Venerdì 8 luglio 2022 uscirà Il viaggio della Dandola, il nuovo giallo di Stefano Caroldi, edito da Pendragon, quarto capitolo della saga dei Davanzo.
Dopo il successo de Allo studio del Bo (Pendragon 2014), Il lazzaretto galleggiante (Pendragon 2017) e La barena dei sette morti (Pendragon 2020), Caroldi propone un romanzo frutto di una sintesi tra studio, esperienza personale e invenzione.
Il racconto è ambientato nella seconda metà del Cinquecento e si svolge su una grande nave da mercato, la Dandola, che salpa dal Golfo di Venezia diretto verso l’isola di Candia. A bordo dell’imponente imbarcazione, che trasporta un prezioso carico d’armi, è presente una bizzarra selezione di personaggi, in gran parte legati tra loro per ragioni affettive o di interesse.
Tra questi, Nicola Davanzo, ricco cittadino veneziano, finanziatore dell’operazione, partito sulle tracce del suo amore perduto, Stilla, scomparsa da anni, di cui ha ricevuto notizie insperate; con lui, lo sfaccendato e intemperante Vettore Malipiero, amico di vecchia data, più prosaicamente dedito alle grazie della conturbante siriana Amina.
E poi il nobile Sebastiano Polani, allontanato da Venezia dal fratello senatore per il suo carattere troppo focoso, con la sua concubina Clio, bella cipriota che ha un rapporto ambiguo con Amina; David ben Tubal, influente personaggio al servizio del sultano; Gasparo, diplomatico, spia della Serenissima, che si innamorerà di Fausto, aspirante dragomanno imbarcatosi con la giovane sposa Nina, la quale resterà a sua volta soggiogata dal fascino di Marco, vice del comandante.
All’intreccio di tradimenti, tresche e triangoli che da subito caratterizza il viaggio, si aggiungeranno eventi di ben altra portata: sparizioni, avvelenamenti, navi che si smaterializzano per ricomparire dove non potrebbero essere, corsari, collisioni e altri strani incidenti. Eppure, tutto ha una spiegazione: per risolvere il mistero che si infittisce sempre di più, Nicola dovrà passare attraverso “prove” che mai avrebbe immaginato di dover affrontare.
Siamo nella seconda metà del Cinquecento, una decina d’anni dopo la battaglia di Lepanto, in un periodo storico in cui l’egemonia veneziana in quello che da secoli era considerato come il suo Golfo è in declino, conteso tra grandi potenze quali Austria e Turchia e piccole intriganti repubbliche come Ragugia. Le analogie con ciò che sta accadendo oggi intorno a noi nella lotta tra grandi imperi, veri o presunti, e piccoli stati, spesso usati con cinismo per scopi diversi da quelli dichiarati, emergono lungo tutta la storia.
L’ambientazione storica è basata su una approfondita ricerca bibliografica sia per ciò che riguarda la parte marina, navi e navigazione, che quella di terra, luoghi e città; gli episodi casuali che movimentano la trama del romanzo, invece, sono tratti dalla personale esperienza dell’autore nel corso degli anni passati navigando intorno al mondo in barca a vela. Non mancano i riferimenti a veleni e alla pratica medica del tempo, trattata in maniera più specifica nei precedenti romanzi. Gli studi all’università di Padova, dove ha lavorato anche come ricercatore nel campo della neurotossicologia, sono stati per il Caroldi fonte di ispirazione e scrigno di preziose conoscenze scientifiche.
“La mia passione per la storia è stata fondamentale per la ricostruzione della città – afferma l’autore – così come la mia formazione medica. Certo ho attinto molto anche dall’immaginazione cercando di ricreare le atmosfere del tempo. Accanto ai tanti riferimenti reali non manca qualche licenza di fantasia”.
Il linguaggio aulico e ricercato, sia nelle descrizioni che nell’eloquio forbito dei personaggi, rende totale l’immersione nell’epoca. Tutto ciò che accade, anche se non necessariamente vero, è assolutamente verosimile muovendosi in quella realtà che trova la sua dimensione nella magia del possibile.