di Lidia Monda
Si è concluso ieri a Napoli, nella storica cornice di Castel S. Elmo, il congresso “Occhio e Diabete”, una full immersion di due giorni, in cui per la prima volta oculisti e diabetologi insieme hanno affrontato le complicanze oculistiche di quella che è diventata una vera e propria piaga sociale, il diabete mellito.
Il progetto, ideato in seno all’AVC, Associazione Vitreoretinica Campana, è stato fortemente voluto dai suoi fondatori, gli oculisti Aldo Gelso, Beniamino Mastursi e Michele Della Corte, per far fronte in concreto all’elevato rischio di cecità a cui va incontro gran parte dei malati di diabete in Italia, in particolar modo in Campania. Si è creata quindi una ‘larga intesa’ tra due rami della medicina, attraverso la stretta collaborazione con diabetologi afferenti sia alla Seconda Università di Napoli coordinata dal prof. Ferdinando Sasso, e sia all’Ospedale Cardarelli di Napoli, con a capo il dott. Eugenio De Feo , il tutto patrocinato dalle due principali società di diabetologi nazionali (SID e AMD).
Per la prima volta dunque si dà il via a un progetto di coordinazione che parte da una semplice evidenza.
Il diabete mellito è la prima causa di cecità nella popolazione in età lavorativa in Campania. L’insidia maggiore, infatti, è che spesso questa malattia resta asintomatica per molti anni, e solo lo sviluppo delle complicanze induce i pazienti a venirne a conoscenza e a curarsi. Accade così che spesso sono gli oculisti a diagnosticare al paziente una malattia che ignoravano di avere. Ecco dunque che nasce l’esigenza di una coordinazione tra le due branche per evitare anche ricadute ingenti sui costi sociali.
Le complicanze di questa malattia, tra cui la prima è senz’altro la retinopatia diabetica, non arrivano a effetti così disastrosi in altre parti d’Europa poiché il diabete è trattato con maggiore attenzione con la prevenzione attraverso l’adozione di misure concordate da entrambe le branche di medicina.
Questa coordinazione è carente invece in Italia e inesistente in Campania, ed è tale ragione che il progetto “occhio e diabete”, potrà vantare tre diversi step.
La prima parte del progetto è stata il congresso, al fine di definire punti salienti e criticità. Una serie di tavole rotonde caratterizzate dalla compresenza di oculisti e diabetologi, di levatura nazionale ed in alcuni casi, internazionale, tra cui si annoverano la dott.ssa Grazia Pertile, chirurgo oculista responsabile del centro di eccellenza dell’Ospedale di Negrar (Verona) e la Dott.ssa Monica Varano, responsabile scientifica della Fondazione Bietti per lo studio e la ricerca in Oftalmologia così come rappresentanti delle associazioni di pazienti diabetici.
Il secondo step comporterà la creazione di un progetto sociale per l’epidemiologia e la prevenzione delle complicanze oculari del diabete in Campania anche grazie all’ausilio di avanzate tecnologie di telemedicina nei centri pilota e di nuovissime applicazioni, molto economiche e di facile gestione, gestibili con i moderni videotelefoni digitali per tutti gli altri centri.
Il terzo step invece condurrà a varie linee di ricerca -farmacologica, clinica e chirurgica- sullo studio delle complicanze oculari del diabete, aprendosi alla collaborazione con le Università e centri ospedalieri pubblici e privati del centro-sud Italia, finanziati fino a questo momento solo con fondi privati e con la collaborazione di aziende farmaceutiche.