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La poesia è la più alta forma di resilienza: intervista a Gianni Maritati

di Antonietta Gnerre
Gianni Maritati, giornalista Rai, è co-fondatore e presidente dell’Associazione culturale Clemente Riva, direttore della Festa del libro e della lettura di Ostia e curatore di una Newsletter settimanale di cultura e spettacolo, “Prisma”, con oltre mille iscritti. Fra i suoi libri: “Azioni e prefazioni. In viaggio con i libri 2002-2018” (Cultura e dintorni editore, 2018), “Cristiani contro. I grandi ‘dissidenti’ della letteratura italiana da Iacopone a Umberto Eco” (Tau, 2017), “Emozioni su Topolino. Il mondo Disney e i suoi valori da Biancaneve a Oceania” (Apl, 2017, nuova edizione), la trilogia di Atti unici ispirati all’Antico Testamento “Palcoscenico Bibbia” (Apl, 2015). Nel 2017 è tra i vincitori del Premio Prata. E’ presidente onorario della Nazionale Italiana Poeti. In questa intervista parliamo del suo lavoro come giornalista, della fede come ricchezza interiore, delle sue innumerevoli passioni: la scrittura, la promozione culturale, l’organizzazione di eventi letterari.  
È difficile per un cattolico entrare in dialogo con le logiche del mondo dello spettacolo? E come si fa a dialogare?
Non è difficile, se si è intellettualmente onesti. Bisogna “raccontare” con grande franchezza, “vedere” prima di “giudicare”, e sempre con serenità e senza pregiudizi, senza cadere nella trappola dell’eccessiva simpatia o addirittura dello smaccato favoritismo. L’importante è mantenere il giusto distacco. Dati questi princìpi, l’arte del dialogo si impara poi sul campo, giorno per giorno.
E la fede?
Senza la fede, penso che la mia attività culturale sia meno ricca e significativa. Parlo per me, naturalmente. Il Vangelo ispira le mie parole e i miei gesti, i miei articoli e i miei libri. Cerco di passare un “messaggio” positivo, costruttivo, illuminante. Non sempre ci riesco, ma l’obiettivo ideale è questo.
Sei co-fondatore e presidente dell’Associazione culturale Clemente Riva e direttore della Festa del libro e della lettura di Ostia. Parlaci di queste due realtà culturali che stai promuovendo sul territorio di Ostia.
E’ un grande contenitore culturale in cui il libro ha la sua centralità, attirando a sé altre forme di espressione artistica: mostre d’arte e fotografiche, concerti, anteprime cinematografiche, concorsi dedicati alla poesia, al fumetto e al teatro…Prima di tutto, però, c’è la voglia di stare insieme, di confrontare le proprie esperienze con quelle degli altri, di socializzare. Di questo c’è sempre un grande bisogno, specie nelle periferie.
Ci sono molte realtà culturali ad Ostia?
Tantissime, molto attive e qualificate, ma non molto valorizzate dai mezzi di informazione e comunicazione. Adesso da pochi anni la tendenza si è invertita, si fa rete, si scoprono interessi e conoscenze comuni. Bisogna procedere sempre di più su questa strada che porta alla condivisione e all’eccellenza. Una strada che attira pubblico e moltiplica le idee e le occasioni culturali.
La Newsletter settimanale di cultura e spettacolo “Prisma” è molto seguita e apprezzata. Qual è la formula di tanto impegno?
“Prisma” è prima di tutto, fin dal titolo, un omaggio all’omonima, gloriosa rubrica di spettacolo del Tg1 alla quale ho avuto l’onore di collaborare a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta. La Newsletter resta fedele all’eredità di quella rubrica e a se stessa: segnalare libri, film e dischi che hanno valore specifico, che hanno qualcosa di importante da dire alle persone, che migliorano la qualità della nostra vita. Segnalo anche iniziative culturali di vario genere, dal teatro alle mostre, con un occhio particolare naturalmente alla Festa del libro e della lettura di Ostia come pure a tutte le iniziative sociali e culturali dell’Associazione Clemente Riva.
Veniamo ai libri pubblicati. A quale sei più legato?
Per un autore, tutti i libri pubblicati sono come figli. Quindi è difficile dire qual è il “preferito”. Forse sono più legato a “Cristiani contro”, perché qui ho tentato una rilettura abbastanza originale di alcuni grandi scrittori italiani, da Iacopone a Pasolini, da Manzoni a Silone. In tutti c’è una esperienza di fede che, anche quando viene “superata”, provoca nostalgia: il desiderio di una vita religiosa pulita, attiva, consapevole.
Il libro “Palcoscenico Bibbia” è un invito a riscoprire ed avvicinare alla fede?
Sì, è un modo per avvicinare alla Bibbia soprattutto i più giovani. L’Antico Testamento è ricco di figure umane belle e complesse. In questo libro ne rievoco tre: il profeta Giona (quello che fu inghiottito da una balena, figura di Cristo), Ruth e Noemi (suocera e nuora che sfidano i luoghi comuni dell’epoca) e Tobia, che grazie a un Angelo riscopre la bellezza della fede come viaggio e avventura.
Con Fabrizio Condò hai scritto “Clemente Riva. Vescovo del dialogo” (Edizioni Rosminiane, 2000). Quanto è importante per te la figura di Riva?
Mons. Clemente Riva è stato l’esempio di un vescovo che amava stare fra la gente, che voleva ascoltare i giovani, che ha scritto libri importantissimi per chiedere ai cristiani di fare molto di più per la Chiesa e per la società. Per me, lui è il parametro del Vangelo incarnato nelle difficoltà di tutti i giorni. Un vero anticipatore del magistero di Papa Francesco, che vuole una Chiesa povera fra i poveri, che conosce diritti e doveri e che difende i più deboli.
Parlaci del libro “Emozioni su Topolino. Il mondo Disney e i suoi valori da Biancaneve a Oceania”. Come è nato questo lavoro?
Fin da piccolo ho sempre guardato con uno speciale stato d’animo i film e i cartoon di Walt Disney: ero come rapito da una specie di magia, di incantamento. Quei film e quei cartoon mi aiutavano a crescere, a guardare dentro me stesso. Poi mi sono dedicato anche ad altre scuole e case di produzione e penso che, a parte qualche eccezione, il mondo dell’immaginazione colorata è l’esaltazione della fantasia e dei valori. Per questo ho scritto due edizioni di “Emozioni su Topolino” e “Biancaneve e i suoi fratelli”: per celebrare un mondo che parla di sogni e talento, coraggio e altruismo.
Collabori con varie riviste e volumi collettivi, organizzi e moderi convegni, conferenze stampa, presentazioni di libri e incontri culturali…
Sì, le persone hanno bisogno di ascoltare qualcosa di non banale, di sentirsi coinvolte, di leggere buoni libri e buoni articoli. Tutta la mia attività di volontariato culturale va in questa direzione. O almeno ci provo.
Sei presidente onorario della Nazionale Italiana Poeti. Quanto è importante la poesia oggi?
Ho accettato questo incarico, che mi onora davvero, perché credo che la poesia rappresenti la più alta forma di resilienza di fronte all’imbarbarimento generale. La poesia è respiro, anima, intelligenza: è la forza nuda della parola contro tutte le follie e le storture del mondo.
 
 
 

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