di Marco Milano
Post-oppidum è l’origine latina del salentino poppitu. Fuori le mura cittadine, ma anche ‘forestiero’, come i pòppeti leccesi, braccianti che cercavano lavoro subito fuori il salento. Tanti sono i moderni pòppeti che son riusciti a tornare nelle mura pugliesi, gli ultimi anni. Tra questi, molti sono artisti, aspiranti professionisti del cinema che hanno ritrovato la loro ‘città’ in un padiglione della Fiera del Levante di Bari: il Cineporto, una delle strutture di riferimento dell’Apulia Film Commision, la casa di produzione cinematografica che, nel giro di pochissimi anni, ha trasformato la Puglia in un set privilegiato per una lista già lunga di pellicole italiane e internazionali.
E’ proprio al Cineporto che è iniziata la corsa verso un successo internazionale per Roberto DeFeo. Dopo il diploma all’Accademia d’Arte Cinematografica di Genova, Roberto torna in Puglia e riesce a realizzare i primi lavori, “Vlora 1991” (ispirato allo sbarco in Puglia degli albanesi), “H5N1” (cortometraggio avveniristico e apocalittico, immaginando una pandemia globale causata dall’aviaria) e “I nuovi mostri”, tutti accolti con interesse. Nel settembre 2008 viene selezionato per il workshop ‘Apulia Experience’, un’occasione per 20 giovani artigiani del cinema, ideata dall’Apulia Film Commision, per trasformare le suggestioni del territorio pugliese in ispirazione e produzione di lavori con set nella regione. Da quella experience nasce Ice Scream, corto girato a quattro mani con Vito Palumbo, in distribuzione dal gennaio 2010. Un gelato che costa molto caro a Micky (interpretato da Damiano Russo), un ventenne insicuro e ‘fighetto’, che incontra due bulli in un bar. In 20 minuti Ice Scream, tratto da una reale vicenda accaduta in provincia di Catanzaro, racconta un crescendo di tensione e violenza, traslando una periferia estiva nelle campagne pugliesi. Tra gli ulivi, fatti anch’essi ‘personaggio’ come tutti gli elementi del corto, si consuma la finale persecuzione dei due bulli, Brando e Alex, nei confronti del povero Micky, toccando delle vette stilistiche di inequivocabile sapore pulp-tarantiniano. Non c’è solo del tarantinesque, a ben vedere, in Ice Scream. L’aspetto sperimentale, surreale e a tratti grottesco del corto ha mandato in visibilio la comunità (non troppo) silenziosa di cinefili sparsi in rete, c’è chi ci intravede qualche alchimia alla David Lynch o chi ha accostato affettuosamente il duo DeFeo-Palumbo ai fratelli Coen. Qualunque sia il segreto di Ice Scream, i premi ricevuti gli ultimi mesi quasi non si contano: menzione speciale al circuito OFF dell’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia, premio come miglior film al MIFF Awards, premio come Best Film al Festival Internazionale del Cortometraggio di Barcellona, distribuzioni internazionali in 14 paesi e il ‘salto’ americano. Ice Scream si è guadagnato, infatti, l’ingresso nel circuito Academy Awards di Cleveland, Nashville, Atlanta e Dallas, e i Coenbaresi hanno recentemente firmato un’opzione durante l’American Film Market, per la realizzazione di un lungometraggio ispirato al corto, da girare in America.
“Qui non vorrei vivere/dove vivere mi tocca/mio paese…” Sono parole che mal si addicono a DeFeo e Palumbo, si direbbe. Ma che stravolgono in qualche modo l’infanzia di due fratelli salentini, Oronzo e Giulio. E’ questa l’idea che ha visto nascere Poppitu, ispirato alla vita e ai versi di Vittorio Bodini, poeta pugliese e autorevole traduttore della letteratura spagnola del secolo scorso. L’ultima fatica del duo verrà presentato entro giugno e, per il momento, fa parte dei lavori selezionati per il ‘Progetto memoria’ – concorso per la produzione di cortometraggi sulla Memoria pugliese – sempre dell’Apulia Film Commission. Ne abbiamo parlato proprio con il regista, Roberto DeFeo.
Poppitu sembra qualcosa di molto diverso dai vostri precedenti lavori…
Senza dubbio lo è. Quando ho scritto le sceneggiature di H5N1 e ICE SCREAM l’ho fatto con l’obiettivo di proporre anche in Italia dei generi praticamente ignorati, soprattutto nel campo dei cortometraggi. Chiunque mi considerava pazzo, girare un corto apocalittico (H5N1, ndr) e uno pulp (ICE SCREAM), farlo in Italia poteva infatti sembrare un operazione rischiosa quanto inutile. Io volevo semplicemente dimostrare che anche qui, seppur con pochi mezzi, si possono proporre valide “alternative”. Poppitu è una sfida. Io e Vito siamo sempre stati criticati per aver scelto storie poco italiane, e sinceramente eravamo stanchi di sentirci dire dalle giurie dei festival frasi del tipo “Wow ragazzi, il vostro corto è davvero forte… Però non possiamo farvi vincere perché noi premiamo il cinema italiano”. Voi come reagireste sentendovi dire una frase del genere? Ci siamo incazzati davvero tante volte, e alla fine abbiamo deciso di girare questo benedetto corto “italiano”. Non vediamo l’ora di confrontarci con alcuni festival che sino ad ora ci hanno ingiustamente ignorati. Poppitu è diverso da qualunque altro nostro lavoro precedente, è una dichiarazione d’amore fatta “in italiano” verso la nostra terra, verso i nostri sogni.
Oltre a i successi internazionali, state avendo l’occasione di sperimentare il modo di fare cinema fuori Italia, in America. Qual è l’impatto, professionalmente parlando?
In America esiste qualcosa che qui in Italia non vedo spesso, la meritocrazia. Abbiamo girato un corto che ha avuto successo? Ice Scream è il primo corto italiano in vendita su ITUNES U.s.a.? Cosa davvero clamorosa per un corto, è distribuito in 14 paesi? Bene, vi meritate una chances. Un’agenzia di Los Angeles, la Little Studio Films, ci ha contattati e ora ci rappresenta in America e cura lo sviluppo del lungometraggio tratto dal corto. Non sappiamo ancora se il film si girerà mai, in America è tutto molto complesso, ma il punto non è questo, il punto è che se hai successo, la tua chances te la danno. In Italia non serve solo il talento, servono molte altre cose che con l’arte centrano davvero poco.
Una delle più importanti riviste di cinema in Ialia, “Best Movie”, ha deciso di darti voce attraverso un blog che curi sul loro sito. Come mai?
Best Movie è l’unica rivista di cinema in Italia a dare seriamente spazio al cinema indipendente. Loro hanno capito, a differenza di altri, che non esistono solo i film prodotti da Medusa, Rai Cinema e Fandango. Ma soprattutto danno spazio ai giovani registi, ai loro lavori e alle loro esperienze. Ed è proprio questo l’obiettivo del mio blog, “condividere” esperienze, contatti, progetti, per crescere insieme e aiutarsi a vicenda, senza dover sempre e solo cercare di essere più “avanti” dell’altro.
C’è di nuovo lo zampino della’Apulia Film Commission…quant’è bello poter realizzare le proprie idee a casa?
Bello? E’ magnifico. Come dissi durante la prima nazionale di ICE SCREAM, l’Apulia Film Commission ci ha dato una cosa che prima sognavamo, la speranza di poter realizzare i nostri sogni senza dover abbandonare la nostra terra. Dopo tanti anni, molte delle persone con il sogno del cinema, che avevano lasciato la Puglia per trasferirsi a Roma, stanno tornando a casa, perché ora possono crederci anche stando qui. E’ una cosa meravigliosa, che va oltre qualunque discorso di politica o di soldi. Qui si parla di “chances”, se hai un sogno, se hai talento, qui adesso c’è qualcuno che può darti la tua possibilità. Dovrebbero scriverlo a caratteri cubitali su ogni parete del cineporto, affinché se lo ricordino tutti.
E quanto godersi un successo internazionale targato Bari? – vi sembra di essere, per questo, dei poppiti che ce l’hanno fatta a tornare a casa?
Il successo di ICE SCREAM in realtà ci ha allontanati da casa. Il progetto più grosso al momento è quello del lungo di ICE SCREAM che stiamo sviluppando assieme alla nostra agenzia a Los Angeles. Ma confessiamo una cosa, prima di Poppitu il nostro sogno è sempre stato quello di arrivare in America, dopo Poppitu è cambiato qualcosa. Girarlo è stato come far l’amore con la nostra terra per la prima volta, ora ci siamo innamorati e non vogliamo più lasciarla!