di Vittorio Vezzetti*
Di fronte alla proposta di legge 735 che intende fornire un equilibrio di coabitazione e cura tra le due figure genitoriali (in accordo con la risoluzione 2079 del Consiglio d’Europa) si sono da più parti levate voci di protesta, insorte al coro “No alla giustizia salomonica, no ai bambini pacchi postali”. A parte alcune categorie professionali (la cosiddetta filiera del dolore) comprensibilmente preoccupate per un prevedibile calo del fatturato da conflittualità separativa, le voci più preoccupate vengono da una parte politica ben precisa: parliamo di Maurizio Martina, di Pier Luigi Bersani, di Pierfrancesco Majorino, di Monica Cirinnà, di Francesca Puglisi e di molte altre voci (anche giornalistiche) di una sinistra che però a difesa dell’infanzia non si era mai sentita quando è emerso che l’Italia è il Paese più sanzionato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione dell’art. 8 sul rispetto della vita familiare, quando è emerso che siamo uno dei primi Paesi europei per tasso di perdita genitoriale post separativa, quando si è evidenziato che abbiamo il più basso tasso in Europa e probabilmente al mondo di affido esclusivo paterno (0,7%, inferiore persino al tasso di donne in età fertile affette da tossicodipendenza… nel supremo interesse del minore, ovviamente) nonché di affido paritetico.
Agli incauti esponenti politici e giornalistici che si sono avventurati in un terreno molto tecnico, lontano anni luce dalle loro competenze, dedico questo breve articolo chiarificatore che spiega lo stato dell’arte sul topic “doppio domicilio”.
BAMBINO PACCO POSTALE?
Un’obiezione che ha accomunato molti dei soggetti sopra citati è che con un affido paritetico si incrementerebbero eccessivamente le transizioni fra una casa e l’altra. In realtà un affido a settimane alterne col 50% delle vacanze ripartite fra i due genitori comporterebbe solo 49 transizioni all’anno (e se le transizioni avvenissero a scuola in pratica la condizione si assimilerebbe a quella di una famiglia unita). Il costume attuale di 6 pernotti infrasettimanali e due week end al mese comporta invece 179 transizioni. Uno studio in via di pubblicazione condotto da Josè Luis Sariego ha osservato che con l’affido paritetico il chilometraggio percorso dalla prole aumenta del 16.4% rispetto alla condizione pre-separativa, mentre un affido materialmente esclusivo aumenta la percorrenza del 183%. Posto che avvalendosi di una piccola calcolatrice i suddetti personaggi avrebbero potuto risparmiarsi una figuraccia del genere, in realtà il numero di transizioni ben poco ha a che vedere con la salute dei minori.
QUALI SONO GLI EVENTI PRECOCI AVVERSI DELL’INFANZIA RICONOSCIUTI DALLA SCIENZA E QUALI LE LORO CONSEGUENZE?
La Medicina ha infatti da tempo codificato quali eventi precoci dell’infanzia (childhood adversity) sono in grado di nuocere alla salute. Precisiamo subito che fra essi non figura l’instabilità del domicilio (dovremmo infatti avere tra i milioni di nomadi ancora esistenti sul pianeta -Beduini, Tuareg, Mongoli- tassi di disturbi mentali elevati laddove invece i figli dei nomadi presentano livelli di salute mentale migliori dei nostri figli delle società occidentali). Sono invece riconosciute childhhood adversity: i FATTORI CRONICI DI STRESS quali la perdita (o, in subordine, carenza) genitoriale, la separazione dei genitori, soprattutto se con conflitto familiare persistente, la trascuratezza, l’educazione genitoriale inadeguata, la debole salute mentale dei genitori, la povertà, l’uso di droghe in famiglia e le ESPERIENZE TRAUMATICHE ACUTE quali l’abuso fisico, l’abuso verbale, l’ abuso mentale, la violenza assistita entro le mura domestiche, la malattia infantile cronica e severa (per es. tumori, leucemie, malattie rare ecc.) .
Le conseguenze di questi eventi avversi precoci -i più diffusi dei quali in ambito separativo sono la perdita genitoriale e la forte conflittualità- possono essere estremamente varie (danni ormonali, cromosomici-basilari gli studi svolti a Princeton sull’accorciamento dei telomeri da perdita del padre-, malattie neoplastiche, malattie infiammatorie croniche, malattie cardiovascolari, malattie psichiatriche come depressione, suicidio e Disturbi del Comportamento Alimentare ecc.), per cui è assolutamente logico e consequenziale affermare che, implementando questi fattori di rischio, il nostro habitus giuridico è responsabile di decine di migliaia di malattie organiche gravi che possono manifestarsi e si stanno manifestando nell’età adulta e giovane adulta, lontano dagli occhi di chi le ha determinate.
L’affido materialmente condiviso (locuzione da me ideata nel 2011 e corrispondente a un ventaglio di soluzioni incluse nel range 35-65% dei tempi di coabitazione e cura) si è dimostrato in grado nei Paesi che l’hanno adottato come soluzione prioritaria di ridurre significativamente il rischio di perdita genitoriale e la conflittualità a lungo termine e, conseguentemente, le malattie organiche causate dopo latenze di lustri da questi eventi avversi..
A BREVE TERMINE I BAMBINI IN AFFIDO MATERIALMENTE CONDIVISO STANNO MEGLIO O PEGGIO DI QUELLI IN AFFIDO MATERIALMENTE ESCLUSIVO?
Anche su questo punto abbiamo assistito a un florilegio di opinioni non accreditate degne del Bar Sport il giorno del derby (specialmente su Repubblica, L’Espresso, il Corriere della Sera ma anche su Avvenire). In realtà non è necessario come ha fatto il sottoscritto andare agli incontri con i grandi esperti in giro per il mondo perché esiste ormai una notevole mole di ricerca accreditata a livello internazionale facilmente reperibile attraverso 4 motori di ricerca di database scientifici: EBSCO, PUBMED, SOCIAL SCIENCE INDEX RESEARCH, PSYCHINFO. Su questa si sono basati le 47 Nazioni aderenti al Consiglio d’Europa per promulgare la risoluzione 2079 e su questa ci basiamo noi esperti internazionali.
Relativamente al rapporto fra benessere generale e modalità di applicazione dell’affido dei minori, i risultati della letteratura scientifica sono racchiusi infatti in 74 studi comparativi pubblicati su riviste a comitato di lettura o report governativi fra il 1977 e il 2014. Essi sono stati oggetto di due differenti metanalisi (tra loro distinte per le modalità d’arruolamento) che hanno paragonato l’affido materialmente condiviso e quello esclusivo. La conclusione inequivocabile è che solo tre studi su 74 hanno dato risultati negativi ed erano, a una successiva lettura, tutti gravati da seri errori metodologici. Possiamo discutere se questa positività sia legata a un effetto di selezione del campione (ma analisi approfondite tenderebbero ad escluderlo) o piuttosto ad un effetto veramente causale (come pare più probabile) però è indiscutibile in ogni caso la non nocività a breve termine e il beneficio a lungo termine (attraverso la prevenzione di perdita genitoriale e la riduzione della conflittualità a lungo termine) dell’affido materialmente condiviso. Nessuno studio ha mai evidenziato una nocività dell’affido paritetico.
CONCLUSIONE
Con buona pace del sottosegretario Vincenzo Spadafora, che altrettanto incautamente dei sopracitati personaggi ha dichiarato la sua contrarietà al principio dell’affido materialmente condiviso, il DDL recepisce nell’equa suddivisione, comunque non automatica, dei tempi di coabitazione e cura le indicazioni del Consiglio d’Europa, della Comunità Scientifica accreditata reperibile nei 4 motori di ricerca prima ricordati, della Società di Psicologia Giuridica e della Società Italiana di Scienze Forensi. Dopo avere portato contributi scientifici importanti presso il Parlamento Europeo, presso il Ministero della Salute, presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani a Ginevra e presso molti corsi in mezza Europa, spero di poter aiutare il cammino di questo DDL nelle prossime audizioni parlamentari.
*Co Founder dell’International Council on Shared Parenting e Presidente Figlipersempre Nazionale
Per approfondimenti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5193267/
https://www.youtube.com/watch?v=AYzZcHtH0qw