Riparte per il Teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo, con la Direzione musicale di Girolamo De Simone, la storica rassegna “Musica Millemondi”.
La ‘enne’ in corsivo riportata fin dalla prima edizione indica i mille ‘modi’ della musica contemporanea. Dando per appreso e assimilato il cammino dello sperimentalismo si è inteso valorizzare la contiguità tra generi artistici differenti e la declinazione delle musiche contemporanee all’insegna della mescolanza, della contaminazione, del melting-pot. Per alcuni lustri, Galleria Toledo ha ospitato nomi di rilievo nazionale ed interpreti e compositori partenopei. Non è facile rintracciare nella storia culturale e musicale napoletana qualcosa di analogo, con l’eccezione degli interventi di programmazione di Luciano Cilio (con il quale implicitamente De Simone dialogava).
“Musica Millemondi” ha storicamente dato visibilità ad eventi ‘rimossi’ dalla memoria storica cittadina, offrendo una sponda alle ‘memorie inconciliate’, senza per questo togliere spazio alla più avanzata musica di frontiera (ed alla storia della colta sperimentale): In quindici anni, i nomi sono stati prestigiosi: Luciano Cilio, Eugenio Fels, Cecilia Chailly, Giuseppe Chiari, Bruno Canino, Luca Mosca, Giancarlo Schiaffini, Marco Fumo, Nicola Cisternino, Enrico Correggia, Antidogma, Enrico Cocco, Riccardo Piacentini, SpazioMusica e, tra i pionieri della musica elettronica: Pietro Grossi, Enore Zaffiri, Teresa Rampazzi (ed è un elenco solo parziale dei numerosissimi compositori e interpreti coinvolti). A distanza di vent’anni dalla prima rassegna, torna dunque a Napoli per Galleria Toledo Musica 2016_2017, la grande musica di frontiera, con due eventi programmati per il 14 e il 25 novembre, che vedono la partecipazione di Auletta-Marini-Petrucci e la silloge “O solitude” di Girolamo De Simone, dedicata alle metamorfosi alchemiche di William Shakespeare.
La tranche primaverile di “Musica Millemondi” vedrà poi ospiti alcuni tra i più rilevanti compositori emergenti e una sezione dedicata alla presenza giovanile nella musica contemporanea.
Lunedì 14 novembre, ore 21
Come il mare io ti parlo da un’idea di Giovanni Auletta, a cura di Giuseppe Marini con: Giuseppe Auletta (tenore), Ginevra Petrucci (flauto), Giovanni Auletta (pianoforte), Giuseppe Marini (voce recitante).
Tosti e D’Annunzio: un incontro fecondo che dà vita a un pregevole repertorio nel quale ciascuno dei due sente di esplorare con libertà strade non ancora percorse. In occasione dell’anniversario della morte del compositore, “Come il mare io ti parlo” è un omaggio alla lirica tostiana su testi di D’annunzio, un repertorio arricchito da una serie di brani inediti di recente ritrovamento (si ringrazia in particolar modo l’Istituto Tostiano di Ortona). “Come il mare io ti parlo” non è solo un concerto, ma un viaggio nel ‘sogno’ dannunziano attraverso le sue liriche e l’accenno ad uno dei rapporti più controversi della prima metà del Novecento: la relazione d’amore tra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio. Un amore tormentato, sviluppato in un rapporto di dipendenza reciproca, vissuto con profondo senso dell’assoluto e dell’abbandono al sentimento amoroso, di cui ci resta un copioso carteggio. Paradigma dell’energia che per il poeta deflagra nell’Arte:
“Poiché tu sei la sola rivelatrice degna di un grande poeta, è necessario – dinanzi alle sacre leggi dello Spirito – che tu dia la tua forza alla mia forza – tu Eleonora Duse a me Gabriele.”
Il ‘sogno’ è il fil rouge per essere ‘racconto nel racconto’ in una sorta di ‘concerto altro’ che sconfina nel teatro da camera nel quale si intrecciano la lirica tostiana, l’ispirazione del poeta e gli attimi folgoranti di una storia d’amore.
Venerdì 25 novembre, ore 18 O solitude Perifrasi shakespeariana di Girolamo De Simone
Con musiche “su musiche” di Henry Purcell, Matthew Locke, Thomas Morley, Alfonso Ferrabosco, Giovanni Battista Draghi. Idea, metacomposizioni, clavicordo e spinetta: Girolamo De Simone. Letture: Vincenzo Maiello
Con “O solitude”, Girolamo De Simone propone la sua ‘musica sottile’, riscrivendo con sensibilità contemporanea e su strumenti antichi, opere note o rarissime di Locke, Ferrabosco, Morley, ispirate alle trasformazioni alchemiche della Tempesta, del Sogno di una notte di mezz’estate e della misteriosa lirica La tortora e la fenice.
“My sweetest, sweetest choice! Nativity of Time! Oh how I solitude adore!”, recita la poesia di Katherine Philips: “O solitudine, la più dolce scelta che abbia fatto! Nascita del tempo! Oh, quanto l’essere sola irresistibilmente m’attira”, statement trasformato in musica da Henry Purcell, divenuta una ‘canzone su basso ostinato’ con una Natività in fondo alchemica: “Nativity of Time, che vuol dire: abbiamo vissuto da soli nell’ombra”. Si tratta del viaggio interiore, che trasforma, alluso da William Shakespeare: “First rehearse your song by note, / To each word a warbling note. / Hand in hand with fairy grace / Will we sing and bless this place”: “Proviamo prima la melodia, accompagnando ad ogni parola una nota; poi con aerea grazia, qui, con il nostro canto, tenendoci per mano, operiamo l’incanto” (Sogno di una notte di mezza estate, V. I).
"Musica Millemondi" ritorna con omaggio a D'Annunzio e Duse
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