di Maria Rosaria De Simone
Dal 1° fino al 10 aprile, “Libri Come. Festa del libro e della lettura”. Da non perdere. Proprio in occasione della Festa del Libro, si è tenuto all’Auditorium di Roma un vernissage per la presentazione dell’allestimento di quattro notevoli mostre a tema letterario. E’ sempre un’emozione lasciare le rive del Tevere, addentrarsi un poco nel quartiere Flaminio e passeggiare all’Auditorium, città della musica per eccellenza, creatura dell’architetto Renzo Piano, che si presenta maestoso, con le sue tre ‘casse armoniche’, che sembrano delle navicelle spaziali, che volano sopra una fitta vegetazione. Dopo aver attraversato un magnifico viale polifunzionale, dopo aver gettato un occhio curioso alle vetrine della libreria, si giunge all’ingresso a cui fa da sfondo un magnifico anfiteatro all’aperto che accoglie numerosi concerti. Proprio sulla scalinata della cavea, è visibile il primo originale allestimento, ad opera di Antonio Marras, lo stilista che ha reso celebre la griffe Kenzo. Marras ha avuto la geniale idea, già presentata in Sardegna per il Festival della Poesia, di realizzare un paesaggio di sedie, un poco sbilenche, segnate dall’uso, sedie comunque di fattura umile, ma rivestite di libri impilati uno sull’altro e di nastri rossi. E’ simpatico venire accolti con queste ‘sedie sapienti’, che incuriosiscono e portano una ventata di allegria nel panorama culturale romano.
All’interno degli spazi dell’Auditorium sono tre le mostre fotografiche. Massimo Siragusa, che ha ripreso frontalmente le sale di lettura, gli scaffali e gli ampi e suggestivi spazi di quindici tra le biblioteche italiane più importanti. Quindici gioielli, roccaforti del sapere e della cultura. Sono immagini forti, su cui ci si sofferma e su cui si ritorna, per portarsi un poco dietro il fascino di quei luoghi in cui si sente il desiderio di smarrirsi in un mare di libri, tra le antiche colonne e gli splendidi scaffali.
Proseguendo nel percorso le fotografie di Valentina Vannicola, che attraverso una lente ludica, mette in mostra alcuni episodi di importanti capolavori della letteratura mondiale, rivisitati in chiave visionaria. Le foto che mi hanno più colpito sono stati sicuramente i dodici scatti dedicati all’inferno dantesco, che spiccavano per intensità sullo sfondo nero delle pareti, su cui si leggevano le citazioni della Divina Commedia. Siamo più volte ritornate sulla foto dedicata al girone dei lussuriosi, che presentava due amanti che si reggevano a vicenda, attaccati ad un albero, per contrastare la violenza del vento che li sferzava.
L’ultima mostra fotografica è stata invece quella di Maria Kodama, la seconda moglie di Jorge Luis Borges, uno dei maggioriscrittori del XX secolo, che l’ha immortalato nei suoi scatti. E proprio lei, Maria Kodama, era presente per rispondere alle nostre domande e curiosità. Tra telecamere delle varie televisioni,assieme agli altri redattori di varie testate giornalistiche, abbiamo seguito la fotografie che ritraevano il grande scrittore durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, accompagnati dai racconti della moglie. Forse le più belle erano quelle che ritraevano marito e moglie in mongolfiera.
Dove vi trovavate?
In California, nella Valle del Napa. Fu una delle cose che entusiasmò di più mio marito. Voleva a tutti i costi fare quel viaggio in mongolfiera. Ci dissero che non era possibile, perchè i viaggi erano già stati prenotati, come era usanza in quei luoghi, da giovani sposi. Mio marito disse sperava che almeno una coppia non si sposasse per avere la possibilità di partire lui. Ed infatti una coppia non si sposò più e ci lasciò il posto. Luis era felice come un bambino. Quando scendemmo, stappammo una bottiglia di champagne e ne lasciammo un’intera cassa sul luogo in cui eravamo approdati, com’era usanza.
Com’era Borges nel privato?
La sua vita scorreva nella più completa normalità. Al mattino scriveva, poi incontrava studenti e giornalisti se ne aveva voglia. Il pomeriggio correggevamo i testi, poi passeggiavamo e, a volte, incontravamo amici.
Mentre contemplavamo le fotografie e la loro storia recondita, Maria Kodama raccontava volentieri del marito, di quell’aria allegra e spensierata che lei ha colto nei suoi scatti, così diversa da quella che ci presentano invece le sue opere letterarie. Borges amava viaggiare ed in quel modo trascorse il suo ultimo periodo di vita che documentò nel libro “Atlas”. Morì a Ginevra nel 1986.
Le quattro mostre all’Auditorium, a mio parere, sono sicuramente un percorso culturale da non perdere. Inoltre la loro visita è gratuita. In tempi di austerity questo è un valore aggiunto.
Interessantissimo articolo, grazie per la tue sempre esaustive informazioni. Sarei tra l’altro ancora in tempo per venire a Roma, l’evento offre ancora giornate di appuntamenti per gli appassionati.
Grande Borges: ho creato universi fantastici e metafisici per meglio meditare sui paradossi e i misteri dell’esistenza umana (citazione)
“Quindici gioielli, roccaforti del sapere e della cultura. Sono immagini forti, su cui ci si sofferma e su cui si ritorna, per portarsi un poco dietro il fascino di quei luoghi in cui si sente il desiderio di smarrirsi in un mare di libri, tra le antiche colonne e gli splendidi scaffali.”
Non avrei saputo descrivere meglio la sensazione che si prova quando si entra in una biblioteca, dove il tempo sembra essersi fermato, dove puoi raggiungere ed esplorare passato e futuro con il semplice gesto di scegliere ed aprire un libro..
Bravissima come sempre e complimenti per l’articolo.