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Alla Camera il Ddl sul coordinamento delle indagini nei reati in materia ambientale

di Federica Ricci
Il 19 maggio scorso è stato presentato alla Camera dall’On. Alfonso Papa, Deputato Pdl, componente della II Commissione Permanente Giustizia , il Disegno di legge 3487 su modifica dell’articolo 51 del codice di procedura penale in materia di competenza dell’esercizio delle funzioni di pubblico ministero nelle indagini e nei procedimenti per i reati in materia ambientale.
Tale proposta nasce su iniziativa dell’Avv Antonio Iaconetti, Coordinatore Regione Calabria di FareAmbiente, al fine di introdurre nel Nostro Ordinamento una specifica disciplina che assicuri un coordinamento della attività di indagine in materia ambientale, onde evitare l’eccessiva frammentazione delle stesse, pregiudicando l’accertamento della verità e delle responsabilità.
La responsabilità ambientale si configura attraverso i danni procurati all’ambiente o in caso si seri rischi di danni causati da attività professionali.
Stabilire previamente un rapporto di causalità fra il danno e l’attività in questione sono passi necessari per riconoscere e sanzionare una responsabilità in ambito ambientale a livello comunitario, si registra una grande attenzione verso tale problematica, come dimostrato dalla Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (recepita con Legge 6 febbraio 2007, n. 13); tale atto è stato successivamente modificato ed integrato con specifico riferimento alla disciplina dei rifiuti con Direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive, recepita con il D. Lgs. 30 maggio 2008 , n. 117, recante «Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE».
Il danno ambientale comporta un doppio livello di responsabilità, entrambe informate al principio secondo cui “chi inquina paga”.
E’ previsto infatti secondo tali direttive che l’autore del danno ripristini l’ecosistema e l’area deturpata e nel caso in cui non sia possibile un ripristino, ovvero tale attività risulti eccessivamente onerosa, l’autore del danno è tenuto a corrispondere un “indennizzo” economico.
Il riconoscimento di una responsabilità ambientale può essere accompagnato anche dal riconoscimento altresì di una responsabilità di tipo penale, ai sensi del Codice penale e delle leggi speciali quali, da ultimo, il c.d. Testo Unico Ambientale, con la conseguenza che l’accertamento della responsabilità dovrà seguire le regole e le garanzie proprie dei procedimenti penali.
Tuttavia troppo spesso ci troviamo di fronte ad una frammentazione esagerata delle attività di indagine tra più uffici di polizia giudiziaria a cagione della diversa competenza, comportando inevitabilmente ad una difficoltà tecnica nell’attribuire la responsabilità penale del danno.
Pertanto tale proposta di legge, prendendo atto di tali difficoltà, vuole integrare il disposto di cui al terzo comma dell’articolo 51 bis del codice di procedura penale con il riferimento “ai reati in materia penale”.
La gestione delle indagini in materia ambientali diventerebbe competenza della Direzione Nazionale Antimafia e delle strutture ad essa connesse (Direzioni Distrettuali e Direzione Investigativa Antimafia.
Estendere la competenza operativa della Direzione Nazionale Antimafia alla materia penale ambientale consente di realizzare il fondamentale e necessario coordinamento delle attività di indagine evitando il rischio che vengano frammentate tra uffici diversi sia per competenza che per territorio e garantendo la funzionalità dell’impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni, nonché la completezza e tempestività delle investigazioni in tale ambito.
L’integrazione dell’art. 51, c. 3bis c.p.p., pur dilatando le competenze attuali della Direzione Antimafia, completa un percorso di coordinamento delle indagini già in atto nel Nostro Paese.
Tale proposta sarà presentata il prossimo 30 giungo 2010 ore 16.30 a Palazzo Marini, Sala delle Colonne. Evento che vedrà coinvolti diversi esponenti della politica e del mondo universitario tra cui: l’On. Alfonso Papa, il Presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe; il Senatore Antonio D’AIì, Presidente Commissione Territorio, Ambiente, Beni Ambientali; l’Avv. Antonio Iaconetti Coordinatore Regione Calabria; Peter Lewis Geti, dottorando di ricerca in Giustizia costituzionale e Diritti fondamentali dell’Università di Pisa; l’Avv. Francesco Della Corte, Presidente Regione Campania FareAmbiente; Massimo Bellavigna, Dottore Commercialista e Revisore Ufficiale dei Conti; Santo Emanuele Mungari Segretario Nazionale Avvocati della Libertà; Marco Mattei, Assessore all’Ambiente, Regione Lazio; Fabio De Angelis, VicePresidente PDL Frosinone con delega all’Ambiente; Federica Ricci, Responsabile Nazionale Giovani di FareAmbiente; Maria Elena Valanzano, Coordinatrice Nazionale e Responsabile Nazionale Giovanile Avvocati della Libertà.

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