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'Misteri di carta'. Nessun super commissario, a scoprire il colpevole è il lettore.

Altre cinque indagini sono in cerca di una soluzione! Dopo “Indagini sotto l’albero”, uscito nel 2017, Caterina Ferruzzi propone una nuova serie di racconti gialli con “Misteri di carta“.

Chi ha letto il libro precedente sa bene che non si tratta di una delle tante raccolte di racconti gialli con un crimine o caso che qualche commissario dal fiuto geniale, come ci si aspetta,  alla fine risolve.

No, qui non c’è alcun poliziotto o investigatore perchè a dover trovare la soluzione è il lettore.

Come è possibile?

Ogni storia termina con un crimine commesso e alcuni quesiti da risolvere per poter arrivare alla risoluzione. Per venire a capo delle indagini arrivano dunque in soccorso del lettore 33 indizi che consentono di elaborare ipotesi e congetture, entrando così in prima persona nella storia!

Divertente quindi da soli, ma di certo se amate i giochi di società “Misteri di carta” può essere perfetto anche per una serata in compagnia. Le istruzioni sono decritte puntulmente nella parte introduttiva, ma il bello di questo libro è che ciascuno può utilizzarlo come preferisce! Se ad esempio non avete pazienza o morite dalla voglia di scoprire immediatamente il colpevole, dopo aver letto gli indizi, potete catapultarvi direttamente nella parte finale del volume dove sono svelate tutte le soluzioni!

In questo libro le ambientazioni si prestano molto ai misteri descritti. Ci troviamo in una biblioteca francese dove spariscono dei preziosi schizzi attribuiti a Leonardo da Vinci, si viaggia sul treno Vienna- Praga con un commerciante di pietre preziose, siamo a Berlino tra il pubblico di un’asta molto particolare, in una piccola cittadina inglese ad una festa di laurea di tre giovani ragazzi e sul palco di un teatro di Bruxelles.

Anche per “Misteri di carta” Caterina Ferruzzi ha scelto il self publishing su Amazon, soluzione sempre più adottata in un mercato editoriale un po’ complesso e spesso pieno di ostacoli per tutti quegli autori che, pur avendo un piccolo pubblico che li apprezza, non hanno la possibilità di entrare nell’orbita dei grandi colossi e quindi avere una visibilità capillare su tutto il territorio. Il self publishing è da gestire in modo molto attento perchè richiede all’autore di rivestire più ruoli. Terminata la parte creativa infatti si diventa editori di se stessi adoperandosi nell’editing e nella pubblicazione del libro e poi promotori della propria opera attraverso i canali prescelti, come i social che permettono un buon trampolino di lancio, se utilizzati nel modo giusto.

Non ci resta quindi che calarci nei panni di commissario e darci da fare per risolvere i cinque misteri!

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