Cinecittà, fabbrica dei sogni, delle illusioni, dei miti, voluta fortemente da Mussolini come parte integrante del suo regime.
Mario Pacelli, docente di Istituzioni di diritto pubblico e a lungo funzionario della Camera dei Deputati, ne ripercorre la storia, insieme a quella del cinema italiano, in una prospettiva che mette in evidenza l’importanza della “Hollywood sul Tevere” nello sviluppo urbanistico della Capitale e nell’immaginario dei suoi abitanti.
Alle storie di finzione si affiancano quelle reali: Cinecittà diventa un luogo crocevia di mille destini. Parzialmente distrutta durante i bombardamenti del 1944 diviene campo di concentramento tedesco. Novecento persone vi furono rinchiuse durante i rastrellamenti della periferia romana in attesa di essere trasferiti in Germania.
Sfilano in queste pagine dense e avvincenti divi e dive dal fascino irresistibile, artigiani abilissimi e affaristi senza scrupoli, registi dal tocco magico e artisti del makeup, politici poco lungimiranti e autentici geni della fotografia. Cinecittà diviene la parabola di un Paese ricco di grandi talenti e occasioni sprecate, di genio e arbitrio, che il cinema italiano ha saputo esprimere con tanta efficacia.
Un saggio per chi ama il cinema e anche la storia italiana, in cui si intersecano le vite dei più grandi personaggi della Settima Arte e quelle dei politici che hanno diretto i percorsi della nazione.