di Anna Esposito
“La guerra e la malattia, questi due infiniti dell’incubo” le parole con cui Louis-Ferdinand Céline tenta di raccontare l’abisso, che privo di occhi resta uno sgomento e atterrito silenzio. Céline scelse di sporgersi per guardarlo, quando partì come volontario per il fronte, quello della Prima Guerra Mondiale. Ne tornerà provato nel corpo e nella mente, la grave ferita riportata alla testa gli varrà una medaglia al valore e una serie innumerevole di fantasmi, che riempiranno le pagine del suo capolavoro, Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932). Tante, troppe ancora le guerre che infiammano i popoli della Terra, ciascuna ha un nome, ma in tutte c’è lo stesso volto, lo stesso inferno, il medesimo incubo per chiunque ne venga risucchiato.
E stata inaugurata oggi al Parlamento Europeo una mostra fotografica “Gli occhi della guerra” di Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, gli occhi di tre giornalisti che in questi 25 anni si sono resi testimoni instancabili, rischiando la propria vita, di dilanianti conflitti fin negli angoli più remoti e dimenticati dall’uomo, spinti da una passione “maledetta”. “Quando ho pensato di proporre la mostra fotografica ‘Gli occhi della guerra’ al Parlamento Europeo – dichiara l’ on. Marco Scurria– non era neanche immaginabile che il regime libico, come pure quelli di Tunisia ed Egitto, potessero essere rovesciati da nuovi venti di guerra. La mostra assume, quindi, un carattere di stretta attualità per gli argomenti che tratta.” Presente all’inaugurazione della mostra anche l’ambasciatore afghano, Homayoun Tandar, che condivide a appoggia il messaggio che ha ispirato la mostra. “Sono foto di 30 anni di guerra realizzate da tre “pazzi” come Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin che hanno voluto raccontare anche guerre “dimenticate”, quelle contro dittatori che non assurgono agli onori delle cronache perché la strada per la libertà di quei popoli non corre lungo le viscide corsie del petrolio.”, inequivocabile il riferimento dell’on. Scurria alla questione libica e alla decisione delle forze Nato di lasciar precipitare ogni intermediazione procedendo con la forza delle armi.
“Almerico Grilz– continua Scurria- è caduto nel 1987 durante un reportage sulla guerra in Mozambico; Fausto Biloslavo, non è con me, oggi, perché si trova in Libia dove prova, regime libico permettendo, a raccontare una guerra ancora per molti versi poco chiara. E’ importante che la mostra sia allestita al Parlamento europeo a Bruxelles, centro dell’ Europa, perché l’ Europa tutta gioca un ruolo importante per i futuri assetti nel Mediterraneo. Il richiamo ai principi di libertà e di democrazia che ispirano l’ Unione Europea, debbono far riflettere sulle situazioni che si vivono in paesi come la Cina o l’Iran dove mancano o sono carenti il rispetto della dignità umana e le più elementari forme di libertà. Gli orrori che si generano dalla guerra”.
E di orrori Fausto Biloslavo deve averne visti tanti, quelli intrappolati negli scatti in mostra a Bruxelles hanno il colore rosso del sangue versato in Africa negli anni ottanta:in Uganda, Angola e nel disperato Ruanda. Poi il reportage durante la prima invasione israeliana del Libano nel 1982 fino all’ultima drammatica tragedia dell’Iraq. Le fotografie scandiscono tutto il martoriato cammino dell’Afghanistan dall’invasione sovietica fino ad oggi, alcuni scatti per ricordare le guerre più feroci, quelle dimenticate, come nel caso della Birmania o del Nicaragua. La mostra è stata realizzata con il sostegno del Mo.D.A.V.I., un’associazione no-profit impegnata a livello internazionale in iniziative di solidarietà in favore di aree particolarmente disagiate e difficili.
Gli occhi della guerra, di chi la vive suo malgrado, se ne trova scaraventato e come Davide combatte il suo Golia, nel tentativo di sopravvivere. Gli occhi della guerra sono anche quelli dei giornalisti, dei fotografi, che convivono con “l’infinito dell’incubo” per potercelo raccontare. “La guerra è crudele”, dice Biloslavo “e non guardarla negli occhi non basta ad eliminarla.”
Di seguito il videomessaggio dell’on. Marco Scurria che ha presentato la mostra ‘Gli occhi della guerra’ al Parlamento Europeo di Bruxelles. E quello che Fausto Biloslavo ci ha fatto pervenire in occasione dell’inaugurazione della mostra, impossibilitato a presenziare perché in queste ore impegnato nel difficile compito di dover raccontare la guerra di una Libia ferita da una pioggia di bombe e dalle violente rappresaglie del regime di Gheddafi.