Di Valentino Salvatore
Roma brucia, come ai tempi di Nerone. Stavolta però il dolo non è imputabile all’ imperatore, passato alla storia come un folle tiranno impegnato a suonare la lira mentre ammira allucinato lo spettacolo dell’Urbe devastata dalle fiamme. Questa volta i colpevoli, per così dire, sono due artisti contemporanei, la danese Thyra Hilden e l’argentino Pio Diaz.
A settembre, dal 17 al 19, andrà in scena infatti “Coliseum on Fire” una video-installazione, ideata proprio da Diaz e Hilden, che con un particolare gioco di luci e proiezioni, ci offrirà lo spettacolo di un Colosseo in fiamme, fortunatamente virtuali.
Hilden e Diaz vantano un curriculum che da anni li vede impegnati nell’ambito dell’espressione artistica d’avanguardia. Thyra Hilden, classe 1972, si è laureata alla Royal Danish Academy of Fine Arts a Copenhagen nel 2002 e ha all’attivo diverse collezioni sia in patria che all’estero. Dal canto suo Pio Diaz, nato nel 1974, è un artista concettuale fondatore del New Exhibition Space a Gothersgade, nel centro di Copenhagen tra 2003 e 2004, dedicato in particolare all’arte di impronta politica e sociale.
L’evento è promosso dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e ha il patrocinio del Ministero per la Tutela dell’Ambiente e del Comune di Roma. A curarlo, Gianni Mercurio e la regista danese Christina Clausen, con la collaborazione dell’archeologa Rossella Rea, direttrice del Colosseo, e il direttore tecnico dello stesso, l’architetto Piero Meogrossi.
Thyra Hilden e Pio Diaz non sono piromani virtuali di primo pelo. Sono anni che tentano di portare il fuoco dissacrante e provocatorio del loro progetto City on Fire in giro per il mondo, già nel 2007 toccò in sorte all’imponente cattedrale di Copenaghen e nel 2005 ad essere avviluppata dalle sacre fiamme dell’arte anche l’Accademia di Danimarca, il Supperclub e la fontana di Trevi.
L’Urbe è per i due artisti un luogo molto evocativo, dove poter giocare sul contrasto stridente ma immaginifico tra le solenni e imponenti architetture dell’antichità romana e la loro difficile convivenza con la contemporaneità che le circonda. Secondo Hilden e Diaz, rappresentare monumenti in fiamme è un anelito d’evoluzione culturale necessaria, una distruzione quasi inevitabile quella del fuoco, un’operazione futurista. Il Colosseo, a detta degli organizzatori, rappresenta il luogo ideale per un progetto ’site specific’ sulla forza ambigua del fuoco che si leghi all’idea di rinascita e di rinnovamento, coinvolgendo in senso piu’ ampio questioni sociali e culturali legate all’attualita‘.