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C'era una volta… La Saliera di Francesco I di Benvenuto Cellini

C’era una volta…
La Saliera di Francesco I
Opera di Benvenuto Cellini,
(1540-1543, Vienna, Kunsthistorisches Museum
Materiali: oro, ebano, smalto)
Benvenuto Cellini la creò appositamente per il Re Francesco I
Il racconto di questa stupenda opera narrato egregiamente dallo stesso Cellini nei primi del cinquecento e riportato in un antico manoscritto del 1728 edito da Pietro Martello e dedicato all’eccellenza di Mylord Riccardo Boyle.
Qui vi riporto alcuni passi:
“… Era ritornato il Re a Parigi, e io l’andai a trovare, portandogli la ditta saliera finita; la quale, sí come io ho detto di sopra, era in forma ovata ed era di grandezza di dua terzi di braccio in circa, tutta d’oro, lavorata per virtú di cesello. E sí come io dissi quando io ragionai del modello, avevo figurato il Mare e la Terra assedere l’uno e l’altro, e s’intramettevano le gambe, sí come entra certi rami del mare infra la tetra, e la terra infra del detto mare: cosí propiamente avevo dato loro quella grazia. A il Mare avevo posto in mano un tridente innella destra; e innella sinistra avevo posto una barca sottilmente lavorata, innella quale si metteva la salina. Era sotto a questa detta figura i sua quattro cavalli marittimi, che insino al petto e le zampe dinanzi erano di cavallo; tutta la parte dal mezzo indietro era di pesce: queste code di pesce con piacevol modo s’intrecciavano insieme; in sul qual gruppo sedeva con fierissima attitudine il detto Mare: aveva all’intorno molta sorte di pesci e altri animali marittimi. L’acqua era figurata con le sue onde; di poi era benissimo smaltata del suo propio colore. Per la Terra avevo figurato una bellissima donna, con il corno della sua dovizia in mano, tutta ignuda come il mastio appunto; nell’altra sua sinistra mana avevo fatto un tempietto di ordine ionico, sottilissimamente lavorato; e in questo avevo accomodato il pepe. Sotto a questa femina avevo fatto i piú belli animali che produca la terra; e i sua scogli terrestri avevo parte ismaltati e parte lasciati d’oro. Avevo da poi posata questa ditta opera e investita in una basa d’ebano nero: era di una certa accomodata grossezza, e aveva un poco di goletta, nella quale io aveva cumpartito quattro figure d’oro, fatte di piú che mezzo rilievo: questi si erano figurato la Notte, il Giorno, il Graprusco e l’Aurora. Ancora v’era quattro altre figure della medesima grandezza, fatte per i quattro venti principali, con tanta puletezza lavorate e parte ismaltate, quanto immaginar si possa. Quando questa opera io posi agli occhi del Re, messe una voce di stupore, e non si poteva saziare di guardarla: di poi mi disse che io la riportassi a casa mia, e che mi direbbe a tempo quello che io ne dovessi fare. Porta’nela a casa, e subito invitai parecchi mia cari amici, e con essi con grandissima lietitudine desinai, mettendo la saliera in mezzo alla tavola; e fummo i primi a ’doperarla.”
Nelle foto sopra riportate la preziosa opera “Saliera di Francesco I”, Benvenuto Cellini 1540-1543,
ed alcune pagine originali del manoscritto edito da Pietro Martello, Colonia 1728.
di Lara Ferrara

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