“IL COLPO” – 21 gennaio – Consiglio Nazionale delle Ricerche – proiezione del cortometraggio di Raffaele Manco
di Mario Masi
L’idea di presentare “Il Colpo” al CNR è nata dopo aver conosciuto Raffaele Manco, il regista. L’entusiasmo con cui il giovane Raffaele mi ha parlato del giovane Marconi è stato contagioso. Se è vero che tutti i ragazzi devono avere un sogno quello di Marconi era un grande sogno, realizzato grazie al suo indiscusso genio a soli vent’anni.
La passione e la convinzione di poter raggiungere il suo sogno sostennero il giovane Marconi quando dovette scontrarsi con gli iniziali scetticismi. Si racconta che nel settembre 1895, all’indomani dell’esperimento della collina narrato da Raffaele Manco, Marconi scrisse una dettagliata relazione e la inviò al Ministero delle Poste. Sui suoi fogli della relazioni un funzionario scrisse “Alla Longara!” (era il manicomio di Roma).
Attraverso Marconi si affermò nel nostro paese un modello di scienza applicata alla vita, che trovò conferma in un Nobel vinto a soli 35 anni. Come Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche per un decennio, dal 1927 al 1937, Marconi ne ha fatto uno strumento moderno, dove la ricerca procede con l’innovazione e con il mondo delle imprese.
E’ il modello di chi ha saputo vedere nella ricerca una grande opportunità per migliorare la condizione dell’uomo. In un radiomessaggio trasmesso al Chicago Tribune Forum dell’11 Marzo 1937, quattro mesi prima della sua morte, scrisse:
“Nella radio abbiamo uno strumento che ci permette di avvicinare i popoli del mondo, di far sentire le loro voci, le loro necessità e le loro aspirazioni. Il significato di questi moderni strumenti di comunicazione è così totalmente rivelato: un potente mezzo per il miglioramento delle nostre mutue relazioni di cui oggi possiamo usufruire; dobbiamo solo seguirne il corso in uno spirito di tolleranza e di comprensione reciproca, solleciti nell’utilizzare le conquiste della scienza e dell’ingegno umano per il bene comune.”
Sua figlia, la principessa Elettra Marconi, in una intervista da lei concessa all’Almanacco delle Scienza, periodico on line del CNR, ricorda un aneddoto raccontato dalla madre Maria Cristina Marconi nel libro ‘Mio marito Guglielmo‘: “Mio padre diceva che sarebbe arrivato un giorno in cui ognuno avrebbe avuto in tasca ‘una scatoletta’, con la quale parlare con la fidanzata o con la mamma, per chiedere ‘di ‘buttare la pasta’.”
Questo è stato Marconi, il suo sogno e il suo genio.