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Ambiente, società ed economia sotto un nuovo sole

Di Francesca Lippi
Si esauriscono le fonti di energie proprie della seconda rivoluzione industriale e stiamo per andare incontro, invece, a una terza rivoluzione dove le energie solari saranno protagoniste. E’ questo il panorama dipinto da alcuni studiosi questa settimana ed è su questi concetti che si è basato il seminario  “Il futuro dell’energia, interdipendenza energetica e indipendenza economica”, organizzato dalla fondazione Fare Futuro in collaborazione con il Circolo Europeo per la terza rivoluzione industriale Cetri-Tires. Lo scopo dell’evento è stato di esporre i nuovi modelli energetici ad alta intensità di lavoro che non siano inquinanti e che portino a una definitiva indipendenza economica.
L’economista empatico
Durante la giornata di studi i migliori esperti del Cetri-Tires hanno esposto le loro idee e teorie, nel corso di due sessioni di lavori interattive, inframmezzate dalla lectio magistralis dell’economista americano Jeremy Rifkin dal titolo “Un secondo Rinascimento: il mondo verso la civiltà dell’empatia”. La lezione introdotta dal Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, e trasmessa in videoconferenza dalla Sala della Lupa di Montecitorio, ha avuto come protagonista l’energia distribuita, cioè quella ottenuta grazie allo sfruttamento di fonti rinnovabili e trasportata tramite reti ampie e orizzontali. Rifkin è convinto che l’unica strada percorribile è quella di costruire edifici che siano in grado di produrre un maggiore rispetto ai consumi: la sua idea è quella di concepire ogni nuova abitazione e ogni altro tipo di immobile come “collegato in rete per distribuire il surplus energetico prodotto”. Per non rischiare “l’estinzione del 70% delle specie della terra” con conseguente “perdita di biodiversità difficile da recuperare” bisogna agire subito: “i grandi cambiamenti sono un’evoluzione della coscienza e dell’empatia”. Il nuovo consumatore  citato da Rifkin e plasmato dall’attuale crisi economica, non sarebbe niente altro che un soggetto con la pretesa di stare al centro delle preoccupazioni delle aziende. Viene da sé che se costui pretende una maggiore attenzione all’ambiente anche il mercato cambierà la sua offerta.
Si può smettere di dipendere dalle fonti fossili?
“Siamo in una fase di transizione energetica che ha generato una crisi economica”. Secondo gli studiosi della Cetri-Tires questo momento storico che stiamo attraversando, quindi,  rappresenta “la crisi delle energie della seconda rivoluzione industriale” oramai in fase di esaurimento. “Si profila però una terza rivoluzione industriale e questa sarà alimentata dalle fonti di origine solare”. Petrolio, carbone, gas sono sostanze  concentrate ad alto impatto ambientale il cui sfruttamento intensivo è stato la causa della crisi climatica e di inquinamento non più sostenibili, ma in più ha avuto anche pesantissime ripercussioni sugli equilibri socio economici mondiali. E’ venuto il momento –dicono dal Cetri-Tires- di limitare lo sfruttamento delle fonti di origine ‘mineraria’ che sfruttiamo da 200 anni “come materie prime per l’industria, interrompendone l’uso energetico per il quale c’è e ci deve bastare il sole che ha alimentato l’uomo sin dalle sue origini 170.000 anni fa”.
E’ possibile basare i consumi industriali e civili sul Sole?
“Allo stato attuale delle tecnologie non è ancora possibile” uno scatto qualitativo di questo tipo. Eppure gli scienziati del Circolo Europeo per la terza rivoluzione industriale dicono che “l’evoluzione tecnologica permette già di fare massa critica in casi specifici e ambienti geografici circoscritti”. Attualmente infatti, in alcuni comuni e regioni che si sono dotati di risorse energetiche, si può già profilare un futuro a zero emissioni: energia pulita da mettere in rete per poter creare indipendenza economica e “liberarci dalla dipendenza delle fonti fossili concentrate, attraverso un interscambio energetico a livello territoriale e dando nuovo protagonismo agli enti locali e alla piccola e media impresa”. Ma non basta. E’ necessario anche sviluppare sia il mercato che la ricerca. Si potrebbero creare “economie di scala necessarie ad una transizione rapida verso la Terza Rivoluzione Industriale e una Europa Post-Carbon, innescando meccanismi virtuosi in grado di creare rapidamente crescita e occupazione”.

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