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Caro Generale Del Sette

di Ilaria Cucchi
Caro Generale Del Sette, per quanto sta succedendo per la morte di mio fratello possiamo parlare di vigliaccheria e codardia?
Caro Generale Del Sette mi sono rimaste in mente le sue parole pronunciate dopo le prime notizie trapelate sulle nuove indagini fatte dalla procura di Roma per la morte di mio fratello. Se avessi avuto modo di incontrarla le avrei chiesto la sua opinione su tutte quelle terribili intercettazioni che danno conto di un modo di fare e di dire certamente più consono a criminali mafiosi che a cittadini onesti. Ancor meno concepibile per uomini che indossano una divisa così importante prestigiosa e significativa come quella dell’Arma dei Carabinieri. Mi riferisco all’uso di molteplici cellulari, magari intestati ad altri, ed al tenore di conversazioni che cambiano in modo stupefacente a seconda che “questi soggetti” parlino con utenze ufficiali e quindi oggetto di prevedibili intercettazioni, od utenze nascoste e quindi ritenute a torto “sicure”.cucchi
Le utenze ufficiali vengono utilizzate per proclamare la propria “innocenza” e per offendere e gettare fango su colui che, morto da sei anni, non può ovviamente più difendersi. Gli vengono attribuiti fatti, comportamenti, e persino insulti ai suoi familiari.
C’è addirittura chi si spinge sui social network per far sapere sue presunte verità mai dette prima. Anzi, addirittura sempre negate.
Quando poi si ascoltano le conversazioni effettuate nelle utenze ritenute sicure emerge un quadro desolante. Quando questi soggetti si ritengono al sicuro da orecchie indiscrete esprimono ciò che sono, ciò che hanno fatto, il loro reale stato d’animo.
Vigliacchi. Questa è la parola che mi viene in mente. Codardi un’altra.
Avevano la possibilità ed il dovere di dire la verità. Hanno taciuto, hanno mentito. Ed ora continuano a farlo senza alcun segno di pentimento e senza alcun briciolo di umanità.
Si sono divertiti e vantati nel picchiare in modo violentissimo un ragazzo di appena 40 kg. Ed ora continuano ad usare la divisa come paravento. Chiunque, non dico ami, ma solo provi un briciolo di rispetto per quella divisa, oggi si sentirebbe profondamente a disagio nel vederla usata in quel modo. Puoi essere stato all’estero per missioni di pace, puoi essere stato anche un eroe, ma se poi ti comporti in questo modo non puoi più essere degno di portarla. E poi, aggiungo, non puoi nemmeno essere stato un eroe.
Eroe è colui che rispetta la legge. Eroe è colui che è fedele alla legge ed a coloro che la applicano. Eroe è colui che rispetta la dignità e la vita umana. Eroe è colui che è trasparente ed onesto.
Colui che si avvale della facoltà di non rispondere di fronte al magistrato, come qualsiasi normale delinquente, per poi vomitare sui social le sue infamanti “verità”, nascondendosi dietro il proprio ruolo o la propria divisa, non lo è. È solo un codardo.

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