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Neri Oxman, scienza e architettura e bio-opere per reincarnare le maschere del passato, presente e futuro.


di Lara Ferrara
Le Opere di Neri Oxman esplorano i complessi confini tra vita e la morte rivivendo e mutando in molteplici forme. Ideate in collaborazione con il Mediated Matter Group presso il MIT Media Lab e la società di stampa 3D Stratasys con una nuova tecnologia di stampa ultrasuoni ad alta definizione,i Vespri (questo il loro nome),hanno debuttato al London Design Museum all’interno del Fear and Love show.
La Oxman da sempre si occupa di bioarchitettura passando da progetti di ricerca sulla stampa 3D includono “pelli indossabili” stampate in 3D progettate per facilitare i processi biologici sintetici, a studi su come utilizzare i bachi da seta per stampare le strutture architettoniche. Dal 2016 si è dedicata alla collezione Vesper, rivelando prima la seconda parte della trilogia, per poi seguire la prima parte.
Basate su antiche maschere mortuarie tradizionalmente realizzate con cera o gesso, le versioni di Oxman sono formate utilizzando una stampante 3D multimateriale Stratasys Objet500 Connex3, che costruisce forme 3D depositando gocce polimeriche in strati.
La raccolta presenta 15 maschere che si suddividono in tre categorie: passato, presente e futuro basate su un precedente progetto, intitolato Lazarus, e formato da modelli di materiali volumetrici ad alta risoluzione di stampa 3D.
Progettati per abbinare strutture presenti in natura ad una “reliquia simbolica” resa interfaccia biologica funzionale che si muove oltre la superficie esterna creando un volume interno alla maschera.
“La ricerca ci sta conducendo verso un futuro in cui le interfacce e la pelle da indossare sono personalizzate non solo per adattarsi a una particolare forma, ma anche per un materiale specifico, chimico e per il trucco genetico.”, ha spiegato il team di Oxman.
Un’interpretazione contemporanea del passaggio dell’anima dalla vita alla morte, una sorta di trasmutazione tra il passato, il presente ed il futuro.
Incorporate in minerali naturali come il bismuto, l’argento e l’oro, le cinque maschere utilizzeranno le combinazioni di colore comunemente trovate nelle diverse pratiche religiose.Una rivelazione a contemplazione della perpetuazione della vita da entrambe le prospettive culturali e biologiche.
Insomma girando intorno alla morte e alla rinascita le opere sono dei veri e propri microrganismi viventi che attraverso minuziose caratteristiche spaziali all’interno degli artefatti, mutano ricreandosi.

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