lamentarsi della propria condizione, perchè la violenza fisica era all’ordine del giorno. Solo più tardi nell’era moderna, l’uomo più colto, ha pensato bene di attuare una simil pratica, usando la violenza psicologica, ancor più terribile ed invalidante, poichè , il soggetto, viene messo in una condizione di perenne paura, o di inadeguatezza al ruolo che sta svolgendo.E se la vittima è allontanata dal nucleo familiare di appartenenza, diventa facile preda e impossibile è sfuggire alle grinfie del mostro. L’ alzamento del livello culturale delle donne, ha fatto si che questa pratica venisse smascherata e messa finalmente alla gogna mediatica( anche se secondo il mio avviso, sempre troppo poco).
Un organismo, in cui le donne possano identificarsi e contare su un valido aiuto. E’ quello che mancava al nostro paese, sempre molto attento alle violenze di tutti i tipi. Però, lasciatemelo dire, questo argomento, mi pare incontri uno zoccolo duro, sia in parlamento, che in trasmissioni mediatiche da trattare; e a mio avviso,è sicuramente dovuto, all’altissimo numero di uomini, in questi posti governativi e non. Perchè, siamo seri, non continuiamo a raccontarcela, un sottile e strisciante maschilismo, scorre sempre nelle vene dell’uomo italiano. Quindi lotta senza frontiere.
Le nostre figlie, le nostre nipoti, devono vivere felicemente, la loro condizione femminile, come esseri umani e non come bestie in gabbia.
Un articolo a dir poco commovente…complimenti, brava!
una scrittura profonda per un argomento così difficile e tragico permette a chi legge di entrare nel modo più corretto in un mondo altro, un mondo diverso, fatto di paure, di meccanismi difficili da comprendere per chi non li vive in prima persona.
@noemi: sì, concordo, voi giovani donne avete il diritto di vivere senza timore….e bisogna lottare insieme per costruire un mondo più giusto…grazie…
@ giusy:è vero c’è molto da fare….s inizia con una goccia…per cambiare…
@ Teodora: grazie…se ti sei commossa hai un animo sensibile….
@daniela:grazie di cuore…è importante che leggano in tanti, se puoi diffondi l’articolo ed il magazine…..
Ciao maria rosaria ,sono silvia. Replico in riferimento al fatto che ci sono state dall’introduzione della legge il 25% in più di denunce,ma c’è ancora una grossa percentuale di sommerso. Sai perchè ? perchè c’è ,per come è fatta la legge e per la scarsa tutela nei confronti della donna che denunciandosi si espone , il rischio di un inasprirsi delle minacce da parte dello stalker . Tant’ è che so che a volte si consiglia alle donne di prendere tempo , di lasciar cadere la denuncia o procrastinarla , ” può darsi che smetta ” . Ma se poi le minacce diventano fatti aggressivi più gravi ? bisognerebbe agire normativamente su questo aspetto e garantire maggiormante le donne che hanno il coraggio di denunciare , magari presentando una modifica alla legge in questo senso.
Sono veramente contenta di poter condividere con altre persone sensibili al tema della violenza sulle donne l’apprensione che stò vivendo in questi giorni.
Una mia carissima amica dopo anni di tolleranza verso un marito incline all’aggressività e ad una morbosa gelosia ingiustificata, a malincuore ha lasciato la famiglia.
il marito stà minacciando lei e chiunque la circonda, le rende impossibile lavorare e inoltre le stà rovinando la reputazione.
Quest’uomo visto fuori dalla propria famiglia è una persona gradevole e divertente, mai avrei pensato che dentro le mura domestiche si trasformasse in un’altra persona.
A mio avviso gli uomini che si comportano nei modi sopra descritti, sono a loro volta vittime di turbe psichiche. Le donne che si trovano nel loro mirino avrebbero bisogno, oltre che di essere tutelate, anche di essere istruite su come rapportarsi con questi uomini disturbati a livello psichico, nella speranza di evitare l’inasprirsi del loro comportamento; tutto ciò, naturalmente, nell’ attesa di trovare un modo (a tutt’oggi purtroppo inesistente) di difendersi seriamente e definitivamente da questa vera e propria gabbia invisibile di cui sono prigioniere.
Grazie per tutto ciò che state facendo, comunicherò il vostro sito alla mia amica che sicuramente sarà confortata dal poter condividere con qualcuno il proprio disagio.
Buon lavoro! Sim
Questa associazione è un barlume di luce nel buio. Mi unisco a chi ha accennato alla prevenzione attraverso un adeguato cambiamento nella mentalità maschile di origine patriarcale ed ancora tanto legata all'”omicidio d’onore” che pervade la cultura italiana. Insegnare che la fine dell’amore non è uno “sgarro” da far pagare, un’onta, un affronto da punire, è assolutamente primario. Al tempo stesso, restituire credibilità alle vittime, fiducia nella speranza di essere ascoltate, offrire loro una via di fuga effettiva, sono questioni fondamentali per le quali la sola legge contro lo stalking, abbiamo visto, non è stata sufficiente.
Benvenuta, quindi, LightOnStalking! Iniziativa “dal basso” ma che si fregia di competenze e personalità veramente eccezionali. Il cammino sarà in salita, ma sono certa dei risultati della meravigliosa iniziativa.
Vorrei se mi è concesso fare una riflessione sulle parole di Simo;
…….il marito stà minacciando lei e chiunque la circonda, le rende impossibile lavorare e inoltre le stà rovinando la reputazione.
Ecco la tattica che usano certi personaggi violenti, dapprima usa le minacce verbali per poi passare alla violenza fisica vera e propria con schiffi, tirate di capelli, spintoni,calci, pugni e quantaltro, per poi passare alla violenza Psicologica per rendere la persona ancora piu fragile, facendola sentire una nullità o una poco di buono.
Simo…. siete amiche , non ti sarà difficile starle ancora più accanto ,oppure se la cosa ti sembra troppo grande e non te la senti, consigliale di trovarsi una brava Psicologa che la sostenga in questa difficile fase della sua vita, incoraggiandola e a non farla sentire sola a dover affrontare e combattere contro un uomo violento e distruttivo.
Cercherà di ANNIENTARLA con qualsiasi mezzo, con parole offensive,e con minacce del tipo
” Se a qualcuno passa per la testa di aiutarti,io lo ammazzo ”
è il classico comportamento vigliacco che usano certi uomini dal quale non si rassegnano veder finito il loro matrimonio.
In effetti come dici tu, visto dal di fuori dell’ambito familiare, sembra una persona garbata, ma dietro a questo….. perbenismo fittizio …..spesso si nasconde l’uomo nero !!
Paola Caio
Ogni volta che ricordo i segni sulle gambe di mia sorella,ogni volta che la ricordo raccontare i gesti e le parole di quella persona cattiva e violenta, mi manca il respiro….mi sento immobile e mi chiedo poi come abbiamo fatto a sopravvivere! Oggi con i miei ricordi chiedo a te, che hai scritto questo articolo,di continuare con un impegno fattivo a dare voce a tutte le donne che devono tornare a respirare la vita per loro e per i loro figli innocenti.Marta
@silvia:sì, silvia, hanno calcolato l’80% di sommerso…ed hai ragione sull’aspetto normativo…c’è ancora molto da fare e spero che i politici ascoltino il mio ed i vostri appropriati appelli.
@simo: non esiste altra via che denunciare…assolutamente….
@Paola caio: grazie, il tuo contributo è importante.
@licia:sì è un’iniziativa importante…ed è sempre importante ricordare che umini e donne sono ‘persone’, con eguali diritti e dignità.
@marta:grazie delle tue parole…tu hai scritto nel cuore. ciò che tua sorella ha avuto segnato sul corpo…impariamo a lottare insieme…continua a seguirci…di nuovo grazie.
Vorrei presentarvi lo spot no profit per la nostra campagna intitolata: NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, al seguente link: http://www.nuovi-orizzonti.info/spot_donne.wmv
Un saluto a tutti.
Davide
Hai trattato un argomeno così carico di amarezze, con delicatezza e rispetto verso chi questo questo argomento lo subisce in prima persona.
Con la tua sensibilità, sei riuscita a comunicare, in modo incisivo, la volontà di rappresentare un mondo fatto di persone che non hanno bisogno di pietà,ma come tutti coloro che vivono una condizine di svantaggio e, che per questo diventano fragili difronte al mondo intero, desiderano recuperare la propria dignità. Tu hai contribuito ad amplificare le loro voci soffocate. Brava Rosaria
E’ una iniziativa lodevole, che mi vede sostenitrice. Spero che non resti una realtà singola, ma che gruppi simili a supporto delle vittime di stalking si creino in ogni città. Mai come in questo preciso momento storico l’uomo vede messo in discussione il suo ruolo sancito e codificato da secoli di storia, usi e costumi. Purtroppo troppo spesso le reazioni all’indipendenza e alle conquiste femminili sono tragiche.
@ davide: l’ho visionato…è molto appropriato…grazie.
@ cinzia• grazie davvero per i complimenti…hai compreso perfettamente che l’intenzione è dare voce alle vittime.
@gabriella genisi: infatti…l’uomo e la donna dovranno imparare a crescere e vivere insieme nel rispetto l’uno dell’altro…senza prevaricazioni…accettando i cambiamenti anche nel ruolo della donna nella società….gabriella, ho un tuo libro sul comodino:”la circonferenza delle arance”…un giallo delizioso…so che ti chiamano la camilleri in gonnella ed ho letto sul messaggero che faranno una serie televisiva del tuo libro…complimenti e…ne approfitto per chiederti un’intervista….grazie del commento.
Veramente un bell’articolo chiaro e incisivo.Lodevole iniziativa “LIGHTONSTALKING”.Un supporto importante per le vittime di violenza.Far sì che sempre più se ne parli è il primo passo.Spingere affinchè la giustizia faccia il suo corso così da restituire, almeno un minimo, di serenità a chi ha subito queste terribili perdite è un atto dovuto.Dare sostegno e coraggio di ribellarsi alle vittime e soprattutto non farle sentire mai sole, dare voce al loro dolore….
Innanzitutto ti faccio i miei complimenti per come hai scritto l’articolo, in maniera esauriente e chiara, semplice e diretta allo stesso tempo. Doppiamente brava anche per aver avuto il coraggio di affrontare un argomento che forse è il vero sentore che la donna si sta evolvendo e sta, seppur faticosamente, conquistando il suo giusto ruolo nella società. Premetto che il mio non vuole essere un discorso femminista perché io non mi ci riconosco. Ma la storia ci ha insegnato come le donne siano sempre state “sottomesse” in qualsiasi modo, ma non perché fossero inferiori, al contrario. L’uomo, in cuor suo, ha sempre saputo che la donna è pari, se non addirittura più responsabile di lui e per questo ha sempre tentato di soffocarne con la violenza, soprattutto psicologica, il manifestarsi in ogni campo sociale. Ed è solo con la violenza che finora è riuscito a mantenerne basso il profilo, non comprendendo quale fosse la vera forza della donna. Per fortuna “qualcuno” lo aveva sempre saputo: a tal proposito riporto un estratto di una lettera.
LETTERA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II
ALLE DONNE
A voi, donne del mondo intero,
il mio saluto più cordiale!
1. A ciascuna di voi e a tutte le donne del mondo indirizzo questa lettera nel segno della condivisione e della gratitudine, mentre si avvicina la IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si terrà a Pechino nel prossimo mese di settembre.
Desidero innanzitutto esprimere il mio vivo apprezzamento all’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha promosso una iniziativa di così grande rilievo. Anche la Chiesa intende offrire il suo contributo a difesa della dignità, del ruolo e dei diritti delle donne, non solo attraverso lo specifico apporto della Delegazione ufficiale della Santa Sede ai lavori di Pechino, ma anche parlando direttamente al cuore e alla mente di tutte le donne. Recentemente, in occasione della visita che la Signora Gertrude Mongella, Segretaria Generale della Conferenza, mi ha fatto proprio in vista di tale importante incontro, ho voluto consegnarle un Messaggio nel quale sono raccolti alcuni punti fondamentali dell’insegnamento della Chiesa in proposito. È un messaggio che, al di là della specifica circostanza che lo ha ispirato, si apre alla prospettiva più generale della realtà e dei problemi delle donne nel loro insieme, ponendosi al servizio della loro causa nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Per questo ho disposto che fosse trasmesso a tutte le Conferenze Episcopali, per assicurarne la massima diffusione.
Rifacendomi a quanto scrivevo in tale documento, vorrei ora rivolgermi direttamente ad ogni donna, per riflettere con lei sui problemi e le prospettive della condizione femminile nel nostro tempo, soffermandomi in particolare sul tema essenziale della dignità e dei diritti delle donne, considerati alla luce della Parola di Dio.
Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa – scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem – « desidera ringraziare la santissima Trinità per il “mistero della donna”, e, per ogni donna, per ciò che costituisce l’eterna misura della sua dignità femminile, per le “grandi opere di Dio” che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei » (n. 31).
2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell’umanità.
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
3. Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, e ha impoverito l’intera umanità di autentiche ricchezze spirituali. Non sarebbe certamente facile additare precise responsabilità, considerando la forza delle sedimentazioni culturali che, lungo i secoli, hanno plasmato mentalità e istituzioni. Ma se in questo non sono mancate, specie in determinati contesti storici, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente. Tale rammarico si traduca per tutta la Chiesa in un impegno di rinnovata fedeltà all’ispirazione evangelica, che proprio sul tema della liberazione delle donne da ogni forma di sopruso e di dominio, ha un messaggio di perenne attualità, sgorgante dall’atteggiamento stesso di Cristo. Egli, superando i canoni vigenti nella cultura del suo tempo, ebbe nei confronti delle donne un atteggiamento di apertura, di rispetto, di accoglienza, di tenerezza. Onorava così nella donna la dignità che essa ha da sempre nel progetto e nell’amore di Dio. Guardando a Lui, sullo scorcio di questo secondo millennio, viene spontaneo di chiederci: quanto del suo messaggio è stato recepito e attuato?
Sì, è l’ora di guardare con il coraggio della memoria e il franco riconoscimento delle responsabilità alla lunga storia dell’umanità, a cui le donne hanno dato un contributo non inferiore a quello degli uomini, e il più delle volte in condizioni ben più disagiate. Penso, in particolare, alle donne che hanno amato la cultura e l’arte e vi si sono dedicate partendo da condizioni di svantaggio, escluse spesso da un’educazione paritaria, esposte alla sottovalutazione, al misconoscimento ed anche all’espropriazione del loro apporto intellettuale. Della molteplice opera delle donne nella storia, purtroppo, molto poco è rimasto di rilevabile con gli strumenti della storiografia scientifica. Per fortuna, se il tempo ne ha sepolto le tracce documentarie, non si può non avvertirne i flussi benefici nella linfa vitale che impasta l’essere delle generazioni che si sono avvicendate fino a noi. Rispetto a questa grande, immensa « tradizione » femminile, l’umanità ha un debito incalcolabile. Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l’aspetto fisico che per la competenza, la professionalità, le opere dell’intelligenza, la ricchezza della loro sensibilità e, in definitiva, per la dignità stessa del loro essere!
4. E che dire poi degli ostacoli che, in tante parti del mondo, ancora impediscono alle donne il pieno inserimento nella vita sociale, politica ed economica? Basti pensare a come viene spesso penalizzato, più che gratificato, il dono della maternità, a cui pur deve l’umanità la sua stessa sopravvivenza. Certo molto ancora resta da fare perché l’essere donna e madre non comporti una discriminazione. È urgente ottenere dappertutto l’effettiva uguaglianza dei diritti della persona e dunque parità di salario rispetto a parità di lavoro, tutela della lavoratrice-madre, giuste progressioni nella carriera, uguaglianza fra i coniugi nel diritto di famiglia, il riconoscimento di tutto quanto è legato ai diritti e ai doveri del cittadino in regime democratico.
Si tratta di un atto di giustizia, ma anche di una necessità. I gravi problemi sul tappeto vedranno, nella politica del futuro, sempre maggiormente coinvolta la donna: tempo libero, qualità della vita, migrazioni, servizi sociali, eutanasia, droga, sanità e assistenza, ecologia, ecc. Per tutti questi campi, una maggiore presenza sociale della donna si rivelerà preziosa, perché contribuirà a far esplodere le contraddizioni di una società organizzata su puri criteri di efficienza e produttività e costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la « civiltà dell’amore ».
5. Guardando poi a uno degli aspetti più delicati della situazione femminile nel mondo, come non ricordare la lunga e umiliante storia – per quanto spesso « sotterranea » – di soprusi perpetrati nei confronti delle donne nel campo della sessualità? Alle soglie del terzo millennio non possiamo restare impassibili e rassegnati di fronte a questo fenomeno. È ora di condannare con vigore, dando vita ad appropriati strumenti legislativi di difesa, le forme di violenza sessuale che non di rado hanno per oggetto le donne. In nome del rispetto della persona non possiamo altresì non denunciare la diffusa cultura edonistica e mercantile che promuove il sistematico sfruttamento della sessualità, inducendo anche ragazze in giovanissima età a cadere nei circuiti della corruzione e a prestarsi alla mercificazione del loro corpo.
A fronte di tali perversioni, quanto apprezzamento meritano invece le donne che, con eroico amore per la loro creatura, portano avanti una gravidanza legata all’ingiustizia di rapporti sessuali imposti con la forza; e ciò non solo nel quadro delle atrocità che purtroppo si verificano nei contesti di guerra ancora così frequenti nel mondo, ma anche con situazioni di benessere e di pace, viziate spesso da una cultura di permissivismo edonistico, in cui più facilmente prosperano anche tendenze di maschilismo aggressivo. In condizioni del genere, la scelta dell’aborto, che pur resta sempre un grave peccato, prima di essere una responsabilità da addossare alle donne, è un crimine da addebitare all’uomo e alla complicità dell’ambiente circostante.
6. Il mio grazie alle donne si fa pertanto appello accorato, perché da parte di tutti, e in particolare da parte degli Stati e delle istituzioni internazionali, si faccia quanto è necessario per restituire alle donne il pieno rispetto della loro dignità e del loro ruolo. In proposito non posso non manifestare la mia ammirazione per le donne di buona volontà che si sono dedicate a difendere la dignità della condizione femminile attraverso la conquista di fondamentali diritti sociali, economici e politici, e ne hanno preso coraggiosa iniziativa in tempi in cui questo loro impegno veniva considerato un atto di trasgressione, un segno di mancanza di femminilità, una manifestazione di esibizionismo, e magari un peccato!”
Molti uomini giusti ed intelligenti hanno aperto le loro menti e finalmente dato spazio all’altra parte dell’umanità. Ma per coloro che ancora fanno parte del mondo animale in senso stretto, trovo che iniziative come queste siano meritevoli di elogi e la loro divulgazione sia dovuta. Quanto più se ne parlerà, tanto più le donne si sentiranno supportate e troveranno il coraggio di difendersi.
Non serve la violenza, né la prevaricazione dell’uomo.. non è nel nostro stile. Ma il giusto riconoscimento nell’ambito della società che grazie ad organizzazioni come queste, siamo sicure di riconquistare.
Allora…di ritorno dal talk over di “Light on stalking” nel’aula consiliare del Comune di Bari : un “lancio ” ! Nonostante oggi sia 22 dicembre,chi voleva esserci c ‘è stato !
Io personalmente son tornata a casa meno sola e confortata dalle parole, dall’impegno, dall’ altissima professionalita’ dei relatori e dall’aver condiviso con alcune vittime l’esperienza dello stalking ….
Adesso abbiamo cominciato a tessere la “rete” …e siamo tutti piu’ forti !
Gran bel convegno quello del 22, a Bari, sullo stalking.
L’incontro ha avuto un approccio interlocutorio, di confronto tra i vari intervenuti, ed è stato condotto brillantemente dal giornalista Beppe Stallone, di Antenna Sud, emittente televisiva particolarmente impegnata nell’informazione su queste tematiche di drammatica attualità.
Dopo la presentazione dei relatori, della rete nazionale “Light on stalking” e dei suoi obiettivi ha introdotto l’incontro il Vice-sindaco di Bari, Prof. Alfonso Pisicchio.
Il Prof. Pisicchio nel suo intervento ha brevemente spiegato le ragioni che hanno portato il suo partito, Alleanza per l’Italia, a farsi promotore di questo incontro, sottolineando il ruolo sociale che la Politica (senza distinzioni di parte) deve avere nel contribuire, come luogo di aggregazione, a divulgare informazione, nell’ottica della prevenzione, su fenomeni come lo stalking che si è evidenziato, ormai, nella sua natura di vera e propria emergenza sociale; in quest’ottica va letto il segnale che il Comune di Bari ha voluto dare nella lotta ai fenomeni di stalking mettendo a disposizione della rete nazionale Light on stalking l’Aula Consiliare dove si è svolto l’evento.
Beppe Stallone ha poi portato i saluti della Presidente della rete anti-stalking, On. Paola Balducci, che per un contrattempo è restata bloccata a Roma.
Successivamente è intervenuta, in collegamento telefonico, la Criminologa Roberta Bruzzone, anche lei assente perchè impegnata a Cosenza per una perizia sopravvenuta. La D.ssa Bruzzone – nonostante qualche difficoltà tecnica con il collegamento – ha testimoniato la sua stessa personale esperienza come vittima di stalking, dando ai presenti dei preziosi consigli nella sua doppia veste di esperta criminologa e vittima allo stesso tempo: è importante, ha evidenziato, raccogliere minuziosamente ogni possibile atto documentativo degli atti persecutori subìti (come tabulati telefonici, e-mail, o tenere un diario dove annotare tutti gli eventi accaduti ed ogni possibilità probatoria degli stessi, testimoni, ecc.) per potere poi fornire alle forze dell’ordine un quadro esaustivo ed efficace anche nella fase di giudizio.
La parola è passata, quindi, a Francesca Baleani, che è vicepresidente del Comitato e che ha espresso alcuni aspetti della sua vicenda (percossa fino a ridurla in fin di vita, rinchiusa in un sacco di plastica, tentando poi di farne sparire il corpo gettandolo in un cassonetto della spazzatura ed essere poi distrutto nel ciclo di lavorazione dei rifiuti). Francesca Baleani è infatti sopravvissuta all’aggressione da parte del suo persecutore per un autentico miracolo: riavutasi per alcuni istanti ha emesso dei lamenti, e un ragazzo, che passava vicino al cassonetto, lo ha aperto pensando che si trattasse di un animale rimasto chiuso dentro. E’ stato analizzato l’iter giudiziario, che ha previsto una condanna (nei primi due gradi di giudizio ed in attesa della Cassazione) che ha visto il suo aggressore, dopo soli dieci giorni di carcere, ospitato in una struttura psichiatrica giudiziaria ed ancora oggi con possibilità di uscire, sostanzialmente come uomo libero, frequentando la medesima città della vittima, ponendo quesiti sulle possibili aree che richiederebbero degli interventi anche normativi.
Su questi aspetti è stata portata anche la drammatica testimonianza ed i suggerimenti di Rosa Maria Scorese, sorella di Santa Scorese, una studentessa universitaria di Palo del Colle (BA), uccisa dal suo stalker che non fu fermato nonostante le numerose denunce della persecuzione che la ragazza subiva da tempo: per Santa Scorese è aperto il processo di beatificazione da parte della Curia barese, che la porterà verso la Santità.
È intervenuto quindi il Dr Luigi Liguori, Dirigente della Polizia di Stato, che si è soffermato sul comportamento di alcune tipologie di stalker, come caratterizzato da pulsioni differenti dal normale innamoramento, ed ovvero dominio e controllo sulla vittima, dalla condotta ossessiva nel reiterare i suoi comportamenti persecutori, e dalla reazione scaturente dalla perdita di tali strumenti verso la vittima. Il Dr. Liguori, in particolare, ha citato un esempio reale nel quale il persecutore ‘controllava’, in modo seriale, più vittime contemporaneamente, ed ha evidenziato, come sintomo esplicativo della capacità manipolativa del soggetto, che dopo la reazione di una sola delle sue vittime, che lo ha rivelato e contro la quale lo stalker si è accanito con furia, la moglie di quest’ultimo ha continuato a spalleggiarlo e ad aiutarlo. Ha consigliato, poi, di indirizzare la denuncia – ove possibile – agli organismi investigativi specializzati (Sezione reati sessuali della Polizia di Stato o Reparto operativo dei Carabinieri), e comunque ha indicato l’opportunità di rivolgere sempre allo stesso Ufficio anche le denunce successive, ovvero, in mancanza, di creare documentazione che riassuma l’intera vicenda pregressa, in caso di denuncia di uno dei singoli episodi di una serie, onde porre gli investigatori in grado di comprenderne agevolmente il contesto generale legato al singolo episodio di volta in volta denunciato.
La parola è passata quindi alla sessuologa, D.ssa Maria Paola Simeone che si è soffermata sull’analisi dei processi di attaccamento insicuro e sugli aspetti narcisistici dei soggetti autori di stalking, suggerendo la creazione di una rete di servizi consultoriali per la violenza sessuale, ad oggi inesistente.
Ho preso quindi la parola per accennare alle diverse tipologie di stalking (delirante, rifiutato, predatore, risentito, bisognoso d’affetto e corteggiatore incompetente) come ormai codificate dalla letteratura scientifica, fornendo i riferimenti web sia dell’importante articolo di Galeazzi e Curci, dell’Università di Modena e Reggio Emilia (http://www.gipsicopatol.it/italiano/rivista/2001/vol7-4/galeazzi.htm) sia del lavoro di Mazzeo e Pace sull’erotomania delirante (http://www.psychiatryonline.it/ital/erotomania.htm). Ho evidenziato come solo in quest’ultimo caso si possa parlare di un disturbo mentale, mentre in tutti gli altri casi di stalking non può essere invocata una patologia, nemmeno un disturbo di personalità che per definizione compare sin dai 18-20 anni e si mantiene stabile, e non è causato da una separazione coniugale o dalla rottura di una relazione affettiva: nella grande maggioranza si tratta di condotte criminali portate avanti lucidamente dagli ‘stalkers’.
L’Avv. Nicky Persico ha sottolineato, quindi, il profilo dello stalker ‘predatore’, che agisce, in sostanza, con schemi assimilabili a quelli di un serial killer – richiamandosi a quanto poco prima narrato dal Dr. Liguori – prendendo di mira scientemente la propria vittima e pianificando la sua azione accuratamente, onde assoggettarla, ricattarla, moralmente e materialmente, sino a reagire con estrema violenza – anche fisica, e in alcuni casi uccidendola – quando la stessa decide di sottrarsi alla persecuzione, rivelandolo. Altri indicatori di questo tipo di stalker sono la pedofilia e le perversioni sessuali, nonché il basso tasso di emersione dovuto alle particolari difficoltà che incontra la vittima a rendersi consapevole della situazione, e quindi poi a reagire.
Liliana Mianulli, vittima di stalking, tuttora in atto, ha fornito la sua drammatica testimonianza evidenziando lo stato d’animo e l’incubo in cui versa la vittima, impercettibili al mondo esterno. Si trova infatti a contrastare almeno tre diversi fronti: lotta contro lo stalker, lotta con se stessi poiché lo stalking porta la vittima ad uno stato di confusione mentale, alterandone il modo di pensare, e lotta, infine, con la società, per la quale lo stalker passa solo per una persona innamorata, mentre in realtà non è così: quello dello stalker è tutto tranne amore, ha concluso la Mianulli, evidenziando come determinate minimizzazioni, da parte degli altri, feriscano profondamente la vittima.
Avviandoci verso la conclusione, è intervenuta l’Avv. Rosa Lupo riportando comunque il dato che i fenomeni di stalking sono talvolta messi in atto anche da donne (20% dei casi), spesso contro altre donne. Ha rilevato, inoltre, che in molti casi la vittima di stalking si trova a vivere una seconda vittimizzazione nei Tribunali, talvolta scontrandosi con una non sufficiente informazione degli inquirenti e dei giudici verso le dinamiche complesse che ruotano attorno a questo fenomeno, che provocano ulteriori difficoltà: per la vittima diviene davvero difficile sostenere il giudizio in queste condizioni. L’avv. Lupo, di conseguenza, ha sottolineato l’importanza di incontri formativi su questa particolare tematica, che presenta aspetti più difficili da intuire, rispetto ad eventi criminosi diversi – es: furto – per i quali il disvalore sociale e la portata lesiva dell’atto sono più immediatamente delineati e quindi percepibili dai terzi. Il suo consiglio è quello di farsi assistere da professionisti, in ogni campo si renda necessario a seconda del caso, specializzati in questo tipo di reati.
L’intervento telefonico di Eleonora Giovannini, anch’ella vittima di stalking, non è stato possibile per problemi tecnici insorti.
L’incontro si è quindi avviato a conclusione con alcuni interventi e quesiti del pubblico presente.
Dr Andrea Mazzeo
VORREI SAPERE PERCHè DI QUESTA EFFERATA VIOLENZA ALLE DONNE, NO RISPETTO, VOLETE ESSRE AMATI MA DACHI SE LA DONNA VIENE TRATTATA MALE,ALLORA IO PENSO O SIETE GAY ONON VE NE FREGA NIENTE DI NOI, COMUNQUE DOVETE FARVI CURARE ANDATE DA UN PSICHIATRA SE AVETE UN CAMPANELLO CHE VI SUONA NELLA TESTA, STATE DIVENDANDO TUTTI ASSASSINI VI RENDETE CONTO? IO NON SPOSEREI MAI UN ASSASSINO,MI FAREBBE SCHIFO UN UOMO COSì PERCIò CONTATE FINO A CENTO PRIMA DI ARRIVARE A TANTO
sono lontana, in Terra Santa, ma sono riuscita ad accedere ad un computer e vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato con grande competenza.
@ Isa: grazie per i complimenti e speriamo veramente che queste lodevoli iniziative aiutino le vittime.
@ Daniela: hai ricordato a tutti noi questa meravigliosa lettera nel papa della mia giovinezza. Invito tutti a leggerla, perche’ il papa parla delle donne violate con una tenerezza ed un amore incredibili…Daniela, il tuo romanzo e’ molto bello…lo sto leggendo…grazie.
@Rosa maria: davvero grazie per averci informato dell’incontro in cui e’ stato presentato lighton stalking.
@Letizia, ho compreso che parli si un fatto specifico…io la penso come te…grazie.
Di nuovo un grazie a tutti e spero che continuiate a seguirci.
Come non essere d’accordo con quello che Lei ha scritto in questa pagina?
A scriverLe è una giovane studentessa di 16 anni, a cui sta molto a cuore il tema della violenza sulle donne, fenomeno che sta invadendo freneticamente il mondo, ahimè anche quello occidentale.
Non posso nascondere che l’idea di vivere in questo mondo, in cui accadono continuamente questi tristi episodi, mi spaventa notevolmente. Il mio buon proposito per l’anno che verrà? Quello di combattere, nel mio piccolo, ogni sopruso che viene fatto nei confronti delle donne!
Invito da donna alle donne sfortunate: vittime della violenza.
Il dolore, il più delle volte, è una sensazione fisica di sofferenza alla quale fisiologicamente ogni essere umano fugge; ma la sofferenza morale che si prova dentro il focolare domestico, ritenuto da sempre il luogo di conforto per eccellenza, è inconcepibile. E’ deplorevole l’idea che l’artefice del tuo dolore è lui, l’uomo che ti ha scelto e hai scelto tra tanti; colui con il quale dovresti condividere gioie e invece diventa il “moltiplicatore” dei tuoi dolori; colui con il quale dovresti costruire il tuo futuro e invece diventa l’orco distruttore del tuo avvenire.
Cadono così le certezze, le attese restano le amarezze.
Ma tutte, anche tu, che stai soffrendo il presente, sei dotata di grande forza d’animo; hai la capacità di affrontare con responsabilità il dolore; e allora… CORAGGIO, aiutati e fatti aiutare da associazioni che si occupano del lighton stalking; da persone preparate e sensibili, come la signora Maria Rosaria De Simone, che ci ha permesso di relazionare.
Aiutati, affinchè il tuo “agire” possa servire a creare una sorta di rete comunicativa tra donne, possa essere di supporto a tante altre donne che, come Te, pensavano di essere “SOLE” e incapaci di ammansire anche la bestia più profonda: il proprio dolore.
Trova la forza di SCRIVERE e VINCERAI!!!
Questo è l’augurio che Ti faccio per il nuovo anno!!!
@roberta: sei giovane, ma vedo che sei in gamba e coraggiosa…ti aiuterà nella vita….
@@alessandra: grazie per il tuo intervento…spero che questo augurio lo seguano in molte, molte donne.