Il pil dell’Italia segnerà un calo dello 0,5% nel 2012, contro il +1,6% previsto in precedenza. Lo rileva l’Ocse che rivede così al ribasso anche la stima 2011 a +0,7%, contro il precedente +1,1%. Per il 2013 l’Ocse prevede una crescita a +0,5%. Sul fronte dei conti pubblici l’organizzazione con sede a Parigi ha stimato un deficit al 3,6% del Pil nel 2011, migliore del 3,9% previsto a maggio e all’1,6% nel 2012, migliore dell’iniziale 2,6%. Per il 2013 prevede un deficit praticamente in pareggio, allo 0,1% del Pil. Per quanto riguarda il debito, l’Ocse prevede 127,7% quest’anno, 128,1% nel 2012, 126,6% nel 2013.
In salita la disoccupazione all’8,1% nel 2011, all’8,3% nel 2012 e all’8,6% nel 2013, mentre la crescita dei salari “sarà moderata”. “Moderata” anche l’inflazione al 2,7% nel 2011, per poi scendere all’1,7% nel 2012 e all’1,1% nel 2013. Alla luce delle nuove previsioni su pil e conti pubblici, ben al di sotto di quanto previsto nel bilancio 2012 “saranno necessarie ulteriori misure nel 2012” per riportare sui giusti binari il consolidamento. “La crescita potrebbe in qualche modo essere più alta se un’azione decisiva da parte del nuovo governo abbassasse velocemente lo spread sui titoli di stato e ripristinasse la fiducia”. Tuttavia la programmata stretta di bilancio “è molto severa e richiederà una forte determinazione da parte del nuovo governo e potrebbe avere effetti di contrazione più forti di quelli previsti”.
L’Ocse mette nero su bianco la sua ricetta per fare uscire l’Italia dalla crisi. Tra questi, pareggio di bilancio nel 2013, taglio debito e avviare subito le riforme strutturali per rafforzare la crescita. Il governo Monti, si legge nel rapporto dell’Ocse, “ha poco spazio di manovra nell’azione di bilancio”. Deve rafforzare il consolidamento e se necessario “introdurre ulteriori strette di bilancio per rimettere in ordine i conti”. La strada da seguire è quella di un “restringimento della spesa, piuttosto che un aumento delle tasse”. “Nuove amnistie fiscali sarebbero controproducenti”.
Il nuovo governo dovrebbe inoltre adottare “il prima possibile” le misure per concretizzare gli impegni della lettera dell’Italia all’Ue del mese scorso. Per quanto riguarda il mercato del lavoro occorre “aumentare la flessibilità e ridurre la frammentazione del mercato”. “Imperativa” la moderazione salariale, mentre sul pubblico impiego bisognerebbe tagliare le differenziazioni regionali.
Inoltre l’Ocse invita il governo ad andare avanti con la liberalizzazione delle professioni e i servizi all’impresa per spingere la concorrenza. “La privatizzazione dei servizi pubblici locali – si legge nel rapporto – e la creazione di regolatore indipendente migliorerebbero l’efficienza”. Avanti anche le privatizzazioni e le misure per favorire l’ingresso di investitori stranieri anche nel settore finanziario.
L’Ocse chiede al nuovo governo Monti di “applicare pienamente” le misure di emergenza varate dal precedente esecutivo per portare il bilancio in pareggio nel 2013 e ad adottare “importanti riforme strutturali per favorire la crescita”. “La stretta di bilancio – si legge nel documento – accanto ad un rallentamento della domanda globale e con una debole competitività, peserà sulla crescita a breve termine, ma è necessaria per assicurare progressi alla sostenibilità di bilancio”.
“Il deterioramento della fiducia in Italia è in parte auto-inflitto a causa dell’esitazione del precedente governo nell’applicazione dei piani di bilancio” afferma l’Ocse. “Anche l’impegno per il Piano di Riforma nazinale della primavera 2012 sembra in dubbio”. Il tutto ha comportato tensioni sui titoli con relativo aumento degli spread, spingendo il governo ad anticipare il pareggio al 2013.
“L’economia italiana ha perso l’impulso” si legge ancora nell’Outlook, indicando che “la produzione industriale, la fiducia e l’export sono molto deboli. Le condizioni del credito si sono irrigidite, soprattutto a causa delle difficoltà delle banche ad accedere a finanziamenti esterni e all’aumentata percezione del rischio nel prestito”. “Il deficit commerciale resta abbastanza alto a causa del livello depresso della domanda in Italia, segno della scarsa competitività”. Nel nuovo Outlook che parla di “lieve recessione” per la zona euro l’Ocse roleva che il pil di Eurolandia crescerà dell’1,6% nel 2011, per poi crollare allo 0,2% nel 2012 e risalire all’1,4% nel 2013.
“Restano seri rischi” per la possibilità di un default sovrano nella zona euro e l’impasse sul deficit Usa, afferma l’Organizzazione, spiegando che la mancata intesa Usa potrebbe portare alla recessione. E’ un 2012 di transizione, in alcuni casi di forte rallentamento, quello che emerge dalle stime dell’Ocse. La più grande economia mondiale, gli Stati Uniti, dovrebbe vedere il suo Pil crescere quest’anno dell’1,7%, per poi salire del 2,0% nel 2012 e accelerare l’anno successivo con una crescita del 2,5%. Quanto alla Cina – che quest’anno viene vista in crescita del 9,3% – dovrebbe registrare nel 2012 un rallentamento del Pil a ‘solo’ +8,5% per poi tornare al +9,5% nel 2013. L’altro colosso asiatico, il Giappone, invece, nel 2012 dovrebbe beneficiare di un ‘rimbalzo’ legato agli interventi per la ricostruzione, dopo un calo del Pil quest’anno dello 0,3%: il prossimo anno la crescita dovrebbe segnare un +2,0% per poi scendere al +1,6% nel 2013. (Adnkronos)