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Bad times at the El Royale apre la 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma

di Angela Consonni
La 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma si apre con il thriller-noir “Bad times at the El Royale”Presentato dal regista e sceneggiatore Drew Goddard e la giovane Cailee Spaeny.Nel cast presenti volti noti tra cui Dakota johnson, Chris Hemsworth, John Hamm ed il premio Oscar Jeff Bridges.
Una sala affollata ha visto un pubblico entusiasta applaudire il film al termine della proiezione. Completamente ambientato, come suggerito dal titolo italiano “sette sconosciuti al Royale”, in un motel “il royale” peculiare per la sua posizione, ossia costruito sul confine tra lo stato del Nevada e quello della California. Particolarità evidenziata anche dal modo in cui é arredato, come fossero due ambienti differenti divisi da una linea disegnata a terra. Ciò rappresenta perfettamente il dualismo che caratterizzerà tutto il film; c’è sempre un’altra faccia della medaglia (dinamica presente in molti altri lavori del regista Drew Goddard). Nulla é come sembra ed anche il motel custodisce un segreto che è costato ricatti o addirittura la reputazione a uomini potenti che in passato alloggiarono all’interno di esso.
Anche i sette personaggi protagonisti mostrano inizialmente solo un lato della loro personalità che emergerá completamente durante il corso del film. Troviamo Dakota Johnson nei panni di una hippie ma con temperamento nervoso e poco socievole. Un Jeff Bridges con la memoria che inizia a vacillare, cosa che gli comporterà un errore non indifferente.
Non mancano riferimenti a uomini che, nel bene o nel male, hanno lasciato un segno evidente nella storia. Come confermato dal regista, vengono richiamati aspetti dei film di Quentin Tarantino. Inoltre Chris Hemsworth (conosciuto anche come Thor dell’omonimo film) incarna una sorta di charles manson come capo carismatico di una setta con seguaci disposti a tutto pur di essergli devoti (anche per quel che riguarda l’aspetto fisico sembrerebbero esserci delle somiglianze, coincidenze ?).
Da molte delle scene traspare la situazione politica e sociale dell’America degli anni sessanta uscita da poco dalla guerra del Vietnam, dall’assassinio di Kennedy e che vedeva come protagoniste le lotte per i diritti civili e la battaglia contro l’odio razziale e sulle donne.
Complessivamente appare un film originale ed imprevedibile. La storia somiglia ad  una tela tessuta man man che gli eventi si svolgono e tutto assume infine un senso logico e lineare.

 

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